Seduta caratterizzata da un generale ribasso per i future sulle materie prime. Il gas naturale si aggiudica la performance peggiore di oggi, mentre l’oro nero testa i massimi a due mesi prima di ripiegare
La seduta odierna per il settore delle materie prime si appresta a concludersi in generale ribasso. La peggiore performance del giorno è del natural gas che cede il 2,01%, in seconda posizione il Brent che al momento perde l’1,90%. Lo zucchero si aggiudica invece il terzo posto nel podio delle peggiori performance di oggi.
In territorio negativo, seppur di minore entità anche i metalli preziosi: l’oro e l’argento perdono lo 0,27% e lo 0,18%, il platino lo 0,51%. Tra i segni positivi spicca invece il caffè che segna un progresso del 2%, sopra la parità anche rame mais e frumento in saldo positivo di circa mezzo punto percentuale.
Il focus del giorno: Brent ai massimi da due mesi
Nell’ultimo mese, le quotazioni del Brent hanno guadagnato il 10,17% permettendo ai prezzi di portarsi a 63,63 dollari il barile, massimi segnati durante la prima decade di dicembre, prima di ristabilirsi a 62,67 dollari al barile.
Andamento del Brent da settembre 2018. Fonte: Bloomberg
Le quotazioni dell’oro nero si sono apprezzate principalmente per due motivi: i tagli varati dall’OPEC e le sanzioni Usa nei confronti del Venezuela.
A gennaio 2019, secondo le indicazioni riportate da Bloomberg, le forniture OPEC hanno fatto registrare il calo maggiore degli ultimi due anni. Lo scorso mese, i Paesi facenti parte del Cartello hanno ridotto l’output di 1,53 milioni di barili rispetto a dicembre portandolo a 31,02 milioni di barili.
L’Iran ha tagliato meno di quanto preventivato mentre la riduzione di output varata dall’Arabia Saudita ha superato il target fissato in sede OPEC Plus. Inoltre nell’ultima rilevazione gli speculatori hanno aumentato le posizioni nette lunghe sul Brent a 232.703 lotti, il livello maggiore da inizio novembre.
Come già osservato in precedenza, l’incremento è principalmente da ricondurre alla copertura di posizioni ribassiste, piuttosto che ad un vero sentiment positivo sull’oro nero.
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