L’economia russa resiste alla tempesta dei dazi statunitensi

Maria Paola Pizzonia

6 Aprile 2025 - 22:08

Mosca si muove con cautela mentre Washington alza il tiro, ma i veri effetti dei nuovi dazi restano tutti da vedere.

L’economia russa resiste alla tempesta dei dazi statunitensi

In un mondo dove le tensioni commerciali sono diventate la nuova normalità, l’economia russa sembra reggere l’ennesima ondata di ostilità economica. Questa volta si manifestano sotto forma di un inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti, legati ovviamente alla presidenza Trump. Nonostante il clima internazionale instabile, il Cremlino si sta mostrando vigile ma non allarmato: il rublo tiene, i principali flussi commerciali restano intatti e, per ora, la tempesta americana sembra più simbolica che sostanziale. Ecco cosa sta succedendo.

Dazi mirati e impatto contenuto, in un commercio già ai minimi storici

I nuovi dazi imposti da Washington sono l’ennesima mossa muscolare di una strategia protezionista che caratterizza in modo ricorrente la politica commerciale statunitense, soprattutto sotto Trump. Ma, va detto, non stanno colpendo al cuore l’economia russa. A differenza di altri Paesi con legami commerciali più stretti con gli USA, la Russia gode di un’insolita posizione di vantaggio: le sanzioni occidentali degli ultimi anni l’hanno già costretta a riorientare la propria economia, riducendo la dipendenza dalle esportazioni verso l’Occidente. In particolare, il commercio bilaterale tra Mosca e Washington è oggi marginale. Tra i pochi prodotti che ancora attraversano l’Atlantico ci sono i fertilizzanti, una risorsa chiave che gli Stati Uniti continuano ad importare nonostante le tensioni.

La mossa si inserisce nella più ampia politica commerciale dell’amministrazione Trump, caratterizzata da un approccio protezionista volto a riequilibrare la bilancia commerciale statunitense attraverso l’imposizione di dazi significativi su numerosi partner commerciali. La Russia è stata in gran parte risparmiata da queste misure, probabilmente a causa delle già esistenti sanzioni che limitano gli scambi tra i due Paesi.

Il Cremlino osserva, il rublo resiste, in una partita che si gioca sul lungo periodo

Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il governo russo sta osservando con attenzione l’evolversi della situazione. La priorità, dice, è contenere ogni possibile ricaduta negativa. Ma al momento non ci sono segnali di panico: la moneta nazionale si mantiene relativamente stabile nei confronti del dollaro, indicando che, almeno nel breve termine, l’economia interna è abbastanza isolata da ammortizzare le scosse esterne.

La stabilità del rublo è forse il segnale più forte della tenuta dell’economia russa, anche se alcuni analisti sottolineano come il vero banco di prova arriverà nei prossimi mesi, quando le distorsioni nei modelli commerciali potrebbero trasformarsi in rallentamenti più evidenti. Il rischio, secondo queste letture, è che la resilienza apparente mascheri un adattamento forzato che, nel lungo periodo, potrebbe erodere competitività e capacità di innovazione.

Insomma, la Russia non è immune agli effetti della guerra commerciale globale, ma ha imparato a sopravvivere sotto pressione. I dazi statunitensi rappresentano più una dichiarazione politica che una reale minaccia economica. E per ora, Mosca non sembra intenzionata a reagire con contromisure drastiche. La partita, come sempre, si gioca nel tempo lungo. Staremo a vedere.

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