Gas, riscaldamenti spenti in case e uffici a ottobre: i risparmi basteranno a evitare i razionamenti? Cosa succederà in inverno

Stefano Rizzuti

21/11/2022

Il clima mite ha portato a una riduzione dei consumi di gas a ottobre e novembre, con riscaldamenti spenti in case e uffici: basterà a evitare la riduzione forzata dei consumi in inverno?

Gas, riscaldamenti spenti in case e uffici a ottobre: i risparmi basteranno a evitare i razionamenti? Cosa succederà in inverno

Il clima mite delle ultime settimane porta buone notizie per i consumi del gas in Italia. E, di conseguenza, per l’accensione dei riscaldamenti e i consumi legati all’uso dei termosifoni nelle abitazioni private e negli uffici. L’autunno più caldo del previsto, con temperature al di sopra della media, se da una parte preoccupa per il cambiamento climatico dall’altra porta qualche buon segnale in vista dell’inverno sul fronte del gas.

Da inizio ottobre sono stati risparmiati più di 3 miliardi di metri cubi di gas. Non poco, se pensiamo che corrispondono a quasi il 5% dei consumi annuali. E questi risparmi potrebbero garantire maggiore tranquillità a tutti i cittadini per i prossimi mesi, ma anche per l’inverno successivo.

La partita del gas, infatti, non si gioca solo su questa stagione, ma anche su quella del 2023/2024, quando l’Italia rischia di restare a corto di riserve. Motivo per cui mettere da parte più gas sarebbe fondamentale per superare non solo quest’inverno, ma arrivare anche preparati al prossimo. Ma questi risparmi sono sufficienti per avere una maggiore tranquillità?

Gas, le temperature e i riscaldamenti

Erano più di 50 anni che non si registravano temperature medie così alte a ottobre in Italia. Un clima particolarmente mite che ha consentito un ulteriore rinvio dell’accensione dei riscaldamenti, già slittata a livello nazionale. I sindaci sono andati oltre, spostando ancora in avanti l’accensione dei termosifoni nelle case e negli uffici.

La buona notizia sulle temperature non riguarda solo il mese di ottobre, peraltro, considerando che anche a novembre l’accensione è slittata grazie alle temperature sopra la media. Le temperature, infatti, sono scese solamente negli ultimi giorni ed è così partita l’accensione dei riscaldamenti in alcune zone, anche se spesso in forma ridotta. E quindi, comunque, con consumi minori rispetto agli scorsi anni nello stesso periodo.

Riscaldamenti spenti, cosa cambia per le bollette

Il rinvio dell’accensione dei riscaldamenti e la conseguente riduzione dei consumi avrà effetti positivi anche in bolletta. Le tariffe del gas verranno aggiornate da Arera a fine mese e si spera si possa confermare il trend della scorsa rilevazione, quando si è registrato un calo del 13% sui prezzi per gli utenti finali.

Le scorte di gas: gli stoccaggi reggono

I tre miliardi di metri cubi di gas risparmiati non solo servono per coprire le mancate forniture dall’estero (per due miliardi), ma hanno anche portato a un maggior riempimento degli stoccaggi per un miliardo di metri cubi. Secondo i dati Snam, gli stoccaggi italiani sono ora al 96%, un tasso molto alto considerando che sono iniziati anche i prelievi per motivi commerciali.

Prelievi che sono stati compensati dalle importazioni non utilizzate. Tanto che l’Italia sta addirittura continuando a esportare, in un periodo di consumi solitamente più elevati, una parte del gas verso altri paesi con prezzi più alti.

Cosa succederà in inverno: razionamenti più lontani?

Lo spettro dei razionamenti per i consumi del gas sembra quindi più lontano, anche se una riduzione dei consumi sicuramente c’è già stata e ci sarà a livello nazionale. C’è poi una previsione che fa ben sperare e che riguarda le riserve italiane ed europee. Secondo Goldman Sachs, infatti, a fine marzo 2023 gli stoccaggi in Ue resteranno pieni al 30%: se così fosse non si dovrà ricorrere alle riserve strategiche, fondamentali in vista dell’inverno successivo.

Le previsioni sono migliori di quelle precedenti, secondo cui gli stoccaggi sarebbero rimasti pieni solamente al 20% nel migliore degli scenari. Ovviamente queste previsioni andranno riviste sulla base di ciò che succederà da gennaio a marzo, quando farà più freddo e si dovrà ricorrere agli stoccaggi.

La speranza è che il clima mite di questi mesi sia di aiuto e che si continui con temperature non troppo rigide. Inoltre l’auspicio è che gli aiuti reciproci tra gli Stati Ue, in caso di difficoltà con le riserve strategiche, così come gli acquisti comuni di gas per riempire gli stoccaggi dalla primavera, possano essere un’altra fondamentale mano per evitare ulteriori razionamenti dei consumi.

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