A differenza di altre fasi di ripresa economica, l’attuale mercato delle IPO dipende meno da un boom travolgente e più da una prevedibilità che ancora manca.
Alcuni esperti hanno sempre sostenuto che il 2025, e non il 2024, sarebbe stato l’anno chiave per una ripresa delle IPO (Offerte Pubbliche Iniziali). Col passare del tempo, e con il flusso di operazioni che continua a rimanere deludente, sempre più analisti sembrano unirsi a questa previsione. Ma sarà davvero così? Le aziende che intendono quotarsi in borsa cercano certezza, e in questo momento il mercato sembra offrirne ben poca.
Uno dei fattori principali che ha frenato le IPO nel 2024 è la vicinanza delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Con la chiusura del terzo trimestre a settembre, molti osservatori hanno dichiarato la fine prematura delle IPO per il 2024. Anche se alcune aziende sono riuscite a raccogliere circa 26 miliardi di dollari grazie alle loro offerte a New York, tra cui nomi come Reddit e Viking (un’operatore crocieristico), questa cifra, pur superiore ai 20 miliardi raccolti nel 2023 e agli 8 miliardi del 2022, resta ben al di sotto degli standard precedenti al boom del 2020-2021, quando tali somme venivano raccolte in soli sei mesi.
Il 2025 è visto come un anno di potenziale ripresa perché molte aziende hanno trascorso il 2023 a gestire le conseguenze del boom pandemico del 2020-2021. Durante quel periodo, le valutazioni aziendali si erano gonfiate a dismisura, richiedendo una fase di aggiustamento. Gli executive sono stati costretti a passare da una retorica incentrata sulla crescita dei ricavi a discorsi su piani concreti di redditività netta. Il 2022 è stato particolarmente problematico per molte startup, con l’indice S&P che ha registrato una caduta del 19%. Il successivo rally del 24% nel 2023, nonostante i timori di una recessione che ancora non si è concretizzata, ha colto molte aziende di sorpresa. [...]
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