Fotovoltaico, in arrivo una nuova tassa per chi ha un impianto?

Simone Micocci

17 Luglio 2024 - 17:39

C’è lo spettro di una nuova tassa per chi ha un impianto fotovoltaico a casa e immette energia nel sistema. È davvero possibile? Ecco come stanno realmente le cose.

Fotovoltaico, in arrivo una nuova tassa per chi ha un impianto?

Nell’ultimo periodo si parla molto di una nuova tassa sugli impianti fotovoltaici che per quanto non riguardi l’Italia (almeno per il momento) potrebbe essere indicativo della direzione che stanno prendendo le energie rinnovabili.

Nel dettaglio, è in Australia che presto verrà introdotta una vera e propria tassa solare che dovranno pagare i possessori di un impianto fotovoltaico per l’energia immessa nel circuito nazionale. Un vero e proprio paradosso visto che chi ha investito nel fotovoltaico lo ha fatto proprio per rivendere energia e beneficiare così di un consistente sconto in bolletta.

Adesso potrebbe andare diversamente, con il governo australiano che appunto ha preso una decisione impopolare ma necessaria.

Una situazione che ci vede lontani più di 14 mila chilometri ma che in realtà potrebbe ripetersi anche da noi. I problemi che hanno portato l’Australia ad adottare una tale decisione, infatti, si stanno verificando anche in Europa: non è da escludere, quindi, che una tassa solare possa essere la soluzione anche nel nostro Paese, per quanto al momento i tempi non siano ancora maturi.

Perché l’Australia sta tassando chi ha un impianto fotovoltaico

Inizialmente le fonti rinnovabili erano viste come una valida opportunità per avere energia green e a basso costo. Ed effettivamente i presupposti non sono cambiati, in quanto di certo non si possono negare i vantaggi di un tale strumento.

Ma ci sono anche degli svantaggi, come ad esempio il fatto che la produzione di energia in alcuni casi è incontrollabile. Di fatto un impianto fotovoltaico non si può spegnere: per questo succede che in alcune fasce della giornata ci sia più energia di quella che effettivamente sia necessaria, anche perché l’infrastruttura è impreparata a gestire un tale afflusso in quanto incapace di redirezionarla nelle zone dove invece ce ne sarebbe bisogno.

Avere energia in surplus è un vero e proprio problema che sta caratterizzando la maggior parte di quei Paesi che in questi ultimi anni hanno previsto una serie di incentivi sulle rinnovabili.

Il che ha provocato una crescita esponenziale degli impianti, arrivando così a un punto che sembra essere di non ritorno almeno fino a quando non ci sarà quell’ammodernamento dell’infrastruttura che consentirebbe di incrementare i confini entro cui si riesce a distribuire l’energia prodotta dalla rinnovabili o comunque di accumulare quella in eccesso.

Nel caso dell’Australia, appunto, questo problema ha portato il governo a prendere una decisione impopolare ma necessaria, in quanto in caso contrario c’era il rischio di congestionare la rete.

Allorché è lecito chiedersi se un tale scenario potrebbe verificarsi anche in Italia, ossia se anche nel nostro Paese è lecito aspettarsi l’arrivo di una nuova tassa sugli impianti fotovoltaici.

La situazione in Europa (e in Italia)

Come anticipato, la situazione che ha portato il governo australiano a prendere una tale decisione non riguarda prettamente l’Australia. Non dobbiamo allontanarci troppo dall’Italia, infatti, per trovare Paesi che nell’ultimo anno stanno registrando sempre più fasce orarie in cui il prezzo dell’energia diventa negativo, dimostrando appunto un eccesso di produzione rispetto a quella che è la domanda.

In particolare questa situazione si sta verificando in Germania, Olanda e Danimarca, ma anche Spagna e Portogallo iniziano a registrare i primi segni meno. In questo modo il cliente finale viene persino pagato per consumare maggiore energia: un paradosso necessario per evitare che si sopraggiunga al sovraccarico dei sistemi di stoccaggio e di trasmissione per l’energia.

E l’Italia? Al momento nel nostro Paese non è ancora formalmente possibile avere dei prezzi negativi, in quanto non sono previsti dalla normativa nazionale del mercato all’ingrosso. Ma le cose potrebbero presto cambiare attraverso la condivisione delle regole di bilanciamento europeo dell’energia, anche perché il nostro Paese sta comunque registrando un notevole incremento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.

Una tassa per chi immette energia è inevitabile?

Laddove si continuasse ad andare nella direzione di un incremento incontrollato della produzione di energia rinnovabile allora sì che quanto successo in Australia potrebbe rappresentare uno scenario concreto anche per l’Italia.

Ma va detto anche che per il momento è presto per preoccuparsene poiché comunque gli Stati stanno predisponendo le adeguate contromisure per risolvere una tale situazione. In particolare attraverso investimenti tanto sull’infrastruttura quanto sui sistemi di accumulo che nel prossimo futuro saranno efficienti a tal punto da permettere di immagazzinare energia nei momenti di massima produzione per poi poterla utilizzare nelle altre fasce orarie della giornata. Solo così la transizione energetica potrà dirsi completata.

Ovviamente ci vorrà tempo, per il momento quindi consigliamo di pianificare al meglio un investimento nel fotovoltaico, iniziando dal dotarsi fin da subito di un sistema di accumulo ed evitare il più possibile le immissioni nel sistema che seppure oggi permettono di guadagnare qualche extra (ma i guadagni sono sempre meno) in futuro rischiano di essere considerato un malus con tanto di conseguenze economiche.

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