I numeri rappresentano una “vittoria di Pirro”, considerando che siamo ancora lontani dai valori di almeno il 70% della media dei paesi OCSE.
Il 1° maggio si è giustamente manifestato contro fenomeni quali la precarietà, lo sfruttamento, i salari da fame, il gender gap…ma nessuno si è reso conto che a marzo abbiamo raggiunto il record di occupazione italiana al 62%, un “contentino” per economisti che puntavano sul diritto al lavoro come Caffè, ma comunque un po’ di ottimismo (indipendentemente dal colore del governo in carica) fa bene all’Italia che affoga in molteplici e gravi problemi strutturali storici che sembrano irrisolvibili.
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