Il sondaggio di Money.it: è stata giusta la decisione dell’Italia di sospendere i finanziamenti all’Unrwa, l’agenzia Onu per il soccorso dei profughi palestinesi?
È giusto che l’Italia ha sospeso il finanziamento all’Unrwa? Questo è stato il sondaggio che Money.it ha voluto proporre ai suoi lettori alla luce dello stop deciso dal nostro governo, insieme a quello di altri nove Paesi occidentali, al sostegno di questa agenzia dell’Onu che da decenni opera in soccorso dei profughi palestinesi, siriani, libanesi e giordani.
SONDAGGIO CHIUSO QUI I RISULTATI
Sta facendo molto discutere la decisione presa da dieci Paesi occidentali, tra cui anche l’Italia, di chiudere i rubinetti dei finanziamenti all’Unrwa a seguito delle accuse mosse da Israele a 12 dipendenti di questa agenzia delle Nazioni Unite.
Nei giorni scorsi Israele ha trasmesso agli Stati Uniti un dossier - descritto come molto dettagliato - dove 12 dipendenti dell’Unrwa sono stati accusati di essere coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Alcuni passaggi sono stati diffusi dal New York Times, ma al momento nessun dettaglio è stato reso noto in maniera ufficiale.
L’Unrwa ha subito licenziato i 12 dipendenti - uno dei quali nel frattempo morto - nonostante le accuse siano tutte da dimostrare, sottolineando come nel caso si tratterebbe soltanto di un numero esiguo rispetto ai 30.000 collaboratori totali e che, senza questi fondi, non sarebbe più possibile aiutare gli 1,7 milioni di profughi della striscia di Gaza.
Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è stato quello di capire quale sia il parere dei lettori in merito alla decisione dell’Italia di congelare i finanziamenti all’Unrwa.
Italia, stop ai finanziamenti all’Unrwa: il sondaggio
Il sondaggio di Money.it è arrivato nel momento in cui si sta facendo un gran discutere della decisione presa dall’Italia - insieme a Usa, Germania, Italia, Canada, Australia, Giappone, Regno Unito, Paesi-Bassi, Finlandia e Svizzera - di sospendere i finanziamenti all’Unrwa.
Per chi non lo sapesse l’Unrwa è un’agenzia dell’Onu che opera in Libano, Siria, Giordania, Cisgiordania e striscia di Gaza, ospitando nei suoi 59 campi profughi circa 5,9 milioni di persone, fornendo loro cibo, assistenza sanitaria e istruzione.
Da tempo però Israele accusa l’Unrwa di avere legami con Hamas, con la quasi totalità dei 13.000 dipendenti che operano nell’enclave di Gaza e in Cisgiordania che sono di nazionalità palestinese. In molti ritengono che questi cooperanti non potrebbero svolgere il proprio lavoro senza il permesso dei miliziani.
Adesso però Israele avrebbe le prove del coinvolgimento di 12 dipendenti dell’Unrwa nell’attacco del 7 ottobre costato la vita a circa 1.000 israeliani; per il New York Times alcuni degli accusati avrebbero partecipato direttamente all’azione, altri invece avrebbero aiutato in diversi modi i miliziani di Hamas.
Gli Usa dopo aver letto il rapporto - non ancora divulgato in via ufficiale - hanno deciso di interrompere i finanziamenti all’agenzia dell’Onu, con l’Italia che a stretto giro ha preso la stessa decisione.
“Il governo italiano ha sospeso i finanziamenti all’Unrwa a seguito dell’atroce attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre - ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani commentando la decisione presa dall’Italia -. Abbiamo sospeso fin dall’inizio i finanziamenti dopo il presunto coinvolgimento di alcuni suoi dipendenti nell’attacco contro Israele, mentre continuiamo a finanziare altre organizzazioni come la Croce rossa e la Mezzaluna rossa. Abbiamo deciso di interrompere subito gli aiuti poiché alcune persone potevano essere coinvolte, almeno in parte, in azioni contro la popolazione civile israeliana”.
In molti però hanno fatto notare che l’inchiesta riguarderebbe solo 12 dipendenti - subito licenziati - su un totale di 30.000, che le accuse sono ancora tutte da dimostrare specie dopo le diverse fake news diffuse sulla guerra tra Israele e Hamas come i bambini messi nel forno da parte dei guerriglieri palestinesi.
Stoppare gli aiuti all’Unrwa vuol dire inoltre mettere a rischio il sostegno agli 1,7 milioni di profughi palestinesi nella striscia di Gaza, con alcuni critici che hanno fatto notare che questa scelta è arrivata dopo la decisione dell’Aia su Israele, parlando di un modo questo per sviare le attenzioni alle accuse rivolte a Tel Aviv.
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