Gas, il piano del governo per raddoppiare le estrazioni e la produzione in Italia

Stefano Rizzuti

03/11/2022

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, spiega che il governo vuole raddoppiare la produzione di gas in Italia: ecco dove potrebbero aumentare le estrazioni.

Gas, il piano del governo per raddoppiare le estrazioni e la produzione in Italia

L’Italia attende l’Ue sulle misure contro il caro energia, ma intanto il governo Meloni inizia a predisporre il suo piano per aumentare la produzione di gas nazionale e arrivare, magari, a raddoppiarla. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, spiega qual è la strategia dell’esecutivo in un’intervista a la Repubblica.

Secondo il ministro l’Europa è in ritardo sulle misure da adottare e assicura che comunque l’Italia si muoverà presto. Dopo il confronto con l’Ue - oggi Giorgia Meloni sarà a Bruxelles - “saremo pronti a intervenire”, assicura Urso. Anche sul fronte delle estrazioni e della produzione nazionale.

In particolare, secondo il ministro, l’Italia può raddoppiare la sua produzione di gas in un anno. Anche e soprattutto grazie alle trivellazioni nel centro Adriatico che, a suo avviso, permetterebbero di far diventare il nostro Paese “un esportatore in futuro”. Qual è, quindi, il piano del governo sul gas?

La produzione di gas in Italia: il piano del governo

Urso spiega che l’Italia dieci anni fa produceva 13 miliardi di metri cubi l’anno dagli stessi giacimenti attuali: oggi invece questa cifra si ferma e 3 miliardi. La differenza è stata colmata grazie alle forniture russe, ma ora la situazione è cambiata e dovrà cambiare ulteriormente: “Si può ripartire raddoppiando la produzione dagli attuali pozzi e poi con le trivellazioni nell’Adriatico centrale al largo delle coste, c’è un giacimento comune con la Croazia da cui estrarre 70 miliardi di metri cubi in più anni”, spiega.

Per il ministro, inoltre, dovremmo diversificare le fonti e a quel punto - grazie anche all’aumento di produzione nazionale - saremo “in grado di esportare energia verso i Paesi del Nord”. La posizione di Urso è condivisa anche dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che nel suo discorso programmatico ha già detto che “i nostri mari hanno giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare a pieno”.

Dove l’Italia può estrarre più gas

Attualmente sono circa 90 le trivelle attive in 15 diverse regioni italiani. Tra mare e terra, secondo alcune stime, l’Italia avrebbe a disposizione circa 110 miliardi di metri cubi di gas: 45 certi, 45 considerati probabili e altri 20 possibili ma non sicuri. Le trivelle oggi si concentrano soprattutto in Lombardia ed Emilia-Romagna e poi sulla costa adriatica (Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia).

Se si decidesse di aumentare le estrazioni nazionali si punterebbe soprattutto sul Canale di Sicilia e sul medio Adriatico. I giacimenti più promettenti sarebbero in Abruzzo, Calabria Emilia-Romagna, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Veneto. Aumentando le estrazioni si potrebbe quindi arrivare a raddoppiare la produzione interna.

L’intervento contro il caro energia

Urso parla anche in generale della gestione della crisi energetica e del caro bollette. Il primo decreto sul tema del governo Meloni necessita di tempo, spiega, perché serve prima verificare le risorse a disposizione. Anche “in attesa di un intervento che l’Europa può e deve fare”.

Secondo il ministro, l’Ue sarebbe dovuta intervenire prima, quando lo ha chiesto Draghi. Inoltre va risolto il problema della speculazione sul prezzo del gas, secondo Urso, perché i costi hanno avuto un’impennata che “ha frenato la crescita italiana”. La speranza del governo è che l’Ue intervenga velocemente sul tetto al prezzo del gas e sul disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Poi toccherà al governo varare le misure nazionali “per ridurre il costo dell’energia”.

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