Rivelata l’identità del grande investitore che viene in Italia: si tratta del colosso Amazon. Ecco quanti posti di lavoro creerà, e dove.
Dopo 24 ore si apprende l’identità del grande investitore arrivato a Roma di cui aveva parlato ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Si tratta del colosso dell’e-commerce Amazon, per la precisione di Amazon Web Services (AWS), che ha raggiunto un accordo per scommettere 1,2 miliardi di euro sull’Italia, al fine di stabilire ed espandere l’infrastruttura e i servizi cloud nel Paese.
Amazon Web Services (AWS) punta 1,2 miliardi di euro sull’Italia
Così si legge nel comunicato pubblicato sul sito del Ministero delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, nel pomeriggio di oggi, venerdì 29 novembre 2024:
“Il Consiglio dei ministri ha approvato, oggi, la delibera che dichiara l’interesse strategico nazionale del programma di investimento iniziale da 1,2 miliardi di euro presentato da Amazon Web Services (AWS), per stabilire ed espandere l’infrastruttura e i servizi cloud in Italia”.
“Nello specifico”, si legge nella nota, “ il programma di investimento di Amazon Web Services prevede la costruzione di nuove infrastrutture cloud nell’Area Metropolitana di Milano, a integrazione di quelle già esistenti avviate in Lombardia nell’aprile 2020”.
In evidenza l’impatto che l’investimento di Amazon Web Services, la piattaforma cloud della Big Tech americana, avrà sull’occupazione dell’Italia.
Il Ministero guidato da Adolfo Urso ha parlato di “un impatto significativo sulla creazione di posti di lavoro e sullo sviluppo economico del territorio, con una stima di circa 1.100 nuovi posti di lavoro nei prossimi cinque anni ”.
Di seguito il commento del ministro:
“L’investimento di Amazon Web Service consolida il ruolo dell’Italia come hub europeo d’innovazione. Oggi facciamo un ulteriore passo verso la sovranità digitale, consentendo alle nostre imprese di gestire parte dei loro dati all’interno dei confini nazionali. Siamo a lavoro per creare l’infrastruttura per supportare la rivoluzione digitale e green: il Governo c’è”.
Si parla dunque anche di sovranità digitale, in linea con il DNA del governo Meloni.
La scommessa del gigante americano “contribuirà in modo rilevante al potenziamento della capacità di gestione dei dati del sistema-Paese, con effetti positivi su settori tecnologicamente avanzati come l’intelligenza artificiale, i servizi cloud, la cybersecurity e la mobilità aerea e terrestre, consentendo a soggetti pubblici e privati di soddisfare le proprie esigenze di sovranità digitale ”.
Grande investitore che viene in Italia: l’annuncio del ministro Urso
Proprio ieri, il ministro Adolfo Urso aveva preannunciato l’arrivo di “un grande investitore in Italia”.
Intervenendo all’assemblea di Confartigianato, Urso si era così espresso:
“Questa mattina ho incontrato un grande investitore che viene in Italia a investire perché siamo il Paese che in questo momento ha un quadro politico istituzionale più stabile rispetto agli altri paesi europei”.
Poche parole, che avevano fatto sorgere molte congetture sull’identità del grande investitore.
Nel menzionare la maggiore stabilità del quadro politico istituzionale di cui l’Italia gode in questo momento - riferimento alla presunta stabilità del governo Meloni - il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva fatto riferimento alla presenza di “ un vantaggio competitivo che abbiamo rispetto agli altri paesi europei, che dobbiamo continuare a mantenere”.
Non era mancato nella giornata di ieri il commento sulla grande notizia arrivata questa settimana dalla Commissione europea che, nel rendere noto l’esito delle valutazioni effettuate sui Piani strutturali di bilancio presentati dai Paesi membri UE - in linea con il nuovo Patto di Stabilità e crescita -, ha deciso di promuovere l’Italia, esprimendo invece riserve sulla Germania e bocciando l’Olanda:
“Questa Legge di Bilancio doverosamente responsabile ha ottenuto dalle istituzioni europee la piena conformità a differenza di paesi che una volta ci davano lezioni e che oggi devono mettere a posto i loro bilanci”, ha fatto notare Urso.
Chi sono i grandi investitori incontrati dagli esponenti del governo Meloni
Amazon a parte, vale la pena di ricordare l’identità dei grandi investitori incontrati dai ministri del governo Meloni, in primis dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, a partire dall’inizio di quest’anno, a fronte di quell’ambizioso piano di privatizzazioni che l’esecutivo ha lanciato nel tentativo di rimettere in riga i conti dello Stato.
Obiettivo: risolvere l’annoso dossier del debito pubblico italiano troppo alto, che si conferma spada di Damocle che pende sulla testa dei BTP.
Il piano di privatizzazioni ruota attorno ad alcuni grandi nomi di Piazza Affari, su cui il governo Meloni ha deciso di fare cassa e in parte ha già fatto cassa, come Poste Italiane, MPS-Monte dei Paschi di Siena, ENI.
A tal proposito, va precisato come, negli ultimi mesi, il governo Meloni abbia deciso di premere il tasto pausa sul dossier che vede protagonista Poste Italiane, la cui OPV (Offerta Pubblica di Vendita) è stata improvvisamente sospesa: una mossa che era stata attesa con grande trepidazione dal mercato e dai piccoli risparmiatori, e di cui si era parlato anche in merito alle possibili ripercussioni sui BTP Valore.
