Dove sono i pozzi di petrolio in Italia? La mappa

Alessandro Nuzzo

15 Novembre 2024 - 07:30

Il nostro paese estrae il 7% del fabbisogno nazionale di petrolio. Ecco dove si trovano i pozzi.

Dove sono i pozzi di petrolio in Italia? La mappa

Sai dove sono i pozzi di petrolio in Italia? Una delle sfide più grandi che il mondo è costretto a vincere è il superamento della dipendenza dai combustibili fossili. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita delle fonti rinnovabili ma a oggi il petrolio continua a comandare il mondo.

Non a caso i paesi più ricchi sono quelli con enormi riserve di oro nero come ad esempio gli Stati Uniti, primo paese produttore di petrolio al mondo con quasi 18 milioni di barili al giorno. Seguono poi l’Arabia Saudita (12,1 milioni di barili di petrolio al giorno), la Russia (11,2 milioni), e poi Canada, Iraq, Emirati Arabi Uniti.

In questa speciale classifica alla posizione numero 45 troviamo l’Italia. Sembrerà strano ma nel nostro paese ci sono diversi giacimenti di petrolio. L’Italia produce il 7% di fabbisogno nazionale, il restante 93% lo importa. I giacimenti di petrolio in Italia sono di dimensioni ridotte, molto frammentati e spesso si trovano a grandi profondità od offshore, rendendo complicata sia la loro individuazione che il loro sfruttamento.

Alcune stime parlano di una riserva petrolifera disponibile nel sottosuolo italiano di circa 1 miliardo di barili che ne fanno uno dei paesi europei più ricchi. Il valore si aggira sui 100 miliardi di euro. Se riuscissimo a estrarre tutte le riserve italiane saremmo in grado di soddisfare le esigenze nazionali per i prossimi 25 anni senza incorrere in importazioni di idrocarburi dall’estero. Ma come detto le operazioni di scoperta ed estrazione sono molto difficili per la conformazione geologica del nostro territorio. Scoprire nuovi pozzi richiede costi elevati sia in termini economici che di impatto ambientale. Alcune Regioni sono ricche di giacimenti e oggi è da lì che si estrae la maggior parte del greggio. Vediamo la mappa completa.

La mappa delle estrazioni di petrolio in Italia La mappa delle estrazioni di petrolio in Italia Fonte dati: Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.

Dove si estrae il petrolio in Italia

Le Regioni che sfruttano maggiormente i giacimenti di petrolio in Italia sono quelle del Sud, in particolare Basilicata e Sicilia seguite poi da Emilia Romagna, Molise e Piemonte. Poi ci sono le attività estrattive che avvengono in mare sia nell’Adriatico al largo delle coste abruzzesi-marchigiane che nel Tirreno, sopratutto al Sud della Sicilia.

Come si evince dalla mappa, i dati disponibili del 2023 ci dicono che l’Italia ha estratto 4.232.175.117 kg di petrolio, di cui 3.850.324.788 dalla terra e 381.850.329 in mare. La Regione che ha estratto più petrolio è stata la Basilicata con 3.528.861.410 kg, seguita dalla Sicilia con 292.810.583 kg. Poi troviamo l’Emilia Romagna con 18.070.854 kg, il Piemonte con 6.029.941 kg e il Molise dove sono stati estratti 4.552.000 kg.

Per quanto riguarda l’estrazione in mare, le zone vengono divise in B e C. Nella zona B, che sarebbe quella che si estende nel Mar Adriatico per circa 23.000 kmq in un’area al largo di Marche, Abruzzo e parte del Molise, sono stati estratti 203.025.446 kg di greggio. La zona C si trova nel mar Tirreno meridionale al Sud delle coste siciliane, in particolare al largo delle province di Trapani, Agrigento e Ragusa. Qui nel 2023 sono stati estratti 178.824.883 kg di petrolio.

Dove si trovano i pozzi

La Basilicata è la Regione al primo posto in Italia per estrazione di petrolio. Due sono i pozzi estrattivi che sfruttano il sottosuolo, uno nella Val d’Agri da 50-70.000 barili al giorno e un altro a Tempa Rossa da 30-50 mila barili al giorno. La Val d’Agri è un territorio da sempre legato al petrolio, lì c’è ad esempio la sorgente naturale del petrolio. Nel bosco alle spalle della cittadina di Tramutola c’è un ruscello dove si nota la presenza di un’iridescenza da idrocarburi. Dai due pozzi della Basilicata, il petrolio si incammina tramite oleodotto verso la raffineria di Taranto.

La Sicilia è un’altra Regione dove sono presenti diversi giacimenti di petrolio anche se negli ultimi anni alcuni sono stati chiusi per esaurimento dei pozzi. Dal 2015 al 2020, da circa 900mila tonnellate si è passati a meno di 400mila. Questo solo sulla terraferma.

Le aree dove si estrae, con concessioni rilasciate ai tempi dell’Eni di Mattei, sono Gela, il Ragusano, una fascia tra Bronte e Troina e una piccola porzione di Trapanese. Poi ci sono le piattaforme in mare, la Gela 1, Gela Cluster e la Perla di proprietà di Eni.

In Emilia Romagna troviamo i 4 pozzi del Cavone tra Novi, San Possidonio e Mirandola che sono vivi e vegeti dove l’attività estrattiva procede e la previsione è che possa farlo per almeno i prossimi 10 anni. Qui si estraggono 2 milioni di kg all’anno di greggio, vuol dire lo 0,5% della produzione nazionale che poi finisce nelle raffinerie di Taranto.

In Piemonte tra Galliate, Trecate e Romentino ci sono gli ultimi pozzi rimasti. In Pianura Padana, tra Milano e Torino, si trovava fino a qualche anno fa uno dei giacimenti petroliferi più grandi d’Italia: il giacimento di Villafortuna situato nel comune di Trecate, in provincia di Novara. Scoperto nei primi anni 80, produceva 85 mila barili al giorno. Poi man mano nel corso degli anni la produzione è scesa sempre più fino al 2016 quando l’attività è definitivamente cessata causa esaurimento del giacimento. Il giacimento di Trecate è caratterizzato dall’incredibile profondità del pozzo, fino a 5.000 metri.

Al largo delle coste di Molise, Marche e Abruzzo troviamo 5 piattaforme in mare, due sono localizzate di fronte alla costa marchigiana; tre dinanzi a quella abruzzese-molisana. La Sarago gestita da Edison si trova tra Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio, la Rospo tra Petacciato e Vasto. Nell’entroterra in Molise troviamo un nuovo pozzo esplorativo nel Comune di Rotello.

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