Ecco a quanti anni si può iniziare a lavorare secondo la legge italiana: scopriamo la normativa sul lavoro minorile e i limiti su orari e impieghi.
C’è molta confusione riguardo all’età minima per iniziare a lavorare, dato che la normativa per quanto riguarda i minorenni prevede diverse fasce di età. È evidente che un bambino di 4 anni e un adolescente di 16 condividono lo status di minori pur avendo poco e niente in comune; difatti, anche la legge distingue tra bambini, adolescenti e, infine, adulti. Per capire a quanti anni si può lavorare bisogna tenete conto di queste differenze e anche della tipologia di lavoro, in quanto non esiste una risposta univoca.
Si può iniziare a lavorare prima dei 18 anni?
Per generalizzare, si può affermare che è possibile lavorare a partire dal compimento dei 18 anni, perché è da questa età che si diventa adulti ed è possibile agire nel mondo del lavoro senza limiti di sorta. Si tratta, per l’appunto, di una generalizzazione, perché il lavoro sotto i 18 anni non è vietato ma soltanto regolamentato in modo più attento e scrupoloso.
In ogni caso, fino al compimento dei 18 anni ci sono diversi limiti riguardanti l’attività lavorativa, sia riguardo agli orari che al tipo di mansioni, che vengono meno soltanto dopo la maggiore età.
A che età si può iniziare a lavorare? L’età minima prevista dalla legge
L’articolo 37 della Costituzione prevede che sia la legge a stabilire il limite minimo per iniziare a lavorare e come riferimento normativo dobbiamo prendere l’articolo 3 della legge 977/1967 poi modificato dall’articolo 5 del D.Lgs 345/1999 dove è stabilito che:
“l’età minima di ammissione al lavoro è fissata al momento in cui il minore ha concluso il periodo di istruzione obbligatoria e comunque non inferiore ai 15 anni compiuti”.
La legge che regola il lavoro minorile, quindi, individua gli adolescenti, ossia i minorenni che hanno completato l’obbligo scolastico e che hanno compiuto almeno 15 anni. Gli adolescenti, pur essendo minori, possono lavorare ma devono tener conto del divieto di lavoro notturno e di lavoro straordinario e di alcuni divieti specifici che riguardano le mansioni, i procedimenti e le esposizioni a sostanze nocive o dannose.
Non esistono, però, veri e propri lavori vietati ai minorenni, se non in conseguenza di potenziali pericoli per la loro salute psicofisica. Dal compimento dei 16 anni è, quindi, possibile lavorare, possibilità che si estende anche ai ragazzi di 15 anni se viene loro applicato un apposito contratto di apprendistato.
Per quanto riguarda il lavoro autonomo, invece, l’adolescente può proseguire un’attività ricevuta in eredità o donazione e prestare collaborazioni occasionali, mentre l’apertura della partita Iva è riservata ai maggiorenni e ai minori emancipati. In sintesi si può iniziare a lavorare tra i 15 e i 16 anni, seppur con le limitazioni del caso.
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Quali sono i lavori interdetti ai minori di 18 anni
Se è vero che a partire dai 16 si può lavorare è anche vero che molte tipologie di impiego sono interdette, poiché ritenute pericolose per la crescita psico-fisica del ragazzo/a. Tra i lavori «vietati» troviamo quelli:
- che prevedono il contatto con agenti chimici e biologici;
- con animali pericolosi e feroci;
- eccessivamente faticosi (come scarico e carico merci pesanti);
- in cave, gallerie e miniere;
- pulitura fibre tessili;
- macellerie con strumenti pericolosi e taglienti.
Qui l’elenco completo:
Orari di lavoro, turni e riposi per i lavoratori di 16 e 17 anni
Nei casi in cui il lavoro a partire dai 16 è ammesso, datore di lavoro e minore devono attenersi a precisi vincoli di orario. Infatti i minori di 18 anni non sono equiparati ai maggiorenni e per questo devono avere turni e mansioni meno faticosi.
