La Cina ha fissato lo yuan a 7,0039 per dollaro, sui minimi di aprile 2008: è guerra valutaria?
La Cina ha fissato il tasso di cambio ufficiale per lo yuan a 7,0039 contro il dollaro USA, rispolverando ancora una volta lo spettro di una guerra valutaria.
Nell’ultima settimana i rapporti tra le due potenze si sono deteriorati ulteriormente. Donald Trump ha minacciato nuovi dazi contro Pechino da introdurre il prossimo 1 settembre, mentre il Dragone ha risposto svalutando intenzionalmente lo yuan.
I mercati hanno dato vita ad un vero e proprio sell-off, preoccupati dalla possibile trasformazione della guerra commerciale in guerra valutaria. Oggi, intanto, la Cina si è spinta oltre, sui minimi di aprile 2008.
Guerra valutaria: yuan a 7,0039
Nella giornata di oggi, giovedì 8 agosto, la banca centrale cinese ha fissato il tasso di cambio dello yuan a 7,0039 per dollaro, il livello più debole mai osservato dall’aprile del lontano 2008.
Ogni singola variazione del tasso di riferimento continuerà ad essere monitorata con attenzione da tutti quegli investitori spaventati dal conflitto che ha portato il Dipartimento del Tesoro USA a definire la Cina una manipolatrice di valuta.
D’altronde, ha fatto notare Reuters, è la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008 che la Cina fissa lo yuan sopra quota 7. Ieri il cambio è stato fissato a 6,9996 per dollaro, ma alcuni esperti hanno già previsto la salita del dato a 7,5.
Secondo Tianjun Wu, deputy economist di The Economist Intelligence Unit, Pechino sta cercando di mettere in atto un deprezzamento controllato della valuta.
“Comunque, se le pressioni al ribasso continueranno a farsi sentire a causa dell’escalation nella guerra commerciale, le autorità potrebbero scegliere di intervenire con misure di controllo dei capitali.”
Il mercato continuerà a monitorare le mosse della Cina sullo yuan. Saranno soltanto i primi passi verso una guerra valutaria?
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