Elezioni Germania, la posta in gioco è alta per Berlino e per tutta l’Europa

Violetta Silvestri

22 Febbraio 2025 - 10:53

Tutta l’Europa, non solo la Germania, rischiano grosso con il voto tedesco del 23 febbraio. Qual è la posta in gioco per il Paese e l’UE? Ne abbiamo parlato con la prof.ssa Lagasio.

Elezioni Germania, la posta in gioco è alta per Berlino e per tutta l’Europa

Le elezioni in Germania del 23 febbraio sono le più attese di sempre. Non solo nella nazione tedesca travolta da una crisi su più fronti, ma nell’Europa tutta, assediata come non mai da questioni geopolitiche complesse e da un’alleanza con gli USA che scricchiola e preoccupa.

Il voto in Germania si inserisce in un contesto economico e politico “esplosivo”: la più importante economia europea è stagnante e da motore d’Europa è diventata il “malato” del continente; la rivoluzione energetica innescata dalla guerra in Ucraina è ancora in corso con tutte le sue “ombre”; il ciclone Trump minaccia dazi al commercio che sarebbero un duro colpo per le esportazioni tedesche; le sfide di politica internazionale sono diventate urgenti e di enorme portata, soprattutto con la nuova politica USA favorevole alla Russia e così disprezzante dell’UE.

Una Germania solida e in ripresa è quindi considerata fondamentale. Per capire quanto le dinamiche del voto tedesco siano cruciali per tutto il vecchio continente, Money.it ha intervistato la Prof.ssa Valentina Lagasio, docente di Artificial Intelligence in Banking and Finance presso la Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma.

La sua valutazione è stata subito chiara alla domanda sul peso del voto tedesco: “In questo contesto, le elezioni del 2025 sono considerate un punto di svolta. La posta in gioco in queste elezioni va oltre la semplice formazione di un nuovo governo; riguarda la direzione futura dell’economia tedesca e la sua posizione nel contesto europeo e globale.”

Qual è, quindi, il significato profondo dell’esito del voto in Germania e quale prospettiva per l’Unione Europa? Un focus sulle questioni economiche al centro dell’attenzione.

Germania al voto, ci sarà la svolta economica?

In una Germania in contrazione e con un’industria da riavviare, la posta in gioco in queste elezioni è soprattutto economica.

Come spiegato dalla Prof.ssa Valentina Lagasio, infatti, “le elezioni federali tedesche del 2025 rappresentano un momento cruciale per la nazione, data la crisi industriale e la stagnazione economica che la Germania sta attraversando”.

“Negli ultimi anni, l’economia tedesca ha registrato una contrazione continua, con una diminuzione del PIL dello 0,3% nel 2023, dello 0,2% nel 2024. La Bundesbank prevede poi una lieve ripresa dello 0,2% per il 2025. Su questi numeri pesano sia la crisi industriale - accentuata dal calo della produzione manifatturiera e dalla perdita di competitività sui mercati internazionali - sia la crisi energetica - aggravata dall’aumento dei costi energetici e dalle difficoltà nelle catene di approvvigionamento”, ha aggiunto.

Alcune questioni economiche, quindi, rappresentano sfide urgenti per il Paese che finora è stato considerato il motore indiscusso dell’economia UE. Non c’è dubbio che oggi la Germania sia una potenza indebolita, frammentata, scossa da una serie di cambiamenti che stanno impattando su tutta l’Europa e l’Occidente soprattutto.

Il declino industriale tedesco, per esempio, è sotto gli occhi di tutti e rappresenta la prima sfida che il prossimo Governo dovrà affrontare. Esso, però, è una spia più ampia dei rischi di marginalizzazione produttiva e competitiva che tutta l’UE sta correndo. Come ricordato dalla Pro.fssa Lagasio, il rilancio del comparto manifatturiero è fondamentale in Germania:

“A dicembre 2024, l’industria tedesca ha registrato un ulteriore calo della produzione del 2,4% rispetto al mese precedente. Questo declino ha portato la produzione industriale a rimanere circa il 10% al di sotto dei livelli pre-pandemia, toccando i minimi da maggio 2020, all’inizio della crisi del Covid.

Nel corso del 2024, la produzione industriale ha subito una flessione del 4,5% rispetto all’anno precedente. In particolare, il settore dei beni strumentali ha registrato un calo del 5,6% su base annua, con l’industria automobilistica in diminuzione del 7,2% e la produzione di macchinari e attrezzature in calo dell’8,1%.”

Le sfide da economiche diventano quindi politiche, come sottolineato da Lagasio: “La capacità del nuovo governo di intervenire su questo tema sarà determinante per il futuro economico della Germania e per il suo ruolo all’interno dell’Unione Europea”.

Ridurre la burocrazia e affrontare l’aumento dei costi energetici saranno altri due compiti essenziali del prossimo esecutivo. “Affrontare queste sfide richiederà un approccio integrato e deciso, con riforme strutturali e politiche fiscali espansive per stimolare l’economia e garantire una crescita sostenibile nel lungo termine”, secondo la Prof.ssa.

La Germania e il dilemma del debito

Tra gli altri temi emersi in campagna elettorale, mai come in questo periodo in Germania si è messo in discussione il freno al debito sancito dalla Costituzione, espressione della austerità e dei bilanci in ordine.

La questione è importante e la Prof.ssa Lagasio ha sottolineato che “una delle priorità è senz’altro la riforma dello ‘Schuldenbremse’, una limitazione costituzionale sul deficit pubblico. Un allentamento controllato del freno al debito potrebbe offrire alla Germania l’opportunità di effettuare gli investimenti necessari per rilanciare l’economia e sostenere l’industria nazionale.”

