Ecco 2 titoli di Stato in euro a 8 anni con cedola fissa al 4,625% e al 6,375%

Stefano Vozza

4 Febbraio 2025 - 12:14

Vediamo alcune emissioni sovrane a 8 anni diverse dai titoli emessi dal Tesoro e con cedole nominale annue alquanto interessanti

Ecco 2 titoli di Stato in euro a 8 anni con cedola fissa al 4,625% e al 6,375%

Per molti investitori in titoli di Stato l’attesa di febbraio è quasi tutta riservata al prossimo BTP Più. È il nuovo bond della famiglia Valore di durata a 8 anni, con cedole trimestrali e alcune novità, tra cui una prima assoluta.

Da un lato c’è che manca il premio fedeltà, un extra rendimento che finora aveva accompagnato molte emissioni retail. Dall’altro ecco il debutto assoluto nel panorama dei bond sovrani nazionali dell’opzione rimborso anticipato. Tra i corporate bond siamo abituati all’opzione callable, cioè la facoltà che si riserva l’emittente di richiamare anzitempo il prestito obbligazionario. Qui, invece, sarà il Tesoro a rimborsare alla pari i titolari del bond Più che tra 4 anni vorranno uscire dall’investimento. L’opzione sarà riservata solo a chi lo acquisterà in emissione.

Ora, in attesa di scoprire le serie dei tassi step-up del BTP Più, ecco 2 titoli di Stato in euro a 8 anni con cedola fissa al 4,625% e al 6,375%.

Il titolo di Stato a 8 anni a tassi fissi e costanti e denominato in euro

Il primo sovereign bond che presentiamo è fresco di emissione (27/01/2025) e chiama in causa il Governo messicano. Questo Paese confinante a nord con gli USA ha sfornato una dual tranche in valuta estera per complessivi 2,4 mld di €, diverse solo negli importi (1,4 mld di € per l’8 anni) e durate (8 e 12 anni). In sostanza per l’investitore nazionale non esisterebbe il rischio di cambio, dato che capitale e cedole sarebbero denominai nella moneta comune Continentale.

Soffermiamoci sul pari durata del BTP Più avente codice ISIN XS2991917530: quanto rende? Per questa scadenza (2033) il Paese tropicale ha offerto una cedola del 4,625%, poco più del 4% al netto della ritenuta. Inoltre il rendimento finale esitato è stato maggiore al tasso nominale (4,769%) grazie al prezzo di aggiudicazione a 99,057. Su simili scadenze i bond del Tesoro rendono meno, intorno al 3,33% circa, sebbene le durate coincidano e anche il rating sovrano. A proposito, quello del Messico è al momento di qualche livello sopra l’investment grade e pari a BBB per S&p, Baa2 per Moody’s e a BBB- per Fitch.

Il bond sovrano in euro con una super cedola al 6,375%

Spostiamoci ora nel Vecchio Continente e prendiamo in esame un bond sovrano del Governo rumeno. L’obbligazione ha codice ISIN XS2689948078, data godimento 18/09/’23 e rimborso finale alla stessa data del 2033. Rispetto al titolo precedente, quindi, in questo caso, è la durata residua di 8 anni, mentre in origine il prestito è nato come un decennale.

Il flottante è di 1,75 mld di €, il taglio minimo di 1.000 € e il titolo è negoziato sull’EuroMOT di Borsa Italiana. L’obbligazione ha una cedola (periodicità annua) del 6,375%, pari al 5,578% circa al netto della ritenuta. Tuttavia, in questo caso c’è che il rendimento effettivo a scadenza è inferiore per via dell’attuale quotazione sopra cento. Al prezzo di 102,96 l’effettivo annuo lordo a scadenza è del 5,91%, il 5,13% al netto dell’aliquota fiscale (dati: Borsa Italiana).

Il bond, in particolare, in questi primi mesi di vita ha già segnato un low a 97,10 a ottobre 2023 e un high a 109,37 a settembre 2024. In altri termini, chi è riuscito a caricarlo sui minimi si è assicurato un 6% di rendimento netto circa per 10 anni. Per gli investitori in bond sovrani nazionali si tratta di performance che ricordano i decenni passati e non certamente l’attuale ordine delle cose.

Rischio e rendimento alla base di ogni decisione di investimento

Ora, come mai questa discrepanza di ritorni rispetto ai bond nazionali malgrado le medesime durate e quasi gli stessi rating sovrani? Ad esempio la valutazione della solvibilità dei titoli rumeni è BBB- per S&Poor’s, Fitch e Scope, e a Baa3 per Moody’s.

La ratio, in estrema sintesi, poggia sui maggiori rischi insiti nella sottoscrizione di questi strumenti di investimento, malgrado siano denominati in euro. Ad esempio a novembre Moody’s ha abbassato l’outlook del rating del debito messicano portandolo da stabile a negativo. Per l’agenzia la decisione presa poggia sull’indebolimento del quadro istituzionale interno e l’elaborazione di nuove politiche capaci di compromettere i risultati fiscali ed economici. In Romania, invece, non dimentichiamo la lunga linea di confine con l’Ucraina, uno Stato sovrano ormai prossimo ai 3 anni di attacco subito dall’esercito russo.

Inoltre si tratta di Stati con proprie valute nazionali, sebbene orbitanti in qualche modo alle valute forti delle aree valutarie di riferimento ($ USA per il Messico e l’€ per la Romania). Infine vanno valutate le fragili forze delle rispettive economie domestiche e i livelli delle riserve valutarie estere possedute. Due valutazioni che chiamano in causa le loro capacità di esportare e quindi di dotarsi stabilmente di monete forti grazie agli scambi di beni e servizi.
Morale non esistono pasti gratis in finanza, e non è un concetto nuovo. Pertanto simili titoli potrebbero andar bene in ottica diversificazione del portafoglio solo a patto di comprenderne appieno e fino in fondo tutti i pro e i contro.

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