I dati Pmi in Eurozona confermano che l’economia dell’area va male, con la recessione che sembra ormai inevitabile. Cosa hanno indicato gli ultimi numeri e quale messaggio per la Bce.
L’Eurozona avvolta nella nebbia della recessione: lo indicano dati poco incoraggianti, proprio alla vigilia della riunione Bce del 26 ottobre.
L’economia della regione si trova ad affrontare diversi ostacoli, tra cui la campagna di rialzo dei tassi della Banca Centrale Europea e un rallentamento dell’attività globale. L’aumento dei prezzi dell’energia a causa del conflitto in Medio Oriente rischia di aggravarne le difficoltà.
Le banche della zona euro, intanto, hanno inasprito ulteriormente gli standard di credito nel terzo trimestre, a causa del balzo del costo del denaro e del peggioramento del contesto economico. Tutto questo mix di incertezze pesa sulla futura ripresa dell’area euro.
A conferma di un anno difficile, sono arrivati i dati preliminari Pmi delle principali economie dell’Eurozona e della regione. La lettura ha suscitato preoccupazione. L’Europa non sembra poter evitare una, seppur lieve, recessione.
In Europa l’economia va di male in peggio. Recessione in vista con questi dati
L’attività del settore privato nell’area euro ha dato il via all’ultimo trimestre del 2023 con un altro risultato triste, suggerendo che l’economia della regione potrebbe essere in recessione.
L’indice composito dei responsabili degli acquisti di S&P Global è rallentato ai minimi di tre anni in ottobre, scendendo a 46,5, nettamente al di sotto della soglia di 50 che separa espansione e contrazione. Gli economisti si aspettavano un leggero miglioramento a 47,4.
“Nella zona euro le cose vanno di male in peggio”, secondo Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank. “Non saremmo colti di sorpresa nel vedere una lieve recessione nella zona euro nella seconda metà di quest’anno, con due trimestri consecutivi di crescita negativa”.
Il Pmi che copre il settore dei servizi, dominante nel blocco euro, è sceso al minimo di 32 mesi a 47,8 da 48,7. Il Pmi manifatturiero è diminuito a 43,0 da 43,4, segnando il suo sedicesimo mese sotto quota 50 e il più basso da maggio 2020, quando la pandemia si stava diffondendo. Il sondaggio Reuters aveva previsto 43,7.
Una maggiore debolezza è emersa anche nel mercato del lavoro, un settore relativamente positivo finora. “Le assunzioni dei fornitori di servizi si sono quasi fermate”, ha commentanto de la Rubia. “Le aziende manifatturiere non si limitano a continuare a tagliare il personale, ma stanno anche intensificando i piani di riduzione dei posti di lavoro. Ciò ha portato per la prima volta da gennaio 2021 a un calo complessivo dell’occupazione”.
Germania e Francia guidano il declino
L’attività economica in Germania si è contratta per il quarto mese consecutivo a ottobre, poiché alla flessione del settore manifatturiero ha fatto riscontro un nuovo calo dei servizi, suggerendo che una recessione è ben avviata.
L’indice HCOB German Flash Composite Purchasing Managers’ Index (PMI), compilato da S&P Global, è sceso a 45,8 in ottobre da 46,4 di settembre, al di sotto del 46,7 previsto dagli economisti.
Il Pmi manifatturiero è aumentato leggermente per il quarto mese consecutivo, a 40,7 da 39,6 di settembre, in linea con le aspettative degli analisti, anche se ancora in territorio di contrazione.
“Cerchi qualche spiraglio di speranza? Ebbene ce ne sono, soprattutto nel settore manifatturiero”, ha detto de la Rubia, indicando miglioramenti nei nuovi ordini e nella produzione, nonché un aumento delle scorte di acquisti.
Questi sviluppi possono essere letti come segnali che si sta toccando il fondo in questo settore. Il manifatturiero potrebbe tornare in territorio di crescita nella prima parte del prossimo anno.
In Francia, l’attività manifatturiera si è contratta a un ritmo più rapido a causa della debole domanda, e l’indice delle aspettative nel settore è sceso al minimo in tre anni e mezzo. I servizi sono stati visti “incontrare ostacoli” a causa del calo dei nuovi ordini.
I dati sui prezzi francesi, nel frattempo, hanno mostrato che è troppo presto perché i funzionari della BCE dichiarino vittoria sull’inflazione.
Eurozona in recessione? Il messaggio è per la Bce
Secondo le stime compilate da Bloomberg, i dati del terzo trimestre – previsti tra una settimana – mostreranno probabilmente una contrazione della produzione dell’Eurozona dello 0,1% nel periodo. Si tratterebbe della prima contrazione trimestrale dopo la pandemia, anche se l’economia non è riuscita più volte a crescere.
Questa debolezza economica sarà probabilmente esaminata nella riunione Bce questa settimana ad Atene. Dopo un ciclo di inasprimento record di 10 aumenti consecutivi dei tassi di interesse, i politici dovrebbero mantenere invariati i costi di finanziamento per un certo periodo.
Gli economisti attualmente prevedono un primo taglio a settembre. Tuttavia, una recessione economica in tutta la regione potrebbe aumentare la speculazione del mercato secondo cui ciò potrebbe iniziare prima.
Massima allerta, comunque, rimane sull’inflazione. “Gli indici dei prezzi sono in un territorio pericoloso”, ha affermato Norman Liebke, economista della Hamburg Commercial Bank. “Il ritmo di aumento dei prezzi dei fattori produttivi è aumentato per il secondo mese consecutivo a causa dell’aumento dei prezzi del carburante e delle notizie di pressioni salariali sostenute”.
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