Un doppio addebito sulla carta non è una perdita. Legge e procedure bancarie ti garantiscono il rimborso.
Sei al supermercato, passi la carta per pagare, ma il POS non risponde. Il cassiere ti chiede di riprovare e, senza pensarci troppo, rifai l’operazione. Tutto sembra risolto, finché, controllando l’estratto conto, scopri che ti è stato addebitato lo stesso importo due volte. Oppure, hai prenotato un hotel online e, al momento del check-out, ti accorgi che la transazione è stata registrata due volte. E ancora, un errore del terminale di pagamento che congela l’importo per giorni, lasciandoti senza accesso ai tuoi fondi.
Ma non ci sono solo errori tecnici. Hai mai ricevuto un SMS che ti avvisa di un pagamento mai effettuato? O notato un addebito di un importo irrisorio da un esercente sconosciuto? Potrebbe trattarsi di un test fraudolento, una tecnica usata dai criminali per verificare se una carta è attiva prima di utilizzarla per acquisti di valore più alto. Altri casi frequenti includono il phishing bancario, dove un finto operatore ti induce a condividere i tuoi dati finanziari, o le transazioni non autorizzate online, in cui i tuoi dati vengono usati senza il tuo consenso.
Ecco come recuperare i soldi in caso di doppio pagamento (o pagamento sospetto) dalla tua carta.
Perché può accadere un pagamento doppio o errato con la carta?
I pagamenti duplicati o errati con carta di credito o debito sono un problema più comune di quanto si pensi e possono derivare da una serie di cause tecniche, bancarie e umane. La normativa di riferimento è ampia e coinvolge il Testo Unico Bancario (D.lgs. n. 385/1993 - TUB), il Codice del Consumo (D.lgs. n. 206/2005) e la Direttiva PSD2 (Direttiva UE 2015/2366), che regolano le transazioni elettroniche e i diritti del consumatore. Vediamo nel dettaglio i principali scenari in cui può verificarsi un addebito doppio o errato.
Errore del POS o del terminale di pagamento
Uno dei motivi più frequenti per cui un pagamento può essere duplicato riguarda problemi tecnici del POS o del terminale bancario. Ad esempio:
“quando il sistema si blocca a metà transazione, il pagamento non viene confermato immediatamente e il commerciante, credendo che non sia andato a buon fine, richiede una nuova autorizzazione.”
In base all’art. 127 TUB, la banca è responsabile della corretta esecuzione delle operazioni di pagamento e deve garantire che eventuali errori tecnici nei dispositivi non arrechino danno al cliente. In caso di malfunzionamento del POS, la banca dell’esercente deve verificare se c’è stato un errore e, qualora il doppio pagamento sia stato addebitato, ha l’obbligo di procedere con la correzione.
Transazioni duplicate per problemi di rete o bug del sistema bancario
Può capitare che un pagamento venga processato due volte a causa di un’interruzione temporanea della connessione tra il terminale POS e la banca, portando a un errore di sincronizzazione nei sistemi bancari. In questi casi, la transazione potrebbe risultare