L’orario di lavoro dei minori non può mai superare le 8 ore giornaliere e sono vietati gli straordinari oltre le 40 ore settimanali. Almeno ogni 4 ore e mezza di lavoro il minore ha diritto ad una pausa di almeno un’ora, in alcuni casi ridotta a mezz’ora (dipende dal CCNL).
Anche il riposo settimanale è diverso: chi lavora prima dei 18 anni ha diritto ad un periodo di riposo di almeno due giorni a settimana, uno dei quali deve essere la domenica (tranne nel settore dello spettacolo, pubblicità, turismo, ristorazione e cultura).
Il riposo settimanale può essere ridotto solo per comprovate motivazioni organizzative ma non deve mai scendere sotto le 36 ore consecutive. Ai minori è vietato il lavoro notturno, ovvero nella fascia oraria dalle 22.00 alle 6.00 oppure dalle 23.00 alle 7.00.
Eccezioni ammesse al limite di età minima
Dal compimento dei 18 anni si può lavorare senza limitazioni particolari (ad esempio è possibile lavorare la notte o svolgere ore di straordinario), mentre dai 15 ai 17 anni si può lavorare entro alcuni parametri. Ne consegue che al di sotto dei 15 anni non si può lavorare, ma anche in questo caso sono previste delle eccezioni.
Ad esempio, chi ha meno di 16 anni può lavorare:
- in attività di carattere artistico-culturale;
- nelle pubblicità;
- nel mondo dello spettacolo (teatro, televisione, canto e ballo).
In questi casi è necessario avere l’autorizzazione della Direzione provinciale del lavoro competente per territorio (quella nel luogo in cui si svolge l’attività lavorativa) e il consenso scritto dei genitori o dei tutori del minore.
Inoltre in caso di fotografie, video o audio dei minori è necessario che genitori/tutori firmino una specifica liberatoria. L’autorizzazione specifica non serve nel caso di attività non retribuite organizzate dalla scuola o altri enti pubblici (ad esempio una recita o un open day).
Cosa rischia il datore che assume lavoratori sotto i 16 anni o non rispetta le regole
Come abbiamo visto, la legge italiana garantisce una lunga serie di tutele contro il lavoro minorile per salvaguardare la salute fisica e mentale dei giovani sotto i 16 anni. Se il datore di lavoro non rispetta le regole stabilite possono esserci gravi conseguenze:
- arresto fino a 6 mesi per impiego di minori al di sotto dei 16 anni e ammenda fino a 5.164 euro;
- sanzione da 516 a 2.528 euro per impiego del minore in ambienti di lavoro proibiti oppure in fasce orarie non consentite;
- multa fino a 2582 euro per mancato rispetto delle norme sul lavoro minorile sul settore dello spettacolo.
Fino a che età si può lavorare?
Se è vero che esistono diverse età minime per accedere al mondo del lavoro, non si può dire la stessa cosa sul fronte opposto. La legge, infatti, non individua un’età massima per lavorare, concedendo ai lavoratori libera autonomia. Non si può, però, parlare di assoluta libertà anche per i datori di lavoro, dato che la normativa impone comunque regole di tutela dei dipendenti, diverse dal comparto pubblico a quello statale.
I limiti posti riguardo al pensionamento e alla tutela della salute dei lavoratori, però, non sono strettamente derivanti da limiti di età. Tantoché, ponendo l’esempio di un’attività in proprio, un pensionato potrebbe lavorare anche sopra i 90 anni e oltre. Esistono, quindi, misure che riguardano il lavoro subordinato, ma non si traducono in un effettivo divieto lavorativo dipendente dall’età, quanto più dalla salute, dall’accesso alla pensione e dalla produttività.
Al contrario, il limite di lavoro per i minori comporta sanzioni amministrative per i datori di lavoro che non rispettano le limitazioni e perfino la reclusione nelle ipotesi di reato, come lo sfruttamento del lavoro minorile.
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