Eredità Matthew Perry svelata, ma c’è un dettaglio che sorprende

Ilena D’Errico

7 Luglio 2024 - 15:38

È stata svelata al pubblico l’eredità di Matthew Perry, che ha lasciato un testamento molto preciso, contenente anche un dettaglio sorprendente.

Eredità Matthew Perry svelata, ma c’è un dettaglio che sorprende

Matthew Perry, l’attore statunitense scomparso prematuramente all’età di 54 anni, ha lasciato un patrimonio da capogiro. Circa 120 milioni di dollari, secondo le stime del Celebrity Net Worth, di cui una buona parte accumulati negli anni di riprese di Friends, la sitcom che lo ha visto come co-protagonista per 10 stagioni di successo. Da quanto si apprende nell’autobiografia, la serie gli avrebbe portato un guadagno di circa 90 milioni di dollari, a cui vanno aggiunte royalties fino a 20 milioni di euro annui.

Un’eredità decisamente consistente, che l’attore ha avuto cura di regolare con un testamento molto dettagliato e per molti versi sorprendente. Nulla è stato lasciato al caso.

L’eredità di Matthew Perry svelata

Il testamento di Matthew Perry è stato aperto circa 4 mesi dopo la sua scomparsa, ma alcuni dettagli sono stati chiariti pubblicamente soltanto di recente, anche in ragione del fatto che le indagini sulla sua morte si sono concluse appena qualche giorno fa. In ogni caso, le volontà testamentarie prevedono la nomina di alcuni esecutori della successione e i beneficiari di un fondo fiduciario in cui confluisce buona parte del patrimonio dell’attore.

Il primo dettaglio curioso riguarda proprio il nome del trust, istituito dalla celebrità nel 2009 come “Alvy Singer Living Trust”. Alvy Singer è il nome di un personaggio di finzione, il comico protagonista della commedia romantica Annie Hall (da noi tradotta “Io e Annie”) interpretato da Woody Allen. Una pellicola che non tralascia temi complessi, tra cui il malessere interiore che affligge Alvy, a discapito della professione svolta.

Si può presumere che lo stesso Matthew Perry abbia riconosciuto qualche affinità con questo personaggio, ma non è questo l’elemento sorprendente del fondo fiduciario. È molto più comune, infatti, che questo strumento venga istituito per la gestione patrimoniale relativa alla successione, mentre l’attore ha optato per un fondo fiduciario vivente. Quest’ultimo è in realtà molto utilizzato dalle celebrità e in genere da chi dispone di consistenti patrimoni, perché consente di eseguire una donazione senza privarsi in vita dei propri beni.

Difatti, nonostante la stima del patrimonio a 120 milioni di euro e le numerose proprietà dell’attore (oltre a quelle vendute), Matthew Perry alla morte ha lasciato circa 1,5 milioni di euro nel suo conto in banca e nessun immobile. Questo dettaglio ha inizialmente destato qualche perplessità, ma è ovviamente spiegato dall’esistenza del fondo.

Nell’ordinamento anglosassone, peraltro, c’è un motivo in più per favorire l’istituzione di un fondo fiduciario: evitare la procedura giudiziale di dimostrazione del testamento (il cosiddetto probate), con la relativa documentazione pubblica.

Gli eredi di Matthew Perry

Matthew Perry ha scelto come esecutori della successione Lisa Ferguson, ex manager dell’attore a cui è andato anche il cottage a Pacific Palisades in cui è deceduto, e Robin Ruzan, produttrice di Hollywood e amica dello stesso. In qualità di esecutrici hanno rapidamente provveduto a inserire nel fondo anche la parte restante del patrimonio.

Ci sono, però, molte altre persone incluse nel testamento di Matthew Perry, che beneficeranno del trust, in particolare:

  • il padre John Perry;
  • la madre Suzanne Morrison;
  • le sorelle Caitlin Morrison, Emily Morrison, Madeline Morrison e Maria Perry-Bowick;
  • il fratello William Morrison;
  • l’ex fidanzata Rachel Dunn.

C’è poi un’ulteriore stranezza nelle disposizioni dell’attore, che vieta esplicitamente l’accesso all’eredità di eventuali discendenti, nonostante non avesse ufficialmente alcun figlio. Probabilmente, le disposizioni sono state redatte molto tempo prima e non modificate successivamente, anche perché sarebbe stato superfluo.

In secondo luogo, è una tendenza piuttosto comune tra le persone più ricche, spesso nell’intento di responsabilizzare la prole. Personalità come Bill Gates, Mark Zuckerberg ed Elton John, per esempio, devolveranno ai figli soltanto una minima parte del mastodontico patrimonio accumulato. Sarà facile intuire che negli Stati Uniti, come in molti altri ordinamenti, non esiste la quota di legittima ed è del tutto possibile diseredare i figli senza che questi ultimi possano opporsi. La libertà testamentaria è infatti decisamente più ampia.

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