Negli Stati Uniti si parla già delle elezioni 2020: Donald Trump viene dato in difficoltà nei sondaggi, mentre non mancano le ipotesi su chi potrà sfidarlo.
Manca poco meno di due anni alle elezioni negli Stati Uniti del 2020 ma, oltreoceano, fervono già le grandi manovre per quella che si preannuncia essere una compagna elettorale dai toni molto accesi.
Dopo le scintille del 2016, con la nascita anche dell’indagine Russiagate per la quale Donald Trump è a rischio impeachment, il tycoon sarà ancora una volta “uno contro tutti” con i sondaggi iniziano a farsi preoccupanti per il Presidente.
Salvo clamorose sorprese sarà comunque ancora Trump a rappresentare i Repubblicani alle elezioni 2020, mentre i Democratici sceglieranno il loro candidato attraverso le consuete primarie. Non dovrebbero mancare anche candidature indipendenti, con l’ex Ceo di Starbucks Howard Schultz che a riguardo ha già annunciato la sua scesa in campo.
ELEZIONI STATI UNITI 2020
La data negli Stati Uniti delle elezioni 2020
Negli Stati Uniti la data delle elezioni è una certezza. Fin dall’Ottocento infatti negli states si vota nel primo martedì dopo il primo lunedì di novembre, a differenza della maggioranza degli altri paesi dove invece le urne si aprono nei fine settimana.
Le prossime elezioni negli Usa quindi si terranno martedì 3 novembre 2020. Il perché di questa data fissa va ricercata nella storia rurale del paese, con novembre che andava a rappresentare il periodo ideale essendo incastonato tra la fine dei raccolti autunnali e l’inizio delle nevicate.
Per quanto riguarda la scelta del martedì, anche qui leggenda vuole che venne indicato questo giorno in quanto per i cristiani la domenica era il giorno da dedicare alle celebrazioni religiose.
Alla fine quindi si giunse al compromesso del primo martedì dopo il primo lunedì di novembre, anche per evitare che si potesse votare il 1° novembre che è un giorno festivo. I grandi elettori invece si riuniranno a dicembre 2020, mentre il futuro Presidente giurerà il 20 gennaio 2021.
La legge elettorale
Con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti vengono eletti il presidente e il vicepresidente. Si tratta comunque di un sistema elettorale indiretto visto che i cittadini, alle urne, indicano quelli che saranno i grandi elettori che andranno a formare poi il Collegio Elettorale.
I singoli Stati quindi, ognuno con la propria legge elettorale, eleggono i 538 membri del Collegio Elettorale in un numero che varia a seconda della grandezza dello Stato. Nella maggior parte dei casi, si tratta di un sistema di voto a stampo maggioritario.
I grandi elettori saranno quelli che poi andranno materialmente a eleggere il Presidente. Questi votano a scrutinio segreto e senza vincolo di mandato, ma raramente alla fine esprimono un voto differente al candidato della lista per il quale sono stati nominati.
Quindi i cittadini americani il 3 novembre 2020 andranno a votare i grandi elettori che sono collegati alla lista di un candidato presidente. Saranno poi questi a votare a maggioranza assoluta il prossimo inquilino della Casa Bianca.
I candidati
Anche se non è molto amato nel suo stesso partito, Donald Trump dovrebbe essere il candidato dei Repubblicani salvo clamorose sorprese. Il tycoon quindi cercherà di ottenere nel 2020 il suo secondo mandato presidenziale.
Il Partito Democratico invece sceglierà il proprio candidato attraverso le primarie. Le operazioni partiranno a gennaio 2020 e dureranno alcuni mesi, con il primo stato chiamato alla scelta che storicamente è lo Iowa.
Anche in questo caso i cittadini votano i delegati che poi, alla convention finale del partito, decideranno chi sarà il candidato. Al momento sono diversi gli aspiranti sfidanti di Trump pronti a scendere in campo.
L’ex vicepresidente durante l’amministrazione Obama Joe Biden ha infatti annunciato la sua corsa, mentre la corrente di sinistra interna ai dem dovrebbe essere rappresentata dalla senatrice Elizabeth Warren oppure dalla collega Kamala Harris.
Più suggestive invece sono le ipotesi della ex first lady Michelle Obama, molto attiva ultimamente nel campo politico, oltre a quella di un nuovo tentativo da parte di Hillary Clinton dopo la sconfitta del 2016.
Tra gli indipendenti invece ha ufficializzato la sua candidatura Howard Schultz, ex Ceo di Starbucks di cui è stato l’artefice del grande successo che in precedenza era stato accostato anche ai democratici.
I sondaggi
Donald Trump al momento non starebbe vivendo il suo momento migliore. Anche a causa dello shutdown record che tante difficoltà ha causato negli Stati Uniti, la sua popolarità di recente è in forte calo.
Alle Midterm Election del novembre 2020 i Repubblicani hanno comunque retto, anche se i Democratici hanno riconquistato la maggioranza della Camera mentre al Senato anche se di poco i numeri sorridono ancora al tycoon.
Un sondaggio del 24 gennaio 2019 commissionato da ABC News e dal Washington Post, farebbe pensare a una sconfitta per Trump nel caso fosse ancora lui a guidare i Repubblicani.
Alla domanda “se votereste per Trump alle elezioni 2020”, gli intervistati hanno così risposto:
- Assolutamente sì - 28%
- Considererei un voto per lui - 14%
- Assolutamente no - 56%
- Indecisi - 1%
La maggioranza degli americani quindi stando al sondaggio non voterebbe al momento per Trump. Quanto alle primarie del Partito Democratico, sempre la stessa indagine ha evidenziato come sarebbe Joe Biden il candidato preferito, a seguire poi Kamala Harris e Bernie Sanders, che comunque non dovrebbe essere della partita.
La partita delle elezioni 2020 comunque sarà di certo molto aperta. Guardando la mappa interattiva aggiornata costantemente dal sito 270towin.com, i Democratici sarebbero in vantaggio ma non di molto.
Come si può vedere, saranno ancora gli Stati indecisi (quelli colorati di grigio) l’autentico ago della bilancia. In particolare la Florida con i suoi 29 grandi elettori da eleggere potrebbe essere di nuovo decisiva.
La candidatura come indipendente di Howard Schultz potrebbe però dare una mano a Donald Trump: la sua scesa in campo in teoria andrebbe a togliere ai Democratici voti preziosi, specie in caso di un serrato testa a testa negli Stati in bilico.
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