Generali e la paura Francia di Meloni. Che fine fanno i BTP? Il Leone risponde alla domanda

Laura Naka Antonelli

30 Gennaio 2025 - 13:22

Che succederà al forziere dei BTP di Generali con il nuovo piano (e soprattutto con quell’accordo che spaventa non solo il governo Meloni ma tutta l’Italia?)

Generali e la paura Francia di Meloni. Che fine fanno i BTP? Il Leone risponde alla domanda

Assicurazioni Generali oggi grande protagonista di Piazza Affari, dopo la presentazione del piano strategico triennale “Lifetime Partner 27: Driving Excellence”, ma non solo.

Il Leone di Trieste è entrato infatti suo malgrado nella girandola dei rumor e delle dichiarazioni circolate a Piazza Affari, dopo la notizia dell’OPS lanciata da MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, venerdì scorso 24 gennaio.

L’obiettivo del blitz, orchestrato dall’asse Delfin, cassaforte della famiglia Del Vecchio e dall’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, e sostenuto dal governo Meloni, sarebbe di fatto quello di blindare il più possibile il DNA italiano di Generali, che ha appena siglato un accordo non vincolante con i francesi di Natixis: una intesa indigesta non solo per Meloni & Co., ma per tutta la politica italiana, che teme che i risparmi italiani possano espatriare in Francia, o essere dirottati a favore di altri asset non made in Italy.

A tal proposito, vale la pena di ricordare il ruolo dei due player Delfin e Caltagirone, che risultano tra i maggiori azionisti di MPS, così come anche di Mediobanca e di Generali.

Intrecci azionari che sono stati messi in evidenza da Mediobanca qualche giorno fa, nel bocciare l’offerta del Monte dei Paschi di Siena. Bocciatura a cui MPS ha replicato tuttavia prontamente.

MPS-Mediobanca, no comment da Donnet. Generali concentrata su attuazione nuovo piano

La paura più grande per l’Italia di Meloni, ma anche per molti partiti di opposizione, porta il nome di BTP: in pancia Generali ha 36 miliardi di BTP, titoli di Stato italiani che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni vuole a tutti i costi assicurare che rimangano blindati in Italia e dagli italiani.

Già giorni fa, nell’annunciare l’accordo con Natixis, società del risparmio gestito che fa capo alla banca transalpina BPCE, il CEO di Generali (francese) Philippe Donnet aveva definito gli alert sul rischio che il gruppo da lui guidato potesse mettere in pericolo i BTP italiani “una bufala”.

Oggi, nel presentare il piano, Donnet ha preferito rispondere con un no comment all’OPS di MPS su Mediobanca, primo azionista di Generali:

Mi dispiace, ma io non farò commenti su questa vicenda. Oggi sono molto focalizzato nello spiegare il nostro piano strategico al mercato, è molto importante”, ha tagliato corto l’amministratore delegato del Leone di Trieste, sottolineando che la squadra di Generali ora è già concentrata “sull’implementazione di questo piano, perché noi viviamo in un mondo con delle opportunità ma anche con delle sfide e siamo tutti focalizzati sulla creazione di valore per tutti i nostri azionisti e per tutti i stakeholders”(vedi maxi regalo dividendi).

Generali e l’accordo con la Francia che fa tremare l’Italia. Con nuovo piano più o meno BTP?

Inevitabili le dichiarazioni sull’accordo con i francesi di Natixis che tanto spaventa l’Italia, e che dovrebbe tradursi nella creazione di una joint venture. Il completamento dell’operazione, ha precisato a tal proposito Donnet, avverrà “probabilmente a gennaio 2026”.

Di BTP presenti nel bilancio di Generali ha parlato invece il direttore finanziario CFO di Generali, Christiano Borean, rispondendo alla domanda specifica rivoltagli sulla possibilità che il nuovo piano strategico del Leone oggi presentato si traduca in un maggiore acquisto oppure in una diminuzione di shopping dei titoli di Stato italiani.

Il portafoglio BTP di Generali, ha sottolineato Borean, evolverà sulla base di una “diversificazione sulla full asset allocation”.

Tra le frasi cruciali proferite oggi dai vertici di Generali che interessano le varie partite di risiko bancario che si sono aperte a Piazza Affari, occhio anche a quella di Donnet che, pur non volendo commentare l’OPS di MPS su Mediobanca, si è così espresso sulla contendibilità di Generali, e dunque sul rischio che il gruppo possa diventare oggetto di possibili scalate.

Quasi tutte le public company sono contendibili, ma la contendibilità non impedisce di fare il lavoro che deve fare l’azienda, questa società è più forte che mai. Abbiamo un Solvency Ratio tra i più alti del settore che ci consente di proteggere i nostri assicurati ”. E, ha rimarcato ancora il CEO, “questa capacità di protezione non è in discussione”.

Donnet su sovranità finanziaria: molta confusione in Italia. E cita i fondi previdenza italiani

Non solo: stando a quanto riporta Radiocor, Donnet ha comunque rilasciato dichiarazioni sul tema della cosiddetta sovranità finanziaria. Intanto, ha puntualizzato, l’operazione con Natixis “non sarà trasformativa per Generali ma per l’asset management di Generali ”.

Di fatto, ha affermato il numero uno di Generali, “c’è stata molta confusione sul tema. In questo Paese alcuni non fanno differenza tra asset owner e asset manager”; detto questo, noi “ non rinunciamo a nessun controllo sulla gestione degli investimenti ”.

Anzi”, ha rassicurato il CEO, “sarà anche meglio rispetto a prima, perché avremo più controllo sugli investimenti, non daremo mandati di gestione a società terze a cui poi vanno anche pagate le commissioni”.

Infine, la domanda: “Perché quando alcuni fondi di previdenza italiani danno mandati di gestione a società americane nessuno dice nulla ”?

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.