Originaria dell’Atlantico, questa specie aliena è molto aggressiva e sta creando seri danni all’ecosistema. Le regioni chiedono provvedimenti urgenti.
In Italia c’è un allarme per il granchio blu, crostaceo originario delle coste di Usa, Argentina e Nuova Scozia arrivato in Europa probabilmente a bordo di navi mercantili e che oggi si sta diffondendo rapidamente soprattutto nella zona dell’Adriatico.
C’è preoccupazione perché si tratta di una specie molto aggressiva capace di fare razzia soprattutto di molluschi ma anche avanotti e vegetali causando gravi danni all’ecosistema ma anche all’economia ittica del territorio. Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno chiesto provvedimenti urgenti al governo arrivando anche ad ipotizzare una richiesta di stato di calamità naturale. Questo permetterebbe di accedere a fondi per fare ricerca su questo granchio e studiare possibili soluzioni.
Al momento il governo ha autorizzato il prelievo forzato di questo crostaceo e in alcuni ristoranti è già in vetrina in vendita con piatti che hanno un costo inferiore anche ad un semplice spaghetto con le vongole.
Granchio blu: cos’è e dove si trova
Il nome scientifico di questo crostaceo è Callinectes sapidus Rathbun. Si tratta di una specie originaria dell’Atlantico che forse grazie a navi mercantili e a clima favorevole, è arrivato nei nostri mari dove si sta riproducendo rapidamente fino a creare una vera emergenza.
Il primo avvistamento nelle coste italiane risale al 2008 quando fu trovato in Basilicata, poi man mano è comparso in Abruzzo, Puglia e Alto Adriatico. Nell’ultimo quinquennio esemplari sono stati segnalati anche nel Meridione Occidentale, lungo le coste campane. Segnalazioni sono arrivate anche in Lazio, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sicilia.
Al momento a preoccupare maggiormente è la zona dell’Alto Adriatico tra Emilia e Veneto dove la presenza è diventata costante ed elevata. Si pensi che ogni femmina produce 2 milioni di uova ed è quindi secondo gli scienziati impossibile estirparlo anche perché non presenta nemici in natura se non l’uomo.
Questo granchio può arrivare a crescere fino a 15 centimetri di lunghezza per 23 di larghezza. Presenta un corpo più largo, di forma ellittica, con due spuntoni ai due lati del corpo e margine anteriore seghettato. Il ventre e la parte terminale sono di colore blu intenso e da qui l’origine del nome.
Si tratta di una specie onnivora che mangia di tutto ma predilige soprattutto molluschi come vongole e cozze. È molto aggressivo oltre ad essere molto veloce. La sua velocità lo spinge ad alimentarsi in continuazione, motivo per il quale devastano coltivazioni ittiche e banchi di pesce ma non solo: le sue chele distruggono anche reti da pesca causando gravi danni agli allevamenti ittici.
Quali rischi
Si tratta di una specie molto aggressiva che nell’ultimo periodo è cresciuta tanto di numero e per questo è arrivata a livelli preoccupanti. Le associazioni degli itticoltori chiedono provvedimenti urgenti al governo per provare ad arginare il problema. Impossibile eliminarlo dalle acque, ciò che si può fare è pescarlo e dare modo ai pescatori di commercializzarlo.
Le regioni chiedono quindi che venga promosso il consumo alimentare di questo granchio blu in modo da incentivarne il commercio e la pesca creando quindi un indotto per i pescatori danneggiati dal calo di produzione soprattutto di molluschi. Qualcuno ha già preso la palla al balzo e sta già proponendo piatti a base di granchio blu.
Oltre a questo le associazioni chiedono un monitoraggio dei danni per vedere poi riconosciuto dal ministero lo stato di calamità con adeguati ristori agli addetti ai lavori danneggiati.
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