Nel 2024 dovranno essere nominati il segretario generale della Nato e il presidente della Commissione europea: perché sarebbero in ballo Mario Draghi e Ursula von der Leyen.
Mario Draghi presidente della Commissione europea e Ursula von der Leyen segretaria generale della Nato. No, non è un colpo di sole ma la situazione che potrebbe palesarsi tra un anno stando alle tante voci che si rincorrono a Bruxelles.
Il 2024 infatti sarà l’anno dei grandi appuntamenti elettorali: le elezioni europee e le presidenziali negli Stati Uniti. Il prossimo autunno così sarà scelto il 47° inquilino della Casa Bianca e indicato il presidente della Commissione europea.
In contemporanea, andrà in scadenza il mandato di Jens Stoltenberg alla guida della Nato: dopo le varie proroghe a causa della guerra in Ucraina, i prossimi dodici mesi dovrebbero essere gli ultimi dell’ex presidente norvegese alla guida dell’Alleanza atlantica.
Ecco che allora da tempo si vocifera di una sorta di effetto domino per quanto riguarda le due poltrone più di prestigio a Bruxelles. Mario Draghi, recentemente tornato a lavoro proprio in Europa, negli ultimi tempi è stato accostato a entrambi i ruoli.
Le ultime indiscrezioni però vorrebbero Mario Draghi in pole position per Palazzo Berlaymont nel caso in cui Ursula von der Leyen, la cui posizione alla Commissione europea non sarebbe più granitica, decidesse di giocarsi le proprie carte per guidare la Nato visti anche i suoi ottimi rapporti con Washington.
Draghi e von der Leyen: il domino delle poltrone
Il prossimo 9 giugno in Italia si voterà per le elezioni europee. Stando ai sondaggi, nonostante una crescita dei due gruppi di destra - Ecr dove c’è Fratelli d’Italia e Id della Lega - la cosiddetta maggiora Ursula (Popolari, Socialisti e Liberali) dovrebbe mantenere la maggioranza.
Un mandato bis per Ursula von der Leyen però non appare essere così scontato, con l’attuale presidente della Commissione europea che da tempo viene descritta smaniosa di accreditarsi a Washington come una affidabile futura segretaria generale della Nato.
Del resto sia sulla guerra in Ucraina sia su quella più recente in Israele, von der Leyen si è sempre mostrata totalmente allineata alla Casa Bianca, un modo di esercitare il suo mandato che ha dato spinta alle voci che la vorrebbero proiettata verso la guida dell’Alleanza atlantica.
Anche Mario Draghi diverse volte è stato indicato come in ballo per il ruolo di segretario generale della Nato; per ricoprire tale incarico, ricordiamo che bisogna essere stati un capo di governo - o di Commissione - tanto che in passato si è vociferato anche di un Matteo Renzi in pista visti i suoi ottimi rapporti con Joe Biden.
Di recente Draghi ha ricevuto l’incarico, proprio dalla presidente della Commissione, di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. Un ritorno dopo l’addio a Palazzo Chigi che per molti è stato una sorta di segnale sulla sua volontà di non voler fare il “nonno” a tempo pieno.
Il futuro di Mario Draghi così potrebbe essere proprio a Bruxelles a capo della Commissione europea: in caso di un trasloco di Ursula von der Leyen alla Nato, il suo profilo potrebbe essere quello giusto per mettere tutti d’accordo all’interno del Parlamento europeo, ma tutto dipenderà da quello che sarà l’esito del voto di giugno.
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