Quando si tratta di mercati molti confondono queste due figure simili ma profondamente differenti.
Il mondo dei mercati è veramente variegato e lo vediamo quando a sovrapporsi sono due figure in apparenza simili, ma in realtà differenti sotto diversi profili: il trader e il consulente finanziario.
Le due figure, se viste come professioni di elevato livello, possono sovrapporsi ma, analizzando cosa fa un trader e cosa fa un consulente finanziario, vedremo delle differenze sostanziali. Entrambi si ritrovano a gestire dei rischi nei mercati finanziari, ma sotto un profilo nettamente diverso. Passiamo quindi all’analisi delle due figure, prima descrivendo l’una e l’altra professione, poi confrontandole.
Il trader: chi è e cosa fa
Il trader è un insieme di due o più figure. Un ottimo trader è al contempo un ottimo analista tecnico, un analista macroeconomico e un gestore del rischio. Il suo compito è quello di analizzare il mercato al fine di trarne profitto per mezzo di operazioni di trading mirate.
Generalmente un trader professionista è in grado di abbracciare diversi orizzonti temporali per quanto riguarda la propria operatività, anche se predilige una tipologia di trading rispetto alle altre. Al contempo, un trader può avere un suo portafoglio personale di lungo periodo con un capitale più cospicuo, una sorta di piano di lungo periodo, e al contempo avere un portafoglio di breve periodo con il quale fa trading di breve periodo e che gli permette di avere una fonte di reddito immediata.
Il profilo del trader è quindi molto specializzato, un tuttofare dei mercati che sa come si comportano in determinate situazioni e che riesce a trarre profitto da specifiche situazioni che si ripetono, i “pattern” di mercato.
Solitamente un trader può operare con un capitale di sua proprietà, con il capitale di terzi per mezzo di strutture come società di prop trading, family offices o fondi di investimento. In alcuni casi specifici, soprattutto se con una formazione accademica di un certo livello votata al calcolo quantitativo, può lavorare per istituzioni bancarie nel ramo trading, situazione divenuta più complessa dalla crisi del 2008-2009 per via del taglio al personale dei desk di trading, rei di aver contribuito all’acuirsi di crisi bancarie per via di un alto tasso di propensione al rischio dovuto alle forti capacità delle banche di esporsi sul mercato disponendo di leve finanziarie molto elevate.
Il consulente finanziario: chi è e cosa fa
Il consulente finanziario è un professionista solitamente iscritto all’albo Ocf (ex albo Pf), conosce i mercati finanziari a un livello di specializzazione generalmente più basso rispetto al trader, ma conosce con profondità la struttura dei prodotti finanziari rivolti alla massa di potenziali clienti.
Il consulente finanziario quindi passa un esame in quanto la sua attività è rivolta principalmente a terzi, fa vendita e consulenza su prodotti finanziari, strutturando l’offerta direttamente sul cliente. Il consulente finanziario, dopo un colloquio con il potenziale cliente, è in grado di offrire dei prodotti che più si combinano con le esigenze del proprio cliente al fine di raggiungere i risultati sperati da quest’ultimo.
Difficilmente un consulente finanziario venderà dei rendimenti al clienti, tanto più sarà portato alla vendita di prodotti finanziari volti alla protezione del capitale nel lungo periodo. In questo contesto, il consulente finanziario è di fatto un professionista che si occupa di vendita di prodotti finanziari per conto della propria Sim, Sgr o Banca (istituzioni preposte alla vendita verso terzi). Un buon consulente finanziario ha un portafoglio clienti che gestisce nel corso della sua carriera e si occupa di monitorare l’andamento degli investimenti dei suoi clienti al fine di raggiungere i risultati sperati da questi ultimi. Il suo lavoro è quindi quello di consigliare la migliore soluzione di investimento o protezione del capitale in base al profilo di rischio del cliente. La loro attività è vigilata dall’albo stesso.
leggi anche
Psicologia del trading, gli errori più comuni
Le differenze sostanziali tra il trader e il consulente finanziario
Seppure facenti parte dello stesso mondo, ossia quello dei mercati finanziari, l’approccio delle due figure ai mercati finanziari è completamente diverso, evidenziando allo stesso tempo delle differenze veramente importanti tra le due professioni. Il trader, ad esempio, non necessariamente ha bisogno di clienti, o meglio, la sua attività è slegata dall’avere dei clienti. Per il consulente avere dei clienti è fondamentale, non avere clienti equivale a non avere profitto, così come un avvocato, un medico o un ingegnere.
Il trader è specializzato nella negoziazione di strumenti finanziari direttamente sul mercato, è in prima linea all’apertura dei mercati fino alla chiusura. Il consulente finanziario è specializzato nella consulenza su prodotti finanziari, a ritagliare un portafoglio di investimenti o prodotti su un determinato cliente.
Il trader gestisce il rischio di operazioni dirette sul mercato, è colui che trae direttamente profitto dalla compravendita di strumenti finanziari, il consulente finanziario trae profitto dalla sua attività di consulenza, sia tramite una parcella sia tramite commissioni riconosciute dall’emittente dei prodotti finanziari, siano essi diretti o “girati” dalla società di intermediazione per cui è dipendente.
Le differenze sono palesi, eppure molti tendono a confondere le due attività in quanto entrambe si affacciano, in modo sicuramente differente, al mondo dei mercati finanziari. Questo bias cognitivo dove si confondono queste due figure è dovuto principalmente alla falsa credenza secondo cui chi lavora all’interno dell’ambito dei mercati finanziari debba essere una sorta di “indovino”, il suo lavoro è praticamente quello di prevedere l’andamento dei mercati.
Questo bias lo abbiamo visto in alcuni film della storia recente, primo su tutti “The Wolf of Wall Street” dove Jordan Belfort viene percepito dalla massa come un trader quando in realtà era un broker, un intermediario che si occupava di vendere azioni ad alto potenziale a mezzo di quelle che vengono definite “chiamate a freddo”, un lavoro completamente diverso da quello del trader, che abbiamo visto invece nel film “The Big Short”, che spiega in modo molto sintetico ed efficace la crisi dei mutui subprime vissuta da traders e fondi di investimento.
Rivolgendosi principalmente a coloro che vogliono intraprendere una carriera nel mondo della finanza, si può dare uno sguardo a due mondi molto vicini tra loro ma allo stesso tempo paralleli, che non si incontrano mai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti