La Cina dice di sostenere la posizione dell’Ue nel cercare la pace tra Ucraina e Russia, mentre il Brasile di Lula modera la sua posizione sul conflitto: qualcosa si muove sul fronte diplomatico?
La Cina dice di “sostenere la parte europea nel promuovere il riavvio dei colloqui di pace il prima possibile” tra Russia e Ucraina, mentre il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula corregge il tiro su Kiev, condannando l’invasione di Mosca. Tutto ciò fa pensare che qualcosa si stia muovendo sul fronte diplomatico per cercare la pace.
Ancora presto per dire se qualcosa cambierà concretamente e se si arriverà o meno a una mediazione, ma le posizioni in campo sembrano smussarsi. Cina e Brasile, dopo le parole e i fatti degli ultimi mesi, con la vicinanza più o meno velata espressa alla Russia e al presidente Vladimir Putin, sono ora decisive per favorire il dialogo tra Ucraina e Russia.
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In tutto ciò l’Unione europea con alcune dichiarazioni, come quella del presidente francese Immanuel Macron sugli Usa, cerca con difficoltà di costruirsi uno spazio autonomo rispetto agli Stati Uniti, che potrebbe essere funzionale proprio alla pace.
Cina e Brasile cercano di convincere la Russia alla pace in Ucraina?
Il governo di Xi Jinping fa sapere di sostenere gli sforzi europei, ma “tenendo conto delle legittime preoccupazioni di tutte le parti e costruendo un quadro di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile”.
Nel frattempo dal Brasile il presidente Lula ha condannato la violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina da parte di Mosca e ha anche chiesto la mediazione degli altri Paesi, occidentali e non, per mettere fine alla guerra. Per il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, John Kirby quanto era stato detto dal numero uno brasiliano era sbagliato e gli Stati Uniti si sono dissociati.
L’idea di Lula per arrivare alla fine del conflitto
“È necessario che gli Stati Uniti smettano di incoraggiare la guerra in Ucraina e inizino a parlare di pace” aveva spiegato il presidente brasiliano, proponendo di creare un club di Paesi disposti a trovare un modo per alimentare il dialogo, senza gli Usa.
Inoltre Lula aveva invitato a considerare anche le ragioni della Russia per arrivare alla pace. Per il presidente si è infatti arrivati a una situazione in cui Russia e Ucraina “hanno difficoltà a prendere decisioni” e dunque, ha affermato, “è necessario che i Paesi terzi che mantengono buone relazioni con entrambi” creino le condizioni per la pace. Secondo lui Cina e Brasile sono disposti a farlo, ma serve anche “la buona volontà” di chi sta combattendo la guerra.
Alla Cina conviene che la guerra finisca?
Per capire se qualcosa si potrà muovere sul fronte diplomatico bisognerà vedere se è reale o meno la volontà di Cina e Brasile di porsi come mediatori tra le parti. Finora la Cina sta guadagnando in termini economici e geopolitici dal protrarsi della guerra in una fase di stallo, con la Russia che si lega sempre di più a Pechino sul commercio, in particolare di beni energetici (gas e petrolio).
Una volta ottenuti vantaggi importanti, però, per Pechino potrebbe essere più conveniente promuovere la pace e la stabilità nell’Est Europa, magari cercando di rompere l’alleanza tra Stati Uniti ed Unione europea e sfruttare la loro distanza per avvicinarsi di più al Vecchio Continente.
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