La casa automobilistica di Detroit è impegnata nella realizzazione di un piano che prevede il taglio della risorse nelle aree dove i risultati non sono positivi
Come se non bastasse la crisi dei chip che sta colpendo anche l’industria automobilistica, Ford ha annunciato la chiusura di due impianti in India, dopo le ingenti perdite arrivate in questi anni.
Stop alla produzione di Ford in India
A essere interessati alla chiusura saranno i siti di Sanand e Chennai in india, dove la produzione verrà interrotta tra il quarto trimestre 2021 e il secondo trimestre 2022.
Al tempo stesso, Ford ha annunciato anche l’espansione del proprio team Ford Business Solutions con sede sempre a Chennai.
Da Ford hanno rassicurato sul permanere dell’attività di fornitura di ricambi agli attuali clienti, oltre all’assistenza e al supporto in garanzia.
A portare il management di Ford a questa decisione sono state le perdite operative cumulate pari a oltre 2 miliardi di dollari negli ultimi 10 anni, oltre ad una svalutazione non operativa di 0,8 miliardi di dollari di asset nel 2019.
Un piano difficile
L’operazione di chiusura degli impianti indiani rientra nel piano stabilito da Ford che prevede azioni «difficili ma necessarie», secondo le parole di Jim Farley, Presidente e Ceo della casa americana.
Il piano si pone l’obiettivo di rendere l’attività redditizia in modo sostenibile e a lungo termine, collocando il capitale nelle aree migliori.
Nonostante gli investimenti fatti in India, con l’accumulo di grosse perdite, la domanda di veicoli è stata molto più debole rispetto alle previsioni della società.
Il piano, inoltre, prevede per la casa di Detroit un taglio di circa 4 mila dipendenti, tramite il quale conta di registrare costi di ristrutturazione al lordo delle imposte di circa 2 miliardi di dollari, di cui circa 0,6 miliardi nel 2021 e circa 1,2 miliardi nel 2022, con il saldo che arriverà negli anni successivi.
La crisi dei chip colpisce Ford
I problemi di Ford in India si aggiungono all’ormai cronica crisi dei chip che sta colpendo pesantemente anche la società americana.
Secondo i dati di Buy Shares, Ford sarebbe, insieme a Chevrolet, il marchio statunitense più colpito dalla mancanza di chip, con oltre 230 mila auto in meno, mentre complessivamente sarebbero venute meno 370 mila vetture negli USA.
Al secondo posto troviamo Chevrolet con una produzione ridotta di 140.800 unità, mentre a seguire c’è Jeep con un taglio di circa 138.700 vetture.
La crisi si è generata quando le fabbriche di auto hanno annullato gli ordini di nuovi chip dopo la chiusura decisa con la pandemia, ma a diversi mesi dalle riaperture restano le difficoltà nell’approvvigionamento dei semiconduttori che sta impattando su diversi settori economici e non solo su quello automobilistico.
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