Il diritto d’autore e il copyright sono due concetti vicini tra loro, ma non identici, anche se entrambi riguardano il diritto relativo alle opere d’ingegno.
Nel linguaggio comune spesso si tende a utilizzare il termine diritto d’autore e quello di copyright come sinonimi. Tuttavia, pur essendo entrambi istituti con la funzione di regolamentare le opere dell’ingegno create da singoli o da più persone, le due definizioni in questione non dovrebbero essere considerate identiche tra di loro.
Infatti il diritto di copyright si occupa di una specifica parte nel campo dello sfruttamento economico dell’opera, mentre il diritto d’autore riguarda tutta una serie di diritti e sotto-diritti, non solo economici, ma anche morali. C’è anche da tenere conto del fatto che quando si parla di copyright tecnicamente ci si riferisce a un istituto di origine anglosassone, mentre in Italia si dovrebbe fare riferimento al diritto d’autore.
Diritto d’autore e copyright
Quando si parla di questi istituti è necessario prima di tutto tenere conto del fatto che entrambi si basano sulle cosiddette “opere d’ingegno”, e la loro protezione. In breve, quando ci si riferisce a questo tipo di opere si intende qualsiasi creazione nata dall’ingegno di una o più persone, come forma di espressione di queste e frutto della loro creatività.
Sia il diritto d’autore che il copyright, si occupano della protezione di queste opere, che includono: i romanzi, racconti, le sceneggiature, le fotografie, le poesie, i disegni, i programmi per computer (i software), i siti internet, i blog, i video, oltre ad anche le immagini e i testi multimediali. Tutti questi indipendentemente dal supporto su cui sono stati prodotti, siano essi quindi digitali o fisici. Non vengono incluse le idee semplici e non strutturate e i concetti.
Per la legge italiana nel momento in cui viene creata una di queste opere, o simili, sono automaticamente protette dal diritto d’autore, senza che sia necessario procedere con registrazione di qualsiasi tipo, e vengono riconosciuti a creatori una serie di diritti.
Questi si suddividono in due macro categorie:
- diritti morali: legati alla paternità dell’opera, sono incedibili, e non scadono dopo un certo periodo di anni;
- diritti patrimoniali: riguardano la possibilità di sfruttamento economico dell’opera, possono essere ceduti tramite contratto (tutti o in parte) per un certo periodo di tempo, e generalmente scadono dopo 70 anni dalla morte dell’autore.
Se il diritto d’autore quindi risulta essere molto ampio in relazione agli argomenti che tratta, il copyright invece si riferisce in particolare a una singola frangia dei diritti patrimoniali, ovvero il diritto di copia e riproduzione.
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Le differenze
Entrambi vengono utilizzati per difendere le opere di carattere creativo, ma hanno differenze sostanziali. Prima di tutto, bisogna tenere conto che anche se spesso si parla di copyright anche in Italia, questo è un istituto anglosassone, mentre in Italia si utilizza il diritto d’autore.
Non si tratta però dell’unica differenza, perché i due non sono sinonimi:
- il diritto d’autore nasce con lo scopo di proteggere l’autore a tutto tondo, sia per quanto riguarda i suoi diritti morali, sia in relazione alla possibilità di sfruttare economicamente l’opera;
- il copyright ha fatto la sua comparsa poco dopo la nascita della stampa, per evitare che chiunque potesse stampare e rivendere libri, a protezione degli editori, librai, e stampatori. Quando viene utilizzato questo termine quindi ci si riferisce a quello che in Italia è il solo diritto di copia dell’opera;
- i diritti d’autore nascono assieme all’opera, e sono di proprietà dell’autore, che può scegliere se cederne alcuni attraverso contratti per un determinato periodo di tempo. Questi, anche una volta ceduti, non negano la paternità dell’opera e l’autore rimarrà sempre in possesso dei diritti morali;
- il copyright si riferiva al diritto esclusivo dell’editore su un marchio o un’opera in generale, e riguarda la possibilità di farne copie per trarne profitto;
- il copyright decorre da un determinato momento, ovvero quando viene stipulato un contratto, registrato un marchio, o richiesto il brevetto;
- il diritto di copia, che l’autore può cedere tramite contratto a una casa editrice, ha una scadenza, e tornerà poi in mano all’autore stesso.
Quanto sono diversi
Come si può notare da quanto detto in precedenza, questi due termini non coincidono tra loro, e sussistono diverse differenze tra i due. In generale, il diritto d’autore riguarda una platea di diritti più ampia, e si pone a protezione dell’opera e del suo creatore. Il copyright riguarda maggiormente brevetti o marchi depositati, e si riferisce in particolare al campo dello sfruttamento economico.
Pur esistendo in molti Paesi leggi riguardanti questi diritti, non sono sempre identiche a quelle Italiane, quindi nel momento in cui si riferisce all’uno o all’altro, non è detto che possano essere sempre interscambiabili in ambito internazionale. Tuttavia, per quanto tecnicamente diversi, nel linguaggio comune i termini sono diventati praticamente sinonimi, anche perché le opere protette da copyright, rientrano anche tra quelle toccate dal diritto d’autore.
Se nel momento in cui si utilizzano questi termini è importante conoscerne le sfumature, bisogna anche tenere conto di come ormai vengano spesso utilizzati l’uno come sinonimo dell’altro.
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