Gli Usa hanno speso 290 milioni di dollari per fare scorte di Nplate, un farmaco anti-radiazioni. La paura di una guerra nucleare è arrivata Oltreoceano. Biden parla del rischio di un “Armageddon”.
Rischio di una guerra nucleare, due indizi fanno una prova. Purtroppo. Mentre la situazione in Russia sembrerebbe essere sempre più caotica, emblematica è stata la protesta dei 500 militari spediti al fronte che hanno lamentato mancanza di cibo e indumenti adatti alla battaglia, crescono i timori per una possibile escalation atomica di Mosca viste le recenti difficoltà sul campo.
Esplicito è stato Joe Biden: “Conosco bene Putin, non sta bluffando, c’è davvero il rischio dell’Armageddon nucleare. Per la prima volta dalla crisi dei missili Cubani, dobbiamo fronteggiare la minaccia di un’atomica, specie se le cose proseguiranno nella direzione in cui stiamo andando”.
Nella giornata di ieri il Parlamento europeo ha approvato una relazione dove si chiede all’Ue di “preparare una risposta in caso di attacco nucleare russo”, il tutto per non farsi trovare impreparati di fronte a ogni scenario.
Il secondo indizio invece arriva da molto più lontano rispetto a Strasburgo, ovvero gli Stati Uniti dove la Health and Human Services (Hhs) ha annunciato un esborso da 290 milioni di dollari per fare scorta di Nplate, un farmaco usato per il trattamento della sindrome da radiazioni acute (Ars) al momento non presente negli armadietti d’Oltreoceano.
Due notizie queste che fanno da spia di come, sia vicino sia lontano dall’Ucraina, serpeggi un diffuso timore che il conflitto in corso dallo scorso 24 febbraio possa sfociare in una guerra nucleare dalle conseguenze imprevedibili.
Usa, Ue e i timori di una guerra nucleare
Come le agenzie di stampa hanno diffuso la notizia dell’acquisto di massicce dosi di Nplate da parte degli Stati Uniti, subito il governo a stelle e strisce si è affrettato a precisare che la decisione non è collegata al rischio di una guerra nucleare in Ucraina.
“La fornitura serve per salvare vite umane in caso di emergenze radiologiche e nucleari”, ha fatto sapere l’Hhs con una nota, “L’Ars, nota anche come malattia da radiazioni, si verifica quando l’intero corpo di una persona è esposto a un’elevata dose di radiazioni che raggiunge gli organi interni in pochi secondi”.
Un po’ come fatto dal Parlamento europeo che ha invitato Bruxelles a mettere a punto un piano di risposta in caso di guerra nucleare, difficile pensare che pure negli Usa non aleggi un timore atomico specie dopo le ultime mosse del Cremlino, vedi referendum con annesse dichiarazioni zeppe di retorica nucleare.
A Washington del resto sono consapevoli che la Russia è in possesso di centinaia di armi nucleari strategiche, già pronte all’uso, che potrebbero teoricamente colpire anche il suolo americano con conseguenze catastrofiche: questi missili atomici possono arrivare ad avere una potenza anche dieci volte superiore la bomba sganciata dagli Usa su Hiroshima, che aveva una carica di 13 chilotoni.
Gli scenari
Naturalmente un’azione del genere da parte della Russia porterebbe a una risposta altrettanto devastante da parte di Washington e, potenzialmente, a quel punto sarebbe a rischio l’intero genere umano.
Particolarmente chiaro è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, in una recente intervista, ha dichiarato che “Putin non potrà salvarsi la vita dopo un attacco nucleare”.
Gli analisti negli ultimi tempi hanno ipotizzato un utilizzo da parte di Mosca delle armi tattiche nucleari, che hanno un potenziale limitato, anche di 1 chilotone, e possono essere sparate direttamente sul campo di battaglia. Anche una mossa del genere da parte della Russia porterebbe a un intervento immediato da parte degli Usa che però, a differenza dei “nemici” di sempre, non andrebbero a usare armi atomiche.
“Putin non scherza quando parla di un potenziale uso delle armi tattiche nucleari o di armi chimiche o biologiche, perché il suo esercito si sta comportando molto male”, è il monito di Joe Biden, “E non che penso che ci sia la capacità di usare un’arma tattica atomica, senza finire nell’Armageddon”.
Discorsi questi molto tristi ma purtroppo reali visto che, fino a quando non inizieranno delle trattative diplomatiche degne di tal nome, non solo l’Europa ma il mondo intero sarà costretto a vivere con la spada di Damocle di una guerra nucleare sopra il capo.
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