Pfizer e BioNTech sono accusate di violazione di brevetto nello sviluppo del vaccino COVID-19, potrebbero aver copiato la tecnologia sviluppata anni prima da Moderna.
Moderna ha fatto causa a Pfizer e BioNTech per violazione di brevetto sul vaccino anti Covid. La vicenda è solo agli inizi, ma sono giunte le prime dichiarazioni ufficiali da parte dell’azienda americana e si iniziano a chiarire le ragioni del provvedimento legale. L’accusa, ufficializzata con una nota dell’amministrazione, è quella di aver copiato la sua «tecnologia innovativa per l’mRNA» per sviluppare il vaccino contro il COVID-19 e ottenere un importante vantaggio competitivo sulla distribuzione delle dosi.
Moderna sostiene che i due avversari abbiano adottato pratiche da loro brevettate tra il 2010 e il 2016 senza alcuna autorizzazione, copiando di fatto la tecnologia mRNA che i suoi laboratori avevano sviluppato ben prima che esplodesse il caso globale del virus all’inizio del 2020.
Le conseguenze economiche di queste accuse sono già visibili visto che le azioni di Pfizer sono scese del 2,3% mentre BioNTech è crollato del 4%.
Quella mossa ai partner oltreoceano non è in realtà la prima accusa in tal senso visto che la tedesca CureVac, ad esempio, aveva intentato una causa contro BioNTech in Germania a luglio. BioNTech in quell’occasione aveva risposto con una dichiarazione di originalità del suo lavoro di ricerca, ma in questo caso potrebbe essere più difficile chiudere la faccenda senza subire danni d’immagini e perdite economiche.
Il brevetto rivendicato da Moderna
Moderna Inc. e Pfizer-BioNTech sono stati due dei primi gruppi a sviluppare un vaccino per il nuovo coronavirus e, viste le condizioni emergenziali in cui la pandemia ha posto la comunità scientifica, il processo di approvazione che in precedenza richiedeva anni è stato completato in pochi mesi. A velocizzare le pratiche è stata poi soprattutto la svolta rappresentata dai vaccini mRNA, quelli che insegnano alle cellule umane come produrre una proteina che attiverà una risposta immunitaria.
In tal senso Moderna rivendica la paternità di questa tecnologia affermando che i suoi scienziati abbiano iniziato a svilupparla molto tempo prima, nel 2010, e che siano stati i primi a convalidarla tramite dei test sull’uomo nel 2015.
Moderna ha quindi depositato l’azione legale alla corte distrettuale del Massachusetts e a un tribunale regionale tedesco dando vita a una escalation nella battaglia per la proprietà intellettuale sui diritti mRNA.
Le controverse dichiarazioni di Moderna
Il contenzioso sui brevetti del resto non è raro quando si sviluppa una nuova promettente tecnologia. L’amministratore delegato di Moderna Stephane Bancel ha per questo lanciato una severa invettiva contro i suoi competitors:
«Pfizer e BioNTech hanno condotto quattro diversi vaccini candidati nei test clinici, che includevano opzioni che avrebbero evitato il percorso innovativo di Moderna. Pfizer e BioNTech, tuttavia, alla fine hanno deciso di procedere con un vaccino che ha la stessa identica modifica chimica dell’mRNA del suo vaccino».
Non solo, il responsabile legale di Moderna Shannon Thyme Klinger rimarca come le accuse sia volte a condannare l’appropriazione indebita dei processi brevettati dall’azienda del Massachusetts:
«Riteniamo che Pfizer e BioNTech abbiano illegalmente copiato le invenzioni di Moderna e abbiano continuato a usarle senza permesso.»
C’è però da sottolineare un’incongruenza nelle mosse di Moderna. All’inizio della pandemia, la casa farmaceutica aveva affermato che non avrebbe applicato i suoi brevetti COVID-19 per aiutare gli altri a sviluppare i propri vaccini, in particolare per i paesi a basso e medio reddito. Altre dichiarazioni, riportate dal New York Post, la vedono poi affermare di «non richiedere danni per alcuna attività prima dell’8 marzo 2022». Cosa è cambiato da allora? A quanto dichiarato nel marzo del 2022, Moderna si aspettava che aziende come Pfizer e BioNTech rispettassero i suoi diritti di proprietà intellettuale.
Sempre il New York Post inoltre mette in luce altre questioni legali che Moderna ha all’attivo sullo stesso fronte. Secondo le fonti avrebbe uno scontro in corso con il National Institutes of Health degli Stati Uniti per i diritti sulla tecnologia mRNA.
Quanto hanno perso e guadagnato le case farmaceutiche
Prevedibilmente l’accusa mossa da Moderna non ha a che fare solo con la proprietà intellettuale e i principi di etica professionale, la controversia è anche (e soprattutto) economica. Si parla di introiti importanti, somme che Pfizer e BioNTech sarebbero riuscite ad accumulare proprio in virtù di quel vantaggio competitivo oggi tanto dibattuto.
La Food and Drug Administration statunitense aveva infatti concesso l’autorizzazione all’uso di emergenza per il vaccino COVID-19 prima a Pfizer/BioNTech nel dicembre 2020, poi una settimana dopo a Moderna.
Quel divario temporale si riflette oggi suoi ricavi aziendali visto che quest’anno Moderna ha generato entrate per 10,4 miliardi di dollari quest’anno, mentre il vaccino di Pfizer ha prodotto circa 22 miliardi di dollari.
La mossa legale tuttavia viene intrapresa soprattutto con uno sguardo rivolto al futuro. Secondo gli esperti la posta in gioco è considerevole dato che Pfizer, BioNTech e Moderna prevedono di generare 52 miliardi di dollari di vendite di vaccini nel 2022.
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