Azioni Ferragamo affondano post conti e outlook 2025. I commenti sulla Cina e sui dazi di Donald Trump.
Incubo Ferragamo a Piazza Affari: le azioni dell’azienda fiorentina attiva nel mercato del lusso affondano fino a oltre il 18% alla borsa di Milano, infettando il trend dei titoli dei grandi colossi del settore.
Sul Ftse Mib si mettono in evidenza le ritirate dei titoli Moncler e Cucinelli, che si confermano tra le azioni peggiori del listino benchmark dell’azionario italiano. “Colpa” del crollo di Ferragamo dopo la pubblicazione dei conti relativi al 2024, che hanno messo in evidenza una forte perdita.
Ferragamo cauta sul futuro con incertezze su domanda beni di lusso. I numeri del 2024
L’azienda ha presentato anche un outlook improntato alla massima cautela, in un contesto di grave incertezza:
“Le incertezze sulla domanda dei beni di lusso ci portano a mantenere un approccio prudente sulle aspettative di breve termine. Continueremo a rafforzare la nostra offerta prodotto, valorizzando il nostro heritage e ottimizzando, al contempo, il targeting dei segmenti di clientela. Siamo fiduciosi nelle nostre capacità di affrontare le dinamiche del mercato in continua evoluzione, mantenendo come priorità la performance dei ricavi e la redditività”.
I numeri del 2024 confermano il momento difficile che l’azienda italiana attiva nel settore del lusso sta attraversando.
Al 31 dicembre 2024, il Gruppo Salvatore Ferragamo ha incassato ricavi consolidati pari a 1.035 milioni dieuro, in calo dell’8,2% a cambi costanti (-10,5% a cambi correnti) rispetto al 2023, inclusi 5 milioni di euro positivi di Cash Flow Hedging rispetto ai 17 milioni di euro positivi dell’esercizio 2023.
Nel quarto trimestre 2024, i ricavi sono ammontati a 291 milioni di euro, in calo del 4% a cambi costanti e in ribasso del 6,7% a cambi correnti, rispetto al quarto trimestre 2023, inclusi 0,2 milioni di euro positivi di Cash Flow hedging rispetto ai 4 milioni di euro positivi nel quarto trimestre 2023.
Ferragamo ha terminato il 2024 accusando una perdita di 68 milioni, rispetto agli utili di 26 milioni del 2023.
In evidenza anche l’utile operativo adjusted, che si è più che dimezzato scivolando a 35 milioni, rispetto ai 79 milioni dell’anno precedente.
Magra consolazione: l’utile si è confermato lievemente superiore alle previsioni degli analisti.
La spina Cina e la sorpresa Giappone
In evidenza l’effetto delle vendite in calo in Cina, che hanno portato il valore delle vendite nette dell’intera area dell’Asia Pacifico, nel corso del quarto trimestre 2024, a soffrire un tonfo del 24,8% a tassi di cambio costanti e del 24 a cambi correnti rispetto al quarto trimestre 2023, con un andamento negativo sia del canale DTC (Direct to Consumer, costituito da negozi monomarca gestiti direttamente (DOS), e dalle piattaforme e-commerce di vendite on-line dirette ai clienti) che, in particolare, del canale Wholesale.
E’ stata la stessa azienda a precisare che “il 2024 ha presentato sfide complesse, con un mercato influenzato da continue tensioni geopolitiche ed incertezze macroeconomiche, che hanno inciso sulla domanda di beni di lusso”. In particolare, “ il rallentamento dei mercati asiatici, in particolare in Cina, ed un contesto sfavorevole a livello globale per il business Wholesale, hanno reso lo scenario ancora più impegnativo”.
Nell’intero anno 2024, le vendite nette dell’Area Asia Pacifico sono capitolate del 18,9% a tassi di cambio costanti e del 19,7% a cambi correnti rispetto al 2023, con un andamento negativo sia del canale DTC che del canale Wholesale.
In evidenza l’eccezione del mercato del Giappone, dove le vendite nette, nel quarto trimestre 2024, sono invece salite dell’1,2% a tassi di cambio costanti (-1,2% a tassi di cambio correnti) rispetto al quarto trimestre 2023, grazie alla crescita mid-single digit a tassi di cambio costanti del canale DTC primario.
Al risultato positivo del DTC primario hanno contribuito soprattutto le vendite a turisti. Nell’intero 2024, le vendite nette del Giappone sono salite del 3,2% a tassi di cambio costanti, registrando tuttavia un calo del 4,3% a cambi correnti, rispetto all’esercizio 2023, grazie al canale DTC primario (in crescita mid-single digit a tassi di cambio costanti).
A tal proposito da segnalare che il DTC primario è costituito da negozi monomarca gestiti direttamente nel canale primario, e dalle piattaforme e-commerce di vendite online dirette ai clienti, mentre il DTC secondario è costituito da negozi outlet monomarca gestiti direttamente.
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Outlook 2025 Ferragamo, i commenti su Cina e dazi Trump
Proprio dalle vendite in Asia dipenderanno in particolare i risultati di Ferragamo relativi al 2025, come ha confermato, nel corso della conference call con gli analisti, Ernesto Greco, consigliere d’amministrazione di Ferragamo, segnalando comunque che “per i primi due mesi del 2025 i ricavi sono stabili, se non leggermente positivi”.
Per quanto riguarda però l’intero “2025 i nostri risultati potranno essere sotto il consensus o in linea, ma questo dipenderà dalle performance in Asia e in Cina”. Nell’affrontare l’impatto dei dazi della seconda amministrazione USA di Donald Trump, Greco ha sottolineato che “le tariffe internazionali non facilitano il business, ma fortunatamente l’impatto su Ferragamo non sarà così grande, perche’ l’impatto si avrà più sulla produzione che sui prezzi di vendita ”.
Detto questo, “potrà verificarsi un lieve incremento dei prezzi, anche se Ferragamo, che fino ad ora non li ha aumentati, preferisce privilegiare i volumi”.
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