Rinnovo del contratto della pubblica amministrazione, colpevole ritardo del governo Draghi: ancora nessun aumento di stipendio per i dipendenti pubblici.
Il governo Draghi non ha gestito al meglio la situazione riferita al rinnovo contrattuale per i vari comparti della pubblica amministrazione. Lo dimostra il fatto che il vecchio contratto risulta scaduto ormai dal 1° gennaio 2019 e molti comparti a oggi risultano ancora privi di accordo.
E laddove la firma per il nuovo contratto è arrivata, come ad esempio per le funzioni centrali e per il personale delle forze dell’ordine, gli stipendi non sono stati ancora aggiornati. Tant’è che dal mese di aprile i dipendenti pubblici si sono visti riconoscere sullo stipendio una doppia indennità di vacanza contrattuale, una appunto per il mancato rinnovo di contratto per il triennio scorso, dal 2019 al 2021, e l’altra perché il nuovo contratto - che paradossalmente in alcuni comparti non è stato ancora firmato - è già scaduto il 1° gennaio 2022.
E intanto gli stipendi perdono potere d’acquisto.
Ci sono, dunque, dipendenti pubblici che stanno lavorando con un contratto aggiornato l’ultima volta nel triennio 2016-2018 (anche in quell’occasione il rinnovo arrivò con colpevole ritardo) con uno stipendio calcolato su criteri che ormai risultano superati specialmente se si guarda al caro prezzi rilevato in questi mesi.
Chi è più avanti sono i dipendenti dei comparti difesa e sicurezza, come pure quelli delle funzioni centrali, per i quali il riconoscimento degli aumenti in busta paga è ormai in dirittura d’arrivo. Vediamo, dunque, qual è la situazione aggiornata nei vari comparti della pubblica amministrazione e quali dipendenti pubblici sono ormai prossimi a ricevere un aumento di stipendio (con tanto di arretrati per le precedenti mensilità).
Rinnovo del contratto funzioni centrali: aumenti in arrivo, ma solo a giugno
Per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici del comparto funzioni centrali, di cui fanno parte coloro che lavorano nei ministeri, nelle agenzie fiscali e negli enti pubblici non economici (come può essere l’Inps), si avvicina il momento in cui gli aumenti di stipendio riconosciuti con il nuovo accordo verranno considerati in busta paga.
Il testo definitivo dell’accordo, infatti, verrà firmato lunedì 9 maggio, dopodiché bisognerà solo attendere la firma del presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Ci è voluto dunque più tempo del previsto per la ratificazione del pre-accordo, sottoscritto dall’Aran - agenzia pubblica che si occupa di rappresentare il governo nell’ambito delle discussioni per il rinnovo - e dalle parti sociali il 5 gennaio scorso.
In particolare la Ragioneria di Stato si è presa molto tempo, circa tre mesi, per valutare la fattibilità economica dell’accordo, tant’è che per il successivo via libera della Corte dei Conti si è dovuto attendere fino al 4 maggio.
Adesso mancano solo pochi step, ma questi sono sufficienti per impedire che aumenti di stipendio - che vanno dai 63 ai 117 euro lordi mensili - e arretrati vengano riconosciuti già nella busta paga di maggio. I tempi sono troppo ristretti, a questo punto bisogna attendere almeno lo stipendio di giugno.
Rinnovo del contratto forze armate e polizia: niente aumento a maggio, manca la pubblicazione in Gazzetta
Più avanti di tutti sono i comparti difesa, sicurezza e soccorso pubblico, per i quali il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha già posto la firma sull’accordo definitivo.
Nel dettaglio, la firma è arrivata mercoledì 20 aprile, tuttavia dopo oltre due settimane il testo del nuovo contratto (per il triennio 2019-2021) non è entrato ancora in vigore in quanto manca la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Per questo motivo è saltata anche per il personale di forze armate e di polizia la possibilità di ricevere aumenti e arretrati nella busta paga di maggio e - secondo fonti interne - sembra che anche il pagamento con lo stipendio di giugno non sia così scontato come si crede.
Rinnovo contratto scuola ancora in alto mare
Chi invece rischia di dover attendere ancora qualche mese anche solo per conoscere gli importi dei nuovi stipendi, è il personale della scuola. Per insegnanti e personale Ata, infatti, il confronto definitivo non è ancora iniziato.
Solamente nei giorni scorsi il presidente Mario Draghi ha firmato l’ipotesi di atto d’indirizzo per il rinnovo contrattuale del comparto Istruzione e Ricerca, che tra l’altro non soddisfa per niente i sindacati. Il problema è che i nodi da sciogliere sono diversi, a partire dal nuovo reclutamento docenti. E ancora, gli aumenti di stipendio proposti secondo i sindacati sono assolutamente insufficienti per compensare il personale della scuola di questi anni di contratto scaduto.
Per questo motivo oggi la firma sul rinnovo del contratto per la scuola sembra essere piuttosto lontana, mentre è sempre più vicina la mobilitazione generale da parte dei sindacati.
Rinnovo contratto Sanità: pre accordo vicino
Leggermente più avanti del comparto scuola, ma comunque più lontano rispetto alle funzioni centrali e alle forze dell’ordine, il personale della sanità pubblica.
Qui Aran e sindacati devono ancora sottoscrivere il pre accordo, il quale poi dovrà essere sottoposto al parere della Ragioneria di Stato prima della firma definitiva e dell’accordo.
Nel dettaglio, l’ultimo incontro, avvenuto la scorsa settimana, sembra essere stato risolutore, con un accordo raggiunto sulla base di un aumento fino a 200 euro lordi mensili per medici, infermieri e Oss. L’accordo dovrebbe essere sottoscritto dunque nei prossimi giorni, ma il rischio è che per aumenti e arretrati si finisca a dopo l’estate.
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