Contratto di apprendistato 2025, come funziona? Guida a stipendio e durata

Simone Micocci

11 Febbraio 2025 - 12:45

Come funziona il contratto di apprendistato? Cosa spetta all’apprendista? Ecco una guida completa con le informazioni su stipendio, durata e orari.

Contratto di apprendistato 2025, come funziona? Guida a stipendio e durata

Il contratto di apprendistato configura quel rapporto di lavoro cosiddetto “a causa mista”, dal momento che alla prestazione lavorativa affianca la formazione dell’apprendista, erogata direttamente dall’azienda. Va inteso quindi come una sorta di opzione intermedia tra lo stage e il contratto di lavoro a tempo indeterminato, garantendo al giovane lavoratore un percorso di crescita professionale ma percependo un salario ridotto rispetto ai contratti standard.

Come stabilito dal Testo unico sull’apprendistato (decreto legislativo n. 167 del 2011), si tratta comunque di un contratto a tempo indeterminato, con la possibilità, per il datore di lavoro, di interrompere il rapporto alla fine del periodo formativo, non procedendo così alla trasformazione in un’assunzione definitiva. La stessa possibilità viene data al lavoratore, il quale al termine del periodo formativo può opporsi al passaggio a tempo indeterminato senza neppure dover osservare un periodo di preavviso.

Uno degli aspetti fondamentali riguarda il calcolo dello stipendio netto nell’apprendistato. Come anticipato, durante questo periodo, il compenso è inferiore rispetto alla retribuzione prevista per i lavoratori con un normale contratto subordinato, in quanto il salario è calcolato su una quota percentuale dell’importo definito dal contratto collettivo nazionale del settore di riferimento.

Una tale caratteristica rende il contratto di apprendistato particolarmente vantaggioso per le imprese, che beneficiano di una significativa riduzione del costo del lavoro. E non solo per il salario ridotto: va considerato anche che nel periodo di apprendistato si applica un’aliquota contributiva inferiore rispetto a quella prevista per i contratti ordinari. Ciò permette alle aziende di investire nella formazione professionale del lavoratore con un impatto economico più contenuto.

È il Testo unico sull’apprendistato a fornire indicazioni dettagliate su come funziona questa tipologia di rapporto, specificando le regole relative alla durata, ai limiti di età, alle agevolazioni fiscali e contributive e, soprattutto, alle modalità di calcolo della retribuzione.

A tal proposito, per chi desidera comprendere meglio questa tipologia contrattuale, sia dal punto di vista delle imprese che dei giovani lavoratori, ecco una guida completa che chiarisce tutti gli aspetti fondamentali, compreso il calcolo dello stipendio netto nell’apprendistato e i criteri con cui viene determinato il guadagno effettivo.

Come funziona il contratto di apprendistato

Come anticipato, il contratto di apprendistato è una forma di lavoro subordinato destinata principalmente ai giovani, combinando un’attività lavorativa con un percorso di formazione specifica. La retribuzione è differenziata e proporzionata alla tipologia contrattuale, tenendo conto dell’inquadramento dell’apprendista e del suo livello di esperienza.

In generale, i datori di lavoro possono assumere con contratto di apprendistato giovani fino a 29 anni di età. Tuttavia, con il Jobs Act questa opportunità è stata estesa anche ai disoccupati, inclusi percettori di Naspi, Asdi, Dis-Coll e mobilità, senza limiti di età, favorendo il reinserimento di chi percepisce un sussidio di disoccupazione nel mercato del lavoro.

Dal punto di vista normativo il contratto di apprendistato deve essere redatto in forma scritta, includendo un piano formativo individuale. Per quanto riguarda la retribuzione, il lavoratore può essere inquadrato fino a due livelli inferiori rispetto alla categoria prevista per la sua mansione, oppure percepire uno stipendio progressivo, calcolato in base all’anzianità di servizio o su una percentuale della retribuzione prevista dal contratto collettivo nazionale.

L’attività formativa può essere erogata sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Nel dettaglio, la formazione interna è definita dal piano formativo individuale, allegato al contratto e strutturato per consentire il raggiungimento di specifici obiettivi professionali sotto la guida di un tutor o referente aziendale. La formazione esterna, invece, si svolge presso enti specializzati e costituisce un obbligo per il datore di lavoro, il quale, in caso di inadempienza, può incorrere in sanzioni severe.

Per quanto riguarda l’orario di lavoro, invece, gli apprendisti seguono le stesse regole previste per gli altri dipendenti, senza deroghe particolari.

Quali sono le tipologie di contratto di apprendistato

Oggi esistono tre diverse tipologie di contratto di apprendistato:

  • apprendistato per la qualifica professionale,
  • apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere,
  • apprendistato di alta formazione e ricerca.

A seconda della tipologia di contratto ci sono diverse regole di cui tener conto, tanto per il limite di età dell’apprendista quanto per la retribuzione spettante e la durata del periodo formativo.

Contratto di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale

Si rivolge ai giovani tra i 15 e i 25 anni d’età e l’obiettivo è quello di consentire a chi è ancora impegnato in percorsi di studio e formazione di avere un’esperienza pratica nel mondo del lavoro. La qualifica professionale potrà essere triennale oppure portare ad un diploma professionale. Per quanto riguarda la durata dell’apprendistato, il contratto non può durare di norma più 3 anni.

La retribuzione del contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale è di 2 mila euro all’anno nel caso di minorenni e di 3 mila per i maggiorenni.

Contratto di apprendistato professionalizzante

Generalmente il più utilizzato, che può essere stipulato nei confronti di giovani tra i 18 e i 29 anni e, se in possesso di qualifica professionale, anche a partire dall’età di 17 anni.

