Una proposta di legge in Francia vuole limitare lo sharenting: la pubblicazione sui social di foto dei figli. Potrebbe arrivare anche in Italia, segnando la fine degli influencer in stile Ferragnez?
Una proposta di legge per limitare il cosiddetto “sharenting”, cioè la pratica di condividere e pubblicare sui social immagini e foto dei figli minorenni. Insomma, quello che fanno quotidianamente molti influencer (come i Ferragnez in Italia), che presto potrebbero essere colpiti dalla riforma. Accade in Francia, dove a presentare in Parlamento il testo è il deputato Bruno Studer, del partito del presidente Emmanuel Macron. Potrebbe arrivare anche in Italia?
La parola sharenting è entrata nell’Oxford English Dictionary a giungo 2022, visto il diffondersi di questo fenomeno tra gli adulti di età molto diverse. Non solo influencer, quindi, ma anche tante persone “comuni”, che potrebbero essere limitate nella pubblicazione di contenuti sui social network.
Quanti genitori postano foto dei bambini online?
Secondo un rapporto 2018 del Children’s Commissioner for England “si stima che un bambino appaia in media in 1300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni, sui propri account, su quelli dei genitori o dei familiari”. Facebook, Instagram e altre piattaforme: sono tutte coinvolte nel fenomeno di massa della condivisione delle foto dei minori.
Per l’Observatoire de la parentalité & de l’éducation numérique il 53% dei genitori francesi ha condiviso contenuti sul proprio figlio o figlia e il 43% lo ha fatto a partire dalla sua nascita. In generale in tutto l’Occidente il 40% dei genitori pubblica foto o video dei figli.
Sharenting, cosa rischiano i bambini
La proposta di legge parte dall’ipotesi che il bambino o la bambina, una volta diventato adulto, potrebbe rivendicare la sua intimità e la sua privacy, in qualche modo violata senza il suo consenso dai genitori. Foto e video potrebbero infatti avere un impatto significativo sulla vita futura di quei bambini, magari con possibili episodi di bullismo oppure discriminazione al lavoro o in altre circostanze di vita.
C’è poi la macro-questione della pedopornografia, con foto liberamente accessibili sui social che possono finire su siti web hard. E ancora: i furti d’identità sono centinaia ogni giorno. Insomma, come sintetizzato da Save the Children si tratta di “tracce digitali, su cui i bambini non hanno controllo, ma che vanno a sedimentarsi in rete diventando parte dell’identità digitale dei ragazzi”. Queste tracce possono diventare nel tempo dei veri e propri macigni.
Il presidente Macron si è detto più volte preoccupato dal fenomeno dello sharenting e il promotore della legge è un ex professore, che ha raccontato di essere stato testimone di molti episodi di bullismo, originato da foto postate online dai genitori dei ragazzi.
Cosa prevede la proposta di legge anti-influencer in Francia
La proposta di legge dice che la protezione della vita privata è uno dei compiti delle mamme e dei papà, quindi i figli devono essere consapevolmente associati alle scelte che li riguardano.
Il testo, poi, ipotizza di togliere ai genitori il diritto all’immagine dei figli, per affidarla a una terza persona. Tuttavia l’intento generale è più informativo che repressivo. Già oggi, comunque, in Francia i bambini, quando diventano maggiorenni, possono denunciare i genitori, che a quel punto rischiano fino a un anno di galera o 35mila euro di sanzione.
Se poi c’è un divorzio le foto pubblicate da uno dei genitori possono essere usate nelle cause per chiedere l’affidamento esclusivo dei bambini.
Arriva un limite agli influencer anche in Italia?
Difficile capire se un limite del genere alla pubblicazione delle foto dei figli potrebbe arrivare anche in Italia. Andando a vedere i profili social della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a differenza del collega francese Macron, si scopre che ci sono diverse foto della figlia.
In questo caso, però, la bambina (Ginevra), non viene mai ripresa in viso o quantomeno le sue fattezze sono in parte coperte. Il marito della presidente, Andrea Giambruno, è invece presente e riconoscibile. La titolare di Palazzo Chigi si è sempre detta favorevole a condividere immagini di vita quotidiana, ma anche a proteggere la privacy della bambina.
La posizione di Fratelli d’Italia rispetto agli influencer, poi, non è mai stata pregiudiziale, ma di certo il concetto della privacy familiare conta. Un’eventuale proposta di legge sul modello francese in Italia, quindi, potrebbe limitare la riconoscibilità dei figli nei contenuti sui social network.
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