EURUSD sotto scacco della Fed: quali mosse per la Bce?

Claudia Cervi

29 Agosto 2022 - 10:33

Chiaro il messaggio di Powell: la Fed proseguirà la stretta monetaria per riportare l’inflazione al target del 2% dall’attuale 8,5%. Ora spetta alla Bce agire per scongiurare il crollo dell’euro.

EURUSD sotto scacco della Fed: quali mosse per la Bce?

Il messaggio che Jerome Powell ha lanciato da Jackson Hole la scorsa settimana è stato perentorio: la Fed proseguirà la stretta monetaria per riportare l’inflazione al target del 2% dall’attuale 8,5%. Un segnale forte per il dollaro che mette l’euro sotto scacco. Ora spetta alla Bce agire per salvare la moneta unica dal baratro. Quali saranno le sue prossime mosse?

Il discorso di Powell fa volare il dollaro

L’indice del dollaro USA (DXY) ha raggiunto un nuovo massimo da settembre 2002, a 109,35, e continuano a crescere anche i rendimenti dei Treasury Usa: il numero uno della Fed ha difeso a spada tratta la sua politica monetaria aggressiva e questo ha spinto ulteriormente al rialzo la domanda di dollari, considerati per eccellenza una moneta rifugio. Ma anche la crisi energetica in Europa e il rischio imminente di una recessione per tutta l’Eurozona hanno contribuito ad alimentare la corsa del biglietto verde.

Le mosse a disposizione della Bce

A Jackson Hole la Bce era presente con la consigliera esecutiva tedesca Isabel Schnabel. Grande assente Christine Lagarde, impegnata in una «pausa esistenziale». Confermando che i rischi di recessione sono aumentati, la Schnabel ha dichiarato che la Bce e le banche centrali devono agire con forza per ridurre l’inflazione. Questo potrebbe significare un rialzo da 75 punti base nel prossimo Consiglio Bce(7-8 settembre).

Il rialzo dei tassi Bce potrebbe dare sollievo all’euro, che ora fatica a recuperare la parità e galleggia in area 0,99, ma aggraverebbe la crisi economica. L’entrata in recessione è data per certa per molti dei Paesi membri, specie per quelli più indebitati come l’Italia che già nei giorni scorsi ha subito un attacco speculativo ai danni dei Btp.
Un atteggiamento più morbido della politica monetaria europea sarebbe invece una cura palliativa con effetti collaterali anche peggiori: l’euro collasserebbe sotto pressioni inflazionistiche incontrollate.

Dollaro sempre più forte

Guardando ai movimenti dell’indice del dollaro Usa (DXY), la rottura dei picchi di luglio e del 23 agosto a 109,30 circa rischia di fare da volano per ulteriori rialzi. Era dal settembre 2002 che l’indice non raggiungeva questi livelli e il timore è che l’impulso possa proseguire fino a quota 110-111. Discese sotto 107,50 allenterebbero le pressioni al rialzo ma solo la violazione di area 105 è in grado di rallentare il passo in modo duraturo.

Grafico mensile EURUSD Grafico mensile EURUSD Fonte TeleTrader

EURUSD alla deriva

Il cambio EURUSD ha fallito miseramente venerdì l’attacco alla prima resistenza a quota 1,01 lasciando sul grafico giornaliero una lunga ombra al rialzo (shadow). Dopo la rottura al ribasso del banner rialzista disegnato dai minimi di luglio, è molto probabile che le quotazioni possano proseguire la strada verso 0,985, poi fino a 0,96. Nella direzione opposta, oltre 1,01 i prezzi dovranno comunque reagire prontamente e tentare successivamente di scardinare la resistenza critica degli ultimi mesi a 1,0350. Ma in assenza di driver significativi sarà un’impresa molto difficile da realizzare.

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