Facciamo i calcoli finali relativi agli esiti delle 4 aste di bond sovrani del Tesoro a medio e lungo termine emessi a metà settimana
Concluse le emissioni sovrane nazionali, è tempo di bilanci per chi si è aggiudicato i bond offerti e per chi è stato fermo per seguirne gli esiti dall’esterno. La settimana del Tesoro è iniziata mercoledì 11 con il neo BOT a 12 mesi che a fine asta ha esitato un rendimento lordo di aggiudicazione del 2,411%. Solo un mese prima lo stesso titolo, sulla stessa durata, aveva assicurato agli investitori un rendimento del 2,695%.
Il trend in discesa dei ritorni effettivi annui non ha risparmiato neanche i titoli a media e lunga durata emessi il giorno dopo. Nello specifico, ecco i rendimenti effettivi lordi annui e complessivi dei 4 BTP in asta il 12 dicembre.
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I rendimenti lordi annui effettivi del BTP a 3 anni
Per il BTP a 3 anni emesso il 15/11/2024 e in scadenza il 15/10/2027, i 3 miliardi di € assegnati con la 3° tranche hanno segnato un rendimento lordo del 2,35%. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 100,98 centesimi, sopra la pari, mentre la cedola nominale annua lorda del bond è del 2,70%. In pratica l’apprezzamento del BTP sul mercato secondario ne ha compresso il ritorno effettivo rispetto al nominale.
Ora, ai prezzi di aggiudicazione c’è che il guadagno lordo complessivo del bond con ISIN IT0005622128, cioè da oggi fino a naturale scadenza, si aggira sul 6,65% circa. Al tempo dell’articolo, invece, va leggermente meglio (circa il 6,8%) dato che scambia sui 100,70. Le date di stacco cedola semestrale, infine, sono quelle del 15 aprile e 15 ottobre di ogni anno, fino al 2027.
Il guadagno complessivo del BTP a 7 anni da oggi al 2031
Giovedì 12 è arrivata anche la 2° tranche del BTP a 7 anni con ISIN IT0005619546 in emissione dal 29/10/2024 e in scadenza il 15/11/2031. L’importo offerto è stato di 3 mld di €, assegnati al prezzo di aggiudicazione di 101,54. Come nel caso precedente (ma anche di quelli successivi), a “rimetterci” è stato il rendimento effettivo annuo lordo a scadenza, sceso al 2,92%. L’obbligazione, invece, stacca di suo il 3,15% nominale annuo lordo.
Passiamo ora al rendimento totale complessivo, cioè quello del cassettista che lo ha sottoscritto in settimana e lo terrà in portafoglio fino al termine naturale. Al prezzo di aggiudicazione di giovedì, e tenuto conto della durata residua di 6,92 anni, ne viene fuori un incasso totale lordo poco oltre il 20%. Se lo si depura dalle spese fiscali (ritenuta e bollo) si tratta di circa un 17% netto in 7 anni scarsi.
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Ecco i rendimenti effettivi lordi annui e complessivi dei 4 BTP in asta il 12 dicembre
Veniamo ai risultati dell’asta del BTP a 15 anni, ISIN IT0005358806, e vita residua a 11 anni (per la precisione: 10,25) in scadenza il 1° marzo del 2035. I 1.500 milioni di € della 12° tranche assegnato giovedì hanno esitato un rendimento effettivo lordo di aggiudicazione del 3,19% in virtù del prezzo di fine asta a 101,58 centesimi. La cedola nominale annua, invece, è del 3,35%. Al tempo dell’articolo, infine, il prezzo del BTP sul MOT è sceso a 100,58, a beneficio del rendimento salito in area 3,25%.
Considerando il prezzo esitato in asta e la durata residua ne discende, sempre per il cassettista che se lo è aggiudicato giovedì 12, un ritorno lordo complessivo del 32,6% circa. Quello netto stimato sulle attuali quotazioni, invece, si aggira sul 29,4%.
Infine ecco il neo benchmark a 30 anni (ISIN IT0005611741) in scadenza l’1/10/2054 ed emesso a metà settembre. Per esso il Tesoro ha piazzato in settimana 1 altro mld di € nella 3° tranche. L’obbligazione ha cedola annua lorda del 4,30%, mentre il rendimento esitato giorni fa è stato del 3,94%, in virtù del prezzo di aggiudicazione d’asta a 106,96.
Si tratta di un titolo lunghissimo, la cui vita residua (29,83 anni) quasi coincide con quella iniziale. Questo fa si che il BTP è in grado di raddoppiare il capitale investito nel giro di 30 anni, ma tenendo conto che i soldi delle cedole arrivano ogni 6 mesi. Data la sua elevata duration, l’ideale sarebbe caricarlo nei suoi momenti di debolezza per ottimizzarne il prezzo di carico. Anche piccoli “aggiustamenti” in entrata, infatti, aiuterebbero a fare tanta differenza sia nel breve come sul medio e lungo termine.
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