Un grave disastro climatico potrebbe presto colpire il mondo

Maria Paola Pizzonia

6 Agosto 2024 - 22:11

Il rischio di un disastro climatico è imminente: il collasso di un sistema vitale di correnti oceaniche potrebbe colpire il mondo prima del previsto.

Un grave disastro climatico potrebbe presto colpire il mondo

Anche oggi l’emergenza climatica porta nuove devastanti conseguenze.

Un nuovo studio, condotto da rinomati ricercatori dell’Università di Utrecht nei Paesi Bassi, ha rivelato una notizia preoccupante. Sembra che un sistema vitale di correnti oceaniche nell’Oceano Atlantico sia a rischio collasso.

Cosa stiamo rischiando?

Questa catastrofe potrebbe avvenire a breve, già intorno al 2030. L’eventualità porterebbe a cambiamenti importanti, ma soprattutto irreversibili, per il mondo intero. Le ripercussioni di un tale evento sarebbero estremamente gravi, con potenziali impatti devastanti su clima e di conseguenza anche sull’economia e la società al livello mondiale.

Secondo i risultati della ricerca, il crollo delle correnti oceaniche potrebbe verificarsi più precisamente tra il 2037 e il 2064, ma è comunque molto probabile che ciò accada prima del 2050. Questa proiezione evidenzia l’urgenza di adottare misure efficaci per mitigare i rischi legati al cambiamento climatico. Siamo sempre più vicini alla stringente necessità di azioni immediate e coordinate a livello internazionale. Dobbiamo evitare un disastro ambientale di tale portata.

Un’emergenza già annunciata in Danimarca

L’Università di Utrecht non è la prima a giungere a questa conclusione. Lo scorso anno, uno studio simile condotto da ricercatori danesi aveva già evidenziato il rischio di un collasso delle correnti oceaniche, suggerendo che il fenomeno potrebbe verificarsi ancora prima di quanto inizialmente previsto.

Andreas Nyholm, meteorologo di TV 2, ha espresso moltissima preoccupazione per questo rischio. Egli ha sottolineato che un eventuale collasso delle correnti oceaniche provocherebbe cambiamenti significativi nel clima globale. Ad esempio, il clima danese potrebbe diventare simile a quello del Canada settentrionale o dell’Alaska.

Interviene anche René van Westen, coautore dello studio e ricercatore di oceani e atmosfera presso l’Università di Utrecht. René ha dichiarato alla CNN che la situazione è davvero seria. I due concordano sulla gravità dei risultati dello studio, sottolineando l’urgenza di affrontare la questione del riscaldamento globale.

Cos’è l’AMOC e perché è così importante

L’AMOC è l’acronimo di “Atlantic Meridional Overturning Circulation”, ovvero “Circolazione di Rovesciamento Atlantica Meridionale”. Rappresenta, in breve, un vasto sistema di correnti oceaniche nell’Oceano Atlantico. Questo sistema è una componente della “circolazione termoalina”, un importante responsabile del trasporto di calore attraverso gli oceani del mondo.

L’AMOC funziona attraverso un ciclo in cui l’acqua calda della superficie dell’Atlantico tropicale e subtropicale si muove verso nord. Lì si raffredda e aumenta in densità. Quando l’acqua è abbastanza fredda e densa, sprofonda nel profondo oceano e poi ritorna verso sud. Questo processo di affondamento e risalita dell’acqua è molto significativo per la terra. Esso aiuta a distribuire il calore e a regolamentare il clima globale.

La funzione dell’AMOC ci interessa perché influenza i modelli climatici su larga scala. Un esempio? Anzitutto contribuisce a mantenere gli inverni in Europa occidentale relativamente miti rispetto a quelli di altre regioni a latitudini simili, come il Canada settentrionale o l’Alaska.

Insomma, la stabilità dell’AMOC è essenziale per il mantenimento degli attuali equilibri climatici globali. Con l’aumento delle temperature globali e lo scioglimento del ghiaccio in Groenlandia, il conseguente afflusso di acqua dolce nell’Atlantico settentrionale può interferire con il processo, portando a un possibile arresto della circolazione.

Le preoccupazioni circa l’arresto dell’AMOC

Secondo lo studio dell’Università di Utrecht c’è un rischio del 59% che la circolazione si fermi prima del 2050. Dice Andreas Nyholm:

Personalmente, sono preoccupato per questo rischio, ma in generale, le conseguenze che sappiamo arriveranno con il riscaldamento globale sono già grandi.

Si accoda al dibattito Stefan Rahmstorf, un rinomato oceanografo tedesco dell’Università di Potsdam. Rahmstorf, sebbene non abbia partecipato direttamente allo studio, aggiunge un’opinione dopo una lettura delle analisi dei suoi colleghi. Sostiene che la probabilità di un collasso dell’AMOC è aumentata significativamente:

Fino a qualche anno fa, ne discutevamo come una sorta di rischio con bassa probabilità e alto effetto. Ora sembra molto più probabile.

Cinque anni fa, Rahmstorf stimava il rischio di un crollo al 10% per cento, mentre ora ritiene che il rischio sia superiore al 50%. Ma cosa comporta, nel pratico, tutto ciò?

Gravissime conseguenze per il pianeta, ma soprattutto in una parte del mondo

In tutto il mondo, il crollo dell’AMOC avrà gravi conseguenze. Le ripercussioni maggiori saranno però percepite nel Nord Europa. Il ghiaccio artico probabilmente si estenderà fino alla costa meridionale dell’Inghilterra dopo un collasso. Ciò causerà un raffreddamento significativo in tutta l’Europa, inclusa la Danimarca.

Le conseguenze di un collasso diretto dell’AMOC sono enormi per la Danimarca, poiché il clima diventerà rapidamente molto più freddo.

afferma Andreas Nyholm. Ma vediamo i dettagli.

Il cambiamento di temperatura sarà particolarmente evidente durante i mesi invernali. Lì in Danimarca si prevede un calo di temperatura di circa 17 gradi.

Valutiamo che attualmente l’inverno danese ha una temperatura media di circa 2 gradi. Quindi, se la temperatura dovesse diminuire di 17 gradi, la situazione cambierebbe significativamente: ci troveremmo ad affrontare inverni con una media di meno 15 gradi. Stiamo parlando di temperature simili a quelle di un normale febbraio a Ilulissat, in Groenlandia.

Continua Nyholm. Questa drastica riduzione della temperatura influenzerà non solo il comfort e la qualità della vita, ma avrà anche effetti devastanti sull’agricoltura, sulle infrastrutture e sull’ecosistema locale.

Un problema che riguarda tutti

Ma non saranno solo la Danimarca e il Nord Europa a essere messi in discussione. L’intero pianeta potrebbe essere gravemente influenzato.

Il mondo intero può essere messo alla prova in termini di cibo e di luoghi in cui le persone possono vivere, poiché un collasso dell’AMOC porterà a cambiamenti molto grandi nei modelli meteorologici globali.

Conclude Andreas Nyholm.

Diventa chiaro che un crollo dell’AMOC avrebbe conseguenze estese, che travalicano i confini europei e nordamericani. I cambiamenti nei modelli meteorologici globali potrebbero portare a periodi prolungati di siccità in alcune regioni e a inondazioni devastanti in altre. Questo potrebbe impattare l’agricoltura, che dipenderebbe da condizioni meteorologiche sempre più imprevedibili. Senza contare che le risorse idriche potrebbero diventare più scarse, e le popolazioni potrebbero trovarsi costrette a migrare verso aree più ospitali. Uno scenario quasi post-apocalittico, che dovremmo a tutti i costi evitare!

Siamo tutti farfalle, e la Terra è la nostra crisalide.

Sono le parole della scrittrice LeeAnn Taylor, riprese in occasione della Giornata Mondiale della Terra del 22 Aprile di quest’anno. Non dimentichiamo che il nostro futuro dipende dalla cura che riserviamo al nostro pianeta.

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