La qualifica prevista da questa tipologia di apprendistato è differente sulla base di quanto previsto dai Ccnl di categoria e stessa cosa per quanto riguarda retribuzione e durata, che di solido non può essere maggiore di 3 anni e minore di 6 mesi.

Il contratto, redatto in forma scritta, dovrà indicare la qualifica prevista al termine dell’apprendistato e il profilo formativo. Con il Jobs Act è stata estesa la possibilità di essere assunto con contratto di apprendistato professionalizzante anche ai disoccupati percettori di Naspi, Dis-Coll e altri ammortizzatori sociali senza limiti d’età. In merito alla retribuzione prevista, i lavoratori assunti con apprendistato professionalizzante percepiranno uno stipendio regolare e la retribuzione in linea di principio parte dal 70% della retribuzione prevista per il proprio livello di assunzione, che gradualmente nel corso degli anni passerà al 100%.

Contratto di apprendistato per l’alta formazione e ricerca

Questa tipologia contrattuale è rivolta sempre ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni ed ha come obiettivo il conseguimento del diploma di istruzione secondaria, la laurea, un master, il dottorato di ricerca e il praticantato per l’accesso agli ordini professionali.

Può rappresentare un’opzione per il conseguimento del diploma o una certificazione tecnica e può agevolare l’ingresso dei giovani impegnati nelle aree di ricerca delle aziende.

La durata di questo tipo di apprendistato varia sulla base del titolo di studio che si intende conseguire e per quanto riguarda la retribuzione la disciplina è rimandata al Ccnl e al livello di inquadramento.

Quanto si guadagna durante l’apprendistato

Parlando di retribuzione, l’importo dipende da diversi fattori, quali:

  • alla tipologia dell’apprendistato;
  • alla qualifica da conseguire;
  • al livello di inquadramento (non può essere al di sotto di più di 2 livelli rispetto a quelli di un lavoratore che ha la stessa mansione).

Di solito la retribuzione è destinata ad aumentare progressivamente sino a raggiungere quella di un lavoratore qualificato. In generale, ma sono possibili variazioni, possiamo dire che un apprendista, con durata del percorso di 3 anni, percepisce uno stipendio pari a:

  • 70% della retribuzione prevista per quel determinato livello contrattuale nel primo anno di apprendistato;
  • 80% nel secondo anno;
  • 90% nel terzo.

Le tutele sono le stesse di quelle riconosciute ai dipendenti assunti con normale contratto subordinato:

  • copertura assistenziale in caso di malattia e di maternità;
  • assicurazione contro le malattie (anche professionali), l’invalidità, la vecchiaia e gli infortuni sul lavoro;
  • piena copertura previdenziale;
  • ammortizzatori sociali non ordinari - Naspi - (al pari degli altri dipendenti), in caso di crisi dell’impresa.

In caso di malattia o di altra causa di sospensione involontaria dell’apprendistato superiore a 30 giorni, l’apprendista può prolungare il periodo di apprendistato.

Quanto dura il contratto di apprendistato

Il contratto di apprendistato è un contratto a tempo indeterminato che prevede un periodo di formazione iniziale. La durata del contratto varia in funzione delle tre tipologie:

  • l’apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale dura rispettivamente 3 (qualifica) e 4 anni (diploma);
  • l’apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere dura 3 anni, anche se per alcune professioni dell’artigianato può durare anche 5 anni;
  • l’apprendistato di alta formazione e ricerca è decisa dalle istituzioni scolastiche (che rilasciano il titolo di studio) e dalle Regioni. La durata generalmente non è inferiore alla durata del corso di studio e può essere addirittura superiore.

La durata dell’apprendistato varia anche in funzione delle proprie qualifiche già conseguite e delle proprie esperienze. L’azienda potrebbe decidere in tal senso per una durata inferiore rispetto a quella regolarmente prevista.

Così come nella generalità dei contratti può essere indicato un periodo di prova, la cui durata solitamente varia da 1 a 3 mesi.

Che succede al termine dell’apprendistato

Una volta terminato il periodo di apprendistato entrambe le parti hanno la possibilità di interrompere unilateralmente il rapporto di lavoro senza doverne dare necessariamente una giustificazione. E non è neppure necessario soddisfare un periodo di preavviso.

Tanto durante il periodo di apprendistato quanto con la trasformazione a tempo indeterminato, invece, per interrompere il rapporto bisogna seguire le regole solitamente richieste per licenziamento e dimissioni.

L’agevolazione contributiva

I datori di lavoro che assumono giovani o disoccupati con contratto di apprendistato possono beneficiare di importanti agevolazioni contributive e non.

Per tutte le tipologie di contratto di apprendistato è prevista la possibilità di dedurre le spese e i contributi dalla base imponibile Irap, l’esclusione dei lavoratori assunti con contratto di apprendistato dal calcolo dei limiti numerici previsti dalle leggi e dai contratti collettivi e la possibilità di assumere ad un costo inferiore rispetto a quanto previsto per le altre tipologie contrattuali.

Si consideri, inoltre, che sul contratto di apprendistato grava un’aliquota contributiva agevolata, sia per l’azienda che per il dipendente.

Riportiamo in forma tabellare le aliquote previste caso per caso:

Numero dipendenti in aziendaAliquota contributi datore di lavoroAliquota contributi dipendente
Fino a 9 dipendenti 1° anno 3,11%, 2° anno 4,61%, dal 3° anno 11,61% 5,84%
Più di 9 dipendenti 11,61% 5,84%

Va detto che queste aliquote si applicano anche per il primo anno successivo alla trasformazione da contratto di apprendistato a tempo indeterminato.

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