La strategia del “porcospino d’acciaio” che può portarci alla guerra con la Russia

Alessandro Cipolla

28/03/2025

La volontà dell’Europa in Ucraina è quella di rafforzare la strategia denominata del “porcospino d’acciaio”: cos’è e perché può portarci a una guerra con la Russia.

La strategia del “porcospino d’acciaio” che può portarci alla guerra con la Russia

L’Unione europea ha in mente solo la guerra. Resta da capire se questo sentimento che serpeggia nel Vecchio Continente sia solo un timore oppure una convinzione, ma unendo i vari puntini esce fuori un quadro che non appare molto rassicurante.

Ieri a Parigi si è tenuto il Vertice sulla pace e la sicurezza dell’Ucraina voluto da Emmanuel Macron; all’Eliseo sono arrivate ben 31 delegazioni, presente obtorto collo anche Giorgia Meloni che sembrerebbe non essere mancata solo perché un’assenza avrebbe fatto molto più rumore di una presenza defilata, un po’ come si domandava Nanni Moretti in Ecce Bombo.

L’Europa si è presentata a quest’appuntamento dopo aver varato un piano da 800 miliardi per armare i rispettivi eserciti per poter competere in caso di guerra con la Russia, oltre al documento redatto dalla Commissione dove si danno istruzioni alle famiglie su cosa fare in caso di crisi.

Il prossimo step ora sarà quello di delineare i contorni della coalizione dei volenterosi, ovvero quei Paesi pronti a inviare propri soldati in Ucraina - in caso venga siglato un accordo di pace - come deterrente a un possibile nuovo attacco da parte della Russia.

L’Italia ha ribadito più volte che non manderà soldati in Ucraina, preferendo invece una forza di pace a guida Onu; anche gli Stati Uniti sono contrari a questa coalizione dei volenterosi - Washington è stata la grande assente del vertice chez Macron -, mentre la Russia viene descritta come irritata da questa prospettiva.

In sostanza l’Ue dopo non aver mosso un dito per aprire delle trattative diplomatiche tese a porre fine alla guerra, ora che gli Usa (a modo loro) stanno negoziando con Mosca - a Trump importa molto più delle risorse ucraine che dei cittadini ucraini -, Francia, Germania e Regno Unito hanno deciso di sostenere sine die l’Ucraina tentando Zelensky dal rifiutare le “lacrime e sangue” prospettate dalla Casa Bianca.

In questo scenario ecco che in Europa si continua a parlare della cosiddetta strategia del “porcospino d’acciaio”, ma così facendo potrebbero aumentare i rischi di un’escalation bellica con la Russia.

Un “porcospino” porterà l’Ue alla guerra con la Russia?

Ma cos’è allora questa “strategia del porcospino d’acciaio”? Lo scopo dell’Unione europea e del Regno Unito è quello di trasformare le forze armate ucraine e l’industria di Kiev del paese in un avversario ancora più formidabile.

Il paradosso però è che questo piano ha una conditio sine qua non, ovvero la fine della guerra in Ucraina. Una domanda sorge spontanea: come si può gettare le basi di una pace senza voler parlare con chi sta vincendo e cercando di convincere in ogni modo chi sta perdendo a continuare a combattere?

Eccezion fatta per l’Ungheria, l’Europa è convinta - Italia compresa - di poter ottenere la pace attraverso la forza, con il mantra che è quello di intensificare urgentemente gli sforzi per rispondere alle urgenti esigenze militari e di difesa dell’Ucraina.

Quando Trump e Putin raggiungeranno un accordo, a Bruxelles sono convinti che Mosca potrebbe prendersi del tempo per tirare il fiato e sferrare un nuovo attacco entro il 2030, da qui la necessità di inviare soldati in Ucraina come forza di deterrenza a guardia della pace.

La strategia del “porcospino d’acciaio” così sarebbe un piano per rafforzare l’esercito ucraino, addestrando i soldati e fornendo a Kiev sistemi di difesa aerea e missili, tra cui testate di precisione a lungo raggio, droni e 2 milioni di proiettili di artiglieria di grosso calibro ogni anno.

Oltre gli 800 miliardi - a debito - per armare i propri eserciti, l’Unione europea insieme alla Norvegia sarebbe disposta a spendere per l’Ucraina altri 150 miliardi, da aggiungere ai 138 miliardi già forniti.

I soldati europei della coalizione dei volenterosi - oltre all’Italia diversi altri Paesi presenti al Vertice si sarebbero tirati indietro - invece si andrebbero a posizionare nella parte centrale oppure occidentale dell’Ucraina, in pratica lontani dall’attuale linea del fronte.

Tutto questo però non piace assolutamente alla Russia, tanto che questo attivismo di Francia, Germania e Regno Unito, potrebbe far saltare i negoziati in corso: a quel punto una guerra totale in Europa non sarebbe più solo uno spauracchio.

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