In questo ambito, quindi, la Germania è chiamata a una svolta anche se la tensione rimane alta “tra l’esigenza di stimolare la crescita attraverso la spesa pubblica e la tradizionale enfasi tedesca sulla disciplina fiscale”.

Tuttavia, Lagasio ha ricordato che allentare il freno al debito permetterebbe al governo di aumentare la spesa in infrastrutture, ricerca e sviluppo, settori chiave per stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività industriale.

“Investimenti significativi sono necessari per accelerare la transizione verso fonti energetiche rinnovabili e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Un maggiore margine di manovra fiscale consentirebbe di finanziare progetti green, contribuendo a ridurre i costi energetici per le industrie e promuovendo la sostenibilità ambientale”, ha aggiunto.

Transizione green, dazi e crisi dell’auto: i 3 punti critici della Germania

Sono questi tre aspetti cruciali per il futuro della Germania e, in generale, di tutta l’Europa.

La neutralità climatica entro il 2045, con un piano che prevede l’eliminazione graduale del carbone entro il 2038 e un aumento significativo della quota di energie rinnovabili nel mix energetico nazionale, comincia a vacillare.

Sul punto, la Prof.ssa Lagasio ha evidenziato che:

“La decisione di abbandonare l’energia nucleare ha suscitato dibattiti sulla capacità delle rinnovabili di coprire interamente il fabbisogno energetico del Paese, soprattutto in periodi di bassa produzione da fonti eoliche e solari. In questo contesto, le prossime elezioni potrebbero determinare un cambiamento nelle politiche energetiche tedesche. Alcune forze politiche, come la CDU, hanno lasciato aperta la possibilità di riesaminare l’opzione nucleare, mentre SPD e Verdi continuano a sostenere una transizione basata sulle rinnovabili.”

Il dibattito è aperto al riguardo, così come la gestione dei dazi minacciati da Trump. Quest’ultima rappresenta una sfida significativa soprattutto per l’industria automobilistica tedesca, fortemente orientata all’export verso il mercato statunitense ha sottolineato Lagasio.

La Prof.ssa h aggiunto: “La Confindustria tedesca ha avvertito che l’imposizione di dazi potrebbe portare a una contrazione del PIL tedesco fino allo 0,5% nel 2025. È fondamentale che il governo tedesco, in collaborazione con l’Unione Europea, avvii negoziati con l’amministrazione statunitense per cercare di evitare l’imposizione dei dazi o, quantomeno, attenuarne l’impatto.” È in gioco il destino economico di tutta l’UE.

C’è infine il tema scottante del declino dell’industria automobilistica, cuore della produzione industriale in Germania e rilevante anche in altri Paesi UE, non ultimo l’Italia.

“La crescente preminenza della Cina nel settore dei veicoli elettrici rappresenta una sfida per l’industria automobilistica tedesca”, ha ricordato Lagasio. “Per mantenere la competitività, le case automobilistiche tedesche potrebbero dover accelerare l’innovazione tecnologica e considerare collaborazioni strategiche. Molte PMI sono parte integrante della filiera produttiva automobilistica. Fornire supporto finanziario a queste realtà può rafforzare l’intero ecosistema industriale, rendendolo più resiliente alle pressioni competitive esterne”, ha aggiunto.

Quali prospettive politiche?

Sul piano più strettamente politico, non c’è dubbio che l’avanzata del partito di estrema destra AfD è il tema al centro dell’attenzione di tutta l’Europa. La sua ascesa è il segnale di rigurgiti nazionalistici, di una frustrazione anche economica che alimenta il sentimento anti-immigrazione, di una rinascita dell’estremismo conservatore in diversi Paesi.

Quanto l’AfD possa incidere sulle sorti economiche della Germania non è certo. La Prof.ss Lagasio ha spiegato che “sebbene l’AfD sia attualmente escluso da coalizioni di governo, la sua crescente popolarità potrebbe influenzare il dibattito politico e le future decisioni economiche della Germania...su temi economici chiave, come il mercato del lavoro e le relazioni commerciali della Germania. Tuttavia, la capacità del partito di incidere sulle politiche economiche dipenderà dalla sua eventuale partecipazione a maggioranze parlamentari.”

La formazione di una Große Koalition tra CDU e il Partito Socialdemocratico SPD è considerata l’esito più probabile delle elezioni federali tedesche, ha continuato Lagasio. “Questo tipo di alleanza ha caratterizzato la politica tedesca in passato, ma solleva interrogativi sulla sua efficacia nel contesto attuale. Mentre una Große Koalition CDU/SPD potrebbe offrire stabilità politica, alcuni analisti sottolineano la difficoltà storica di portare avanti riforme incisive all’interno di governi di larga coalizione.”

Elezioni in Germania: perché l’Europa rischia grosso?

Sul finire, una considerazione sulla forte correlazione tra il voto in Germania e il futuro dell’UE.

Il legame è innegabile, soprattutto se inquadrato nel difficile contesto economico e politico attuale.

“La Germania ha storicamente svolto un ruolo chiave nel determinare la direzione politica ed economica dell’UE. Pertanto, l’esito di queste elezioni avrà ripercussioni significative su vari aspetti dell’integrazione e della stabilità europea”, ha ricordato Lagasio.

In parole semplici: “le elezioni tedesche sono un punto di svolta per l’UE. Una leadership tedesca forte, stabile e pro-europea è fondamentale per affrontare le sfide comuni e garantire una ripresa economica sostenibile in tutta la regione. Il futuro dell’Europa è strettamente legato alle scelte che la Germania farà in questo cruciale momento storico”, ha sintetizzato con efficacia la Prof.ssa Lagasio.

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