Per guadagnare l’8% si può scegliere il sentiero certo e più lungo o quello più corto ma anche più rischioso. Vediamo due alternative tra le tante possibili.
Darsi un obiettivo preciso di rendimento certo e poi cercare di conseguirlo: come fare? In teoria, le vie degli investimenti sono quasi infinite, per cui è impossibile dare una risposta secca e valida per tutti. Combinando e ponderando al meglio rischi, strumenti e orizzonti temporali è possibile definire strategie più o meno vincenti.
Qui confronteremo i potenziali rendimenti due bond, uno sovrano e uno corporate. Oltre all’emittente, muteranno principalmente l’orizzonte temporale e il grado di rischio associato a ogni bond. Vediamo di quali si tratta, dunque ecco un BTP e un corporate bond in euro per guadagnare l’8,00% lordo in tempi e rischi differenti.
Il titolo di Stato che rende l’8,50% da qui al 2027
Per chi rifugge il rischio e antepone la certezza nella gestione dei suoi capitali, ecco il titolo del Tesoro in scadenza il 1° dicembre 2027 (anni residui; 3,06). Il BTP ha codice ISIN IT0005500068 e si tratta di un quinquennale emesso il 4 luglio 2022, quando i tassi erano in ripresa. Lo riprova la cedola del bond dello 2,65% annuo lordo, quasi il 2,32% netto, mentre il BTP a 5 anni dell’asta del 30 ottobre stacca il 3,00% annuo. A inizio decennio lo stesso bond non arrivava neanche all’1,00% di cedola annua lorda.
Oggi il rendimento effettivo a scadenza è abbastanza in linea con la cedola. Non solo, ma considerata la vita utile del bond è difficile immaginare che possa discostarsi più di tanto da qui ai prossimi 3 anni.
Attualmente il titolo scambia sui 99,70 centesimi, per un rendimento effettivo lordo a scadenza del 2,78% (netto: 2,43%; fonte: Borsa Italiana). Per cui acquistandolo a questi corsi e tenendolo in portafoglio fino alla fine, l’incasso lordo (di tasse e spese bancarie) totale si attesterebbe sull’8,5%.
Ecco un BTP e un corporate bond in euro per guadagnare l’8,00% lordo in tempi e rischi differenti
Se l’idea di attendere 3 anni per incassare l’8.5% lordo complessivo può sembrare “eccessiva” (ma nella vita tutto è relativo) allora ecco l’alternativa del corporate bond.
Ai primi di luglio di quest’anno, la banca americana Goldman Sachs ha emesso delle obbligazioni in euro a 12 anni del tipo callable. Il titolo ha codice ISIN XS2829752620 e l’ammontare raccolto è stato di 80 milioni di euro. Il flottante è molto modesto, per cui s’intuisce che uno dei rischi del prodotto è insito nella sua scarsa liquidità sul mercato secondario (segmento EuroMOT).
Di contro ha una cedola fortissima per il primo biennio, e pari all’8,50% annuo lordo (6,29 % netto). Poi la cedola annua scende (struttura cedolare step-down) al 4,00% lordo per il 3° e 4° anno, al 2,50% per gli anni 5-8 e all’1,50% per gli anni 9-12.
Al crescere del rischio può crollare il tempo di attesa su un investimento
In linea teorica basterebbe acquistare e rivendere il bond allo stesso prezzo per incassare l’8,50% lordo in soli 12 mesi (data stacco cedola annua: 1 luglio). Oggi l’obbligazione scambia giusto a 100, pari al valore di emissione e di rimborso finale, e in questi pochi mesi di vita ha segnato un minimo e massimo a 98,75 e 102.
Sta qui, dunque un’altra sfida che il corporate bond lancia all’investitore che non ha alcuna intenzione di portare al termine l’investimento. Potrebbe essere una sfida “alla portata” o meno a seconda delle dinamiche monetarie globali da un lato e societarie dall’altro.
Ancora, rispetto al titolo sovrano nazionale qui va aggiunto il rischio emittente della banca americana, che tuttavia gode di buoni rating (A per Fitch; A2 per Moody’s e BBB+ per S&P). Infine ricordiamo che si tratta di un bond callable già a partire dal termine del 1° anno e fino al penultimo anno di vita del titolo.
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