Alla fine, almeno fino a oggi, non se n’è fatto niente.
Da Ray Dalio a BlackRock: identikit dei grandi investitori potenziali e già attivi in Italia
In occasione dell’ultimo World Economic Forum di Davos, che si è tenuto all’inizio del 2024, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha incontrato Ray Dalio, il fondatore dell’hedge fund Bridgewater Associates, in realtà famoso in Italia soprattutto per aver shortato diverse azioni quotate a Piazza Affari poco prima delle Elezioni Politiche del 2018.
A Davos Giorgetti ha avuto contatti anche con i CEO di JP Morgan e di Bank of America, rispettivamente Jamie Dimon e Brian Moynihan.
Occhio anche ai rapporti dell’Italia con BlackRock, che vanno avanti da diversi anni, e ben prima del governo Meloni.
Il colosso del risparmio gestito BlackRock è, di fatto, ben presente nei capitali di diverse Big quotate a Piazza Affari.
Il suo nome compare per esempio nell’azionariato di Banco BPM - di cui si sta molto parlando in questi giorni, in relazione all’OPS che è stata lanciata sulla banca italiana guidata dal CEO Giuseppe Castagna da UniCredit.
Sempre BlackRock è presente nel capitale di Mediobanca e di Unicredit
Non solo banche, però, visto che il gigante made in USA spicca anche tra gli azionisti di Leonardo ex Finmeccanica, ENI ed ENEL.
Riguardo a ENEL, è degli inizi di ottobre la notizia dell’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il numero uno di BlackRock Larry Fink, confermato da una stessa nota di Palazzo Chigi, che ha fatto riferimento a “un approfondito scambio di vedute su possibili investimenti del Fondo USA in Italia nell’ambito dello sviluppo di data center e delle correlate infrastrutture energetiche di supporto”.
Ma occhio anche all’amico di Meloni Elon Musk
Ovviamente, vista l’amicizia che è nata e si è rafforzata con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle ultime ore si è parlato anche della possibilità che l’investitore misterioso menzionato da Adolfo Urso avesse il volto di Elon Musk, numero uno e fondatore di Tesla, il cui potere ha ricevuto una spinta notevole dalla vittoria alle Elezioni USA di Donald Trump.
D’altronde, il Governo Meloni ha anche approvato la prima legge quadro italiana sullo Spazio e sulla Space Economy: legge che menziona proprio la possibilità che agenzie pubbliche e private operino in Italia, a fronte dell’ambizione dell’Italia di investire 7,3 miliardi di euro di investimenti nel settore spaziale entro il 2026.
E si sa, oltre a essere fondatore e CEO di Tesla, Elon Musk è anche numero uno e fondatore di SpaceX e di Starlink, quest’ultimo operatore leader mondiale nel mercato della connessione internet satellitare, attivo anche in Italia.
Più Cina in Italia?
Tra gli investitori potenziali in Italia, è stato inevitabile, prima che arrivasse l’annuncio di oggi del governo relativo alla grande scommessa di Amazon, parlare anche del ruolo della Cina, se si considera quanto emerso dalla visita nel Paese di Meloni nel mese di luglio, che si è conclusa con la messa a punto di un piano d’azione triennale per lo sviluppo delle relazioni: il “Piano d’azione per il rafforzamento del Partenariato strategico globale Cina-Italia (2024-27) ”, con cui le parti hanno convenuto di dare priorità alla cooperazione nei seguenti settori:
- Commercio e investimenti
- Finanziario
- Innovazione scientifica e tecnologica, istruzione
- Sviluppo verde e sostenibile
- Medico-sanitario
- Rapporti culturali e scambi people-to-people.
Rimane ovviamente attuale la possibilità che la Cina lanci nuovi investimenti in Italia, in particolare nel settore auto.
La visita di Meloni in Cina ha acceso i riflettori soprattutto sulle trattative tra il governo Meloni e il gigante cinese Dongfeng Motor Group, tra l’altro partner di Stellantis, per la produzione di veicoli in Italia, per la precisione per la realizzazione di uno stabilimento che potrebbe diventare un hub produttivo per tutta l’Europa.
Più volte dagli esponenti del governo Meloni è stata rimarcata la necessità di dotare il Paese di un’altra casa automobilistica oltre a Stellantis, al fine di aumentare la produzione di automobili.
I rapporti tra la Cina e l’Italia sono stati ulteriormente rinsaldati dalla visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, nell’incontro con il presidente della Repubblica cinese Xi Jiping nella Sala del Popolo, ha parlato dell’importanza di “risaltare i rapporti bilaterali” tra Roma e Pechino.
Dal canto suo, il presidente della Repubblica cinese Xi Jiping ha affermato che “l’Italia e la Cina dovrebbero lavorare insieme promuovendo il dialogo per risolvere le divergenze”, arrivando a “una coesistenza armoniosa”.
Tornando al versante occidentale, vanno ricordate anche le recenti manovre di Goldman Sachs, che è salita nei capitali di UniCredit e di Intesa SanPaolo nell’ambito di un saliscendi, va detto, che prosegue da diversi mesi. Detto questo, occhio alla forte presenza degli Stati Uniti nelle banche italiane.
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