La Federal Reserve si pronuncerà stasera sui tassi e i mercati attendono con molto interesse. Cosa sta per accadere, tra instabilità finanziaria, crisi delle banche e stretta monetaria?
I mercati oggi attendono con impazienza l’esito della riunione della Federal Reserve.
Le azioni asiatiche hanno segnato un cauto rimbalzo, con la speranza che una crisi bancaria globale sia ormai evitata e nell’incertezza sulle prospettive per i tassi di interesse statunitensi mentre la Fed termina oggi un incontro valutato ad alto rischio per le sorti economiche e finanziarie Usa e del mondo.
Tutti i riflettori globali sono accesi sul presidente Jerome Powell che dovrà rassicurare e cercare di bilanciare la sua lotta contro l’inflazione contro un’improvvisa crisi bancaria.
Mercati in ripresa, ma si attende la Fed: cosa può succedere
Gli indici asiatici stanno archiviando la seduta all’insegna di guadagni, dopo il rally delle azioni statunitensi martedì. L’S&P 500 è salito dell’1,3% e il Nasdaq 100, fortemente tecnologico, è avanzato dell’1,4% mentre i due benchmark sono aumentati per la terza sessione consecutiva. I futures sulle azioni Usa, però, rimangono misti e cauti stamane.
Il clima è teso. Lo stato d’animo ancora fragile nei mercati è stato evidente nell’ultima indagine BofA sui gestori di fondi globali, che ha trovato il pessimismo vicino al suo peggiore livello negli ultimi 20 anni tra i timori del rischio finanziario e una fuga dai titoli bancari.
Tutto ciò mette la Fed in una posizione difficile mentre decide se alzare i tassi di interesse.
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Goldman Sachs, per esempio, sostiene che lo stress bancario causerà un inasprimento dei prestiti che è essenzialmente lo stesso che sta accadendo con l’aumento dei tassi, quindi una pausa sarebbe giustificata.
“I dati storici suggeriscono che il FOMC tende a evitare di inasprire la politica monetaria in periodi di stress finanziario e preferisce aspettare fino a quando l’entità del problema non diventa chiara, a meno che non sia sicuro che altri strumenti politici riusciranno a contenere con successo i rischi per la stabilità finanziaria”, secondo gli strateghi della banca.
Anche Michael Wilson, chief strategist azionario statunitense di Morgan Stanley, ha affermato che il rischio di una stretta creditizia sta aumentando materialmente e non è un buon segnale.
Inoltre, i responsabili politici Fed pubblicheranno per la prima volta da dicembre le proiezioni aggiornate sui tassi, offrendo indicazioni cruciali sull’eventualità che ci siano ancora ulteriori aumenti quest’anno.
Intanto, c’è nervosismo nel mercato obbligazionario. Gli investitori in bond sperano che la Fed possa infondere un po’ di calma data la volatilità degli ultimi giorni. I rendimenti dei Treasury a due anni hanno esitato al 4,13%, dopo essere passati dal 5,085% al 3,635% in sole nove sessioni.
Le obbligazioni europee sono state scosse da una vera e propria corsa. I rendimenti biennali tedeschi hanno registrato durante la notte il più grande aumento giornaliero dal 2008, poiché i mercati sono tornati a scontare ulteriori aumenti della Bce.
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