Fino a 2.000 euro di buoni carburante e rimborso benzina illimitato, ecco chi può richiederli

Patrizia Del Pidio

13 Marzo 2025 - 15:33

Rimborsi illimitati per la benzina e buoni carburante fino a 2.000 euro, a chi spettano queste due agevolazioni che sono cumulabili?

Fino a 2.000 euro di buoni carburante e rimborso benzina illimitato, ecco chi può richiederli

Chi ha la possibilità di ricevere buoni benzina fino a 2.000 euro e chi potrebbe avere diritto a rimborso illimitato del carburante? In tal senso la normativa è in continua evoluzione e di anno in anno cambiano i benefici che spettano e il loro importo.

I buoni carburante rientrano nei fringe benefit che l’azienda potrebbe riconoscere ai propri dipendenti, mentre il rimborso benzina rientra in un’altra tipologia di erogazione. In entrambi i casi di tratta di benefici esentasse, ma mentre per i buoni è previsto un limite massimo che può arrivare fino a 2.000 euro, per i rimborsi l’importo è illimitato. Andiamo a vedere la normativa di riferimento, chi ha diritto a questi importi e quando sono riconosciuti.

Buoni carburante fino a 2.000 euro

La Legge di Bilancio 2025 ha riconfermato i limiti esentasse per i fringe benefit che l’azienda decide di erogare ai propri dipendenti. Si tratta di compensi non monetari che il datore di lavoro offre ai dipendenti, per integrare la retribuzione, sotto forma di beni e servizi. I benefit più utilizzati sono le auto aziendali, le polizze assicurative, i buoni carburante, il rimborso per le bollette delle utenze domestiche o del mutuo, ma anche servizi di welfare aziendale.

Per gli anni 2025, 2026 e 2027 i limiti entro i quali per i fringe benefit non è prevista tassazione sono di:

  • 1.000 euro all’anno per la generalità dei dipendenti;
  • 2.000 euro all’anno per dipendenti che hanno figli a carico.

Questi fringe benefit, oltre a essere non tassati non concorrono alla formazione del reddito imponibile se erogati nei limiti sopra indicati. Se, però, sforano i 1.000 euro o i 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico, sono assoggettati all’Irpef per intero, e non solo per la parte che eccede il limite.

Va sottolineato che i il datore di lavoro non è obbligato a erogare beni, servizi o buoni ai propri dipendenti, ma si tratta di una libera scelta dell’azienda.

Se il datore di lavoro, però, decide di fornire queste agevolazioni ai propri dipendenti come integrazione alla retribuzione, per quel che riguarda i buoni carburante il limite massimo è fissato, appunto, a 1.000 euro e sale a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico (da tenere conto, però che questo limite si applica ai buoni carburante solo in assenza di altri fringe benefit, altrimenti si devono cumulare).

Rimborsi benzina, quando e a chi spettano?

Il rimborso benzina, a differenza dei buoni carburante, non ha un limite stabilito e può essere, quindi, illimitato. Non può essere erogato indistintamente a tutti i lavoratori, visto, appunto, che si tratta di un rimborso per i dipendenti che hanno usato il proprio veicolo per esigenze aziendali.

Il rimborso in questione non riguarda solo la benzina consumata, ma anche l’usura del veicolo. Si tratta del rimborso chilometrico che è riconosciuto quando i dipendenti utilizzano il proprio mezzo di trasporto privato per trasferte di lavoro o altre esigenze aziendali. Il rimborso, da erogare in busta paga, si calcola in base alle tabelle ACI che vengono aggiornate annualmente. A chi spetta?

In generale il rimborso è riconosciuto ai lavoratori che si recano per l’azienda in un luogo diverso rispetto a quello abituale di lavoro, che svolgono compiti e mansioni per conto del datore di lavoro utilizzando un veicolo proprio.

In questo caso il rimborso va richiesto con apposita domanda, ogni mese che si verificano le condizioni sopra citate e nella richiesta va indicato il veicolo utilizzato, i chilometri percorsi, il punto di partenza e quello di arrivo (e l’eventuale ritorno).

Nelle tabelle Aci si trova stimato il costo chilometrico per ogni veicolo (modello, marchio e serie) e sarà necessario moltiplicare questo costo per i chilometri percorsi.

Il rimborso chilometrico non sempre è esentasse, ma comunque prevede una tassazione diversa rispetto alla normale retribuzione. Nello specifico:

  • se lo spostamento è all’interno del Comune in cui si trova la sede di lavoro, il rimborso è tassato in modo ordinario, come la retribuzione;
  • per spostamenti al di fuori del Comune il rimborso è esentasse, a patto che si basi sulle tabelle Aci.

Va fatta una precisazione al riguardo dei rimborsi chilometrici: non sono previsti per il tragitto casa-lavoro del dipendente, a meno che non si tratti di lavoratori che non hanno una sede di lavoro fissa (agenti di commercio o addetti alle consegne, per esempio).

Da sottolineare, infine, che i buoni carburante sotto forma di fringe benefit possono essere cumulati con il rimborso chilometrico.

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