Pianificare un’eredità senza tasse non è impossibile, ma bisogna sapere come funzionano i lasciti ereditari, come si calcola la tassa di successione e calcolare con precisione. Ecco cosa sapere.
Chi riceve un’eredità è tenuto a pagare l’imposta di successione, più comunemente indicata come tassa di successione, calcolata in modo proporzionale al valore del lascito ereditario. Gli eredi obbligati non possono far altro che pagare quanto dovuto o altrimenti rinunciare all’eredità, ma ci sono varie azioni preventive che ognuno può fare per esonerare i propri eredi da questo obbligo.
Non tutti devono pagare la tassa di successione, per il coniuge e i familiari stretti si applicano delle franchigie entro cui non è dovuto il pagamento, oltre ad aliquote agevolate. Anche gli eredi disabili ai sensi della legge n. 104/1992 hanno diritto a una conveniente franchigia, indipendentemente dal grado di parentela con il defunto.
Superare queste cifre non è impossibile, oltretutto - eccetto l’ipotesi della disabilità - gli estranei, i parenti dal 5° grado e gli affini in linea collaterale dal 4° grado non hanno diritto ad alcun tipo di agevolazione. Devono pagare un’imposta dell’8% su tutto il patrimonio ricevuto in eredità, a prescindere dal suo valore. Non tutti sanno, però, che con un po’ di lungimiranza è possibile far evitare le tasse sull’eredità ai propri eredi.
Chi è esonerato dall’imposta di successione
Come anticipato, non tutti gli eredi devono pagare l’imposta di successione. In particolare, sono esonerati:
- il coniuge e i parenti in linea retta (come figli e nipoti dei nonni) entro il valore di 1 milione di euro, con un’aliquota del 4% sull’eventuale parte eccedente;
- fratelli e sorelle entro 100.000 euro (l’uno), con un’aliquota del 6% sulla parte eccedente;
- gli eredi con disabilità ai sensi della legge n. 104/1992 entro 1,5 milioni di euro, oltre il quale si applica un’aliquota dell’8% (a meno che rientri nei casi sopracitati).
Tutti gli altri sono tenuti a pagare l’imposta di successione indipendentemente dal valore dell’eredità spettante a ognuno, ma i parenti fino al 4° grado e gli affini in linea collaterale fino al 3° grado sono sottoposti a un’aliquota del 6%, per tutti gli altri è dell’8%.
L’imposta di successione si calcola sul valore complessivo netto per ogni beneficiario, cioè il patrimonio ereditario a cui sono stati sottratti i debiti e i legati, ripartito in proporzione di ogni quota. Se è probabile che questo valore superi le franchigie indicate o non siano presenti le condizioni per applicare le agevolazioni, è utile pianificare diversamente la destinazione del proprio patrimonio.
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Gli strumenti utili per esonerare gli eredi dal pagamento della tassa di successione sono i legati e le polizze vita. Molto semplicemente, queste ultime non sono considerati lasciti ereditari ma trasferimenti differenti dal punto di vista giuridico e dunque non sottoposte alla medesima tassazione. I legati, invece, permettono di ridurre il patrimonio ereditario, mentre chi li riceve paga tendenzialmente un’imposta minore perché limitata al valore di alcuni beni.
L’utilizzo di questi metodi rientra nelle possibilità di ogni titolare di un patrimonio di disporne come preferisce e non è contrario alla legge.
Il loro uso per ovviare alle disposizioni sulla legittima può invece essere rischioso, perché i legati e in parte anche le assicurazioni possono essere impugnati dagli eredi legittimari. L’impiego per evitare l’imposta non ha invece gli stessi rischi, anche laddove non rispettasse precisamente le quote di legittima: i legittimari possono comunque impugnare alcune disposizioni, ma non ne avrebbero convenienza.
I legati ereditari
La successione ereditaria, sia quando avviene per legge che quando è presente un testamento, attribuisce a ogni chiamato all’eredità una quota percentuale sull’intero patrimonio del defunto, comprensivo di debiti. I legati, invece, consistono in lasciti di beni specifici e determinati, in modo indipendente dal resto dell’eredità. Anche chi rinuncia all’eredità, infatti, può ricevere il legato.
Bisogna quindi fare testamento, attribuendo alle persone desiderate i beni mobili e immobili scelti, magari considerando quelli che comporterebbero un eccessivo aumento del valore (se gli eredi hanno diritto a franchigie), quelli che non sarebbe conveniente vendere per utilizzare il denaro nelle polizze.
La scelta dei beni deve essere molto precisa, considerando che anche i legatari pagano l’imposta di successione, ma limitatamente al valore del bene da loro ricevuto. È quindi importante che il legato sia attribuito a una persona diversa dagli eredi, nel caso in cui il valore del bene faccia superare la franchigia applicata nel caso specifico.
Le polizze vita
Stipulando delle polizze vita in favore di alcuni beneficiari “eredi” si evita l’imposta di successione, poiché il passaggio avviene direttamente e in modo indipendente dall’eredità. Oltretutto, la liquidazione delle assicurazioni è di solito più breve rispetto alla successione, non necessita della presentazione di dichiarazione di successione e spetta anche a chi rinuncia all’eredità.
Per stipulare le polizze bisogna affidarsi a degli esperti, in quanto non tutte garantiscono gli stessi vantaggi. Secondo i chiarimenti europei, le polizze vita che non hanno natura speculativa sono impignorabili, mentre le polizze che combinano delle opportunità di investimento permettono una solida sicurezza rispetto ai benefici citati riguardo all’eredità. In Italia, la giurisprudenza non è sempre concorde, soprattutto per i prodotti a carattere finanziario, pertanto è importante analizzare la situazione specifica con i professionisti del campo. Non essendoci motivi di impugnabilità, tuttavia, la questione si semplifica.
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In sintesi
Per evitare agli eredi il pagamento dell’imposta di successione o permettere loro di risparmiare sarà quindi necessario suddividere il proprio patrimonio in legati (ad esempio per chi non ha diritto ad agevolazioni) e polizze vita, tenendo conto anche dell’eredità nella misura in cui il destinatario abbia invece diritto ad aliquote e franchigie convenienti.
L’assistenza di un notaio e di un consulente finanziario sono quindi fondamentali se il patrimonio è complesso e comportano una spesa, perciò è indispensabile considerare accuratamente l’effettivo risparmio, tenendo conto che sarà più evidente tanto più il patrimonio è ingente.
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