Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, non torna indietro sul green pass obbligatorio e prosegue sulla linea ferma contro i lavoratori no-vax: niente tamponi gratuiti né una riduzione dei prezzi.
Mario Draghi non ha dubbi. Il presidente del Consiglio non torna indietro sull’obbligo di green pass in tutti i luoghi di lavoro. Dal 15 ottobre per entrare al lavoro serve la certificazione verde e il governo esclude qualsiasi possibilità di proroga.
Allo stesso tempo Draghi tira dritto anche sui tamponi: non saranno gratuiti e il prezzo non verrà ulteriormente abbassato. L’obiettivo fissato da Palazzo Chigi resta quello di vaccinare il 90% degli italiani prima di pensare alla rimozione di alcune restrizioni come il green pass. E per farlo non si esclude neanche l’ipotesi dell’obbligo vaccinale per accelerare questo processo.
Perché Draghi non concederà i tamponi gratis ai lavoratori
La linea ferma di Draghi vale anche sui tamponi gratis, ipotesi che non viene neanche presa in considerazione dal presidente del Consiglio. Per due ordini di ragioni: da una parte perché verrebbe smentita la direzione politica finora intrapresa con il green pass per incentivare le vaccinazioni; dall’altra per una questione legata ai costi.
Rendere gratuiti i tamponi per tutti i lavoratori non vaccinati vorrebbe dire investire una quantità ingente di risorse sui test antigenici e molecolari mentre lo Stato ha già deciso chiaramente - e da tempo - la sua linea: la gratuità resta solo per i vaccini anti-Covid. Anche perché pagare i tamponi ai lavoratori vorrebbe dire spendere circa 500 milioni di euro al mese.
Governo esclude tamponi a prezzi ancora più bassi
L’ipotesi di tamponi a prezzi ulteriormente calmierati viene esclusa al momento da Draghi. Oggi i tamponi in farmacia costano 8 euro per i minorenni e 15 per i maggiorenni. E un ulteriore ribasso sembra un’ipotesi scartata da Chigi.
Si sta valutando di intervenire con una maggiorazione del credito d’imposta per le imprese che decidono di pagare i tamponi per i dipendenti. Oggi è previsto al 30% ma si potrebbe salire anche fino al 50%. Sul tema si discute ma ancora nulla è stato deciso.
La linea del governo è stata espressa da Draghi anche durante l’incontro con i sindacati. Sul credito d’imposta si deciderà dopo aver visto i primi dati per capire l’effettivo impatto dei primi giorni di green pass obbligatorio. L’apertura del presidente del Consiglio su questo tema, comunque, è stata confermata anche alle sigle sindacali.
Quanti tamponi potrebbero servire con obbligo green pass
Il governo sta provando a fare qualche calcolo sul numero di tamponi da effettuare. Secondo le stime di Gimbe potrebbero essere circa 3,8 milioni i lavoratori non vaccinati. Il che vorrebbe dire un netto aumento dei tamponi. Ora ne vengono effettuati su circa un milione di persone a settimana ma questo dato potrebbe salire fino a sette milioni. Il governo è comunque convinto che non ci sono problemi di approvvigionamento.
Tamponi gratuiti, la spaccatura nella maggioranza
La linea di Draghi sembra però scontentare più di un partito in maggioranza. Per la Lega e Matteo Salvini i tamponi devono essere gratuiti. Messaggio ribadito proprio nelle ultime ore seppur con un’apertura: “La deduzione fiscale è meglio di niente”, sottolinea.
Anche i 5 Stelle vogliono un intervento a favore dei lavoratori senza green pass, anche se in questo caso la linea è meno dura. Dall’altra parte ci sono Pd e Forza Italia che sono contrari alla gratuità dei test e il più critico di tutti è il segretario dem Enrico Letta che non vuole quello che definisce una sorta di “condono”.
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