Federal Reserve: e se gli operatori si stessero sbagliando?

Luca Fiore

6 Giugno 2019 - 11:57

Il mercato è chiaramente orientato per diversi tagli al costo del denaro statunitense. E se si stesse sbagliando?

Federal Reserve: e se gli operatori si stessero sbagliando?

Forse gli investitori stanno facendo troppo affidamento sul fatto che la Federal Reseve metta in campo diversi tagli al costo del denaro.

È quanto ha detto John Waldron, president e Chief operating officer di Goldman Sachs.

“Il mercato sta prezzando una serie abbastanza importante di mosse da parte della Fed”, ha rilevato Waldron. “Credo che gli operatori siano eccessivamente ottimisti sulle mosse della Fed e sulla tempistica con cui questi tagli saranno effettuati”.

Goldman Sachs: Waldron, prezzati oltre 100 pb

“Il mercato sta prezzando oltre 100 punti base di tagli”, ha detto Waldron, secondo cui la Fed “si affiderà più ai dati economici che al sentiment di breve”.

La view di Waldron rispecchia quanto emerge dall’analisi del CME FedWatch Tool.

Secondo lo strumento che misura le probabilità di ritocchi al tasso sui Fed Funds, solo il 2,8% degli operatori stima un costo del denaro ai livelli attuali nel meeting di dicembre (Stati Uniti: quanti tagli al costo del denaro nel 2019?).

Nel meeting della Federal Reserve del 31 luglio il costo del denaro della prima economia sarà tagliato a 220-225 pb con una probabilità del 51%. Per settembre, il 42,5% stima una conferma di 220-225 pb e il 39,5% si attende addirittura un ulteriore allentamento a 175-200. Entro fine anno, la percentuale maggiore, 33,7%, stima un costo del denaro a stelle e strisce all’1,75-2 per cento.

UBS: Weber, da parole di Powell non emerge volontà di tagliare

Sulla stessa linea anche Axel Weber, presidente di UBS: “credo che il mercato stia sovra-prezzando la quantità di tagli che la Federal Reserve probabilmente metterà in campo”.

Ascoltando le parole di Charlie Evans o di Jay Powell, “non c’è traccia di un taglio imminente dei tassi”: è invece prevista l’opzione di “azioni correttive” nel caso in cui, nella seconda parte dell’anno, dai dati dovesse emergere ulteriore debolezza”.

Anche per Weber, la Fed non sta per adottare “tagli preventivi”.

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