Fondi di investimento contro Bolsonaro, la sua gestione del coronavirus e il disboscamento dell’Amazzonia. Ritirati oltre 30 miliardi in 3 mesi, ed è solo l’inizio
In Brasile è allarme fuga di capitali. La Banca centrale del Paese ha comunicato che in 12 mesi gli investitori stranieri hanno ritirato oltre 50 miliardi di dollari, 31,7 dei quali solo nei mesi di marzo, aprile e maggio di quest’anno. Intanto un gruppo di 30 fondi di investimento che, complessivamente, gestisce 3.700 miliardi di dollari ha lanciato un ultimatum al presidente Jair Bolsonaro affinché si impegno contro la deforestazione.
Coronavirus, dal Brasile è fuga di capitali
La Banca centrale ha messo in evidenza la preoccupante uscita di capitali dal mercato brasiliano in concomitanza con la pandemia di coronavirus.
Il deflusso è in atto in tutte le economie emergenti, ma il Brasile è fra i più interessati. Il Paese è stato il primo dell’America Latina ad essere investito dall’ondata pandemica, e l’atteggiamento negazionista di Bolsonaro è stato visto con preoccupazione dagli osservatori internazionali.
Secondo l’Istituto, il flusso negativo da 50,9 miliardi è il più grande accumulato in 12 mesi dell’intera serie di conti esteri brasiliani, iniziata a fine ‘95. Nello stesso periodo dello scorso anno si era invece registrato un afflusso netto di fondi per $9,7 miliardi.
Fuga di capitali dal Brasile, pesa instabilità politica
La pandemia di coronavirus non è l’unico fattore per cui il deflusso si sta verificando con più forza in Brasile. Secondo la stampa locale, gli analisti finanziari spiegano la differenza rispetto ad altri Paesi emergenti con le incertezze politiche derivanti dal governo di Bolsonaro.
Persino il direttore della Banca centrale del Brasile, Campos Neto, ha ammesso la posizione del governo rispetto alla conservazione dell’ambiente contribuisce alla riduzione degli investimenti esteri.
Brasile, l’ultimatum degli investitori: basta deforestazione
In una lettera inviata alla stampa da un gruppo di fondi d’investimento rappresentato dalla compagnia assicurativa norvegese Storebrand Asset Management, si legge nero su bianco: “L’aumento della deforestazione negli ultimi anni, combinata con le notizie di smantellamento delle agenzie di sorveglianza delle politiche ambientali e dei diritti umani, sta creando una diffusa incertezza sulle condizioni per investire o offrire servizi finanziari in Brasile”.
Come segnala l’agenzia di stampa Nova, il gruppo minaccia di “rivedere i propri investimenti in Brasile” nel caso il governo non adotti “misure più efficaci per ridurre il disboscamento della foresta pluviale amazzonica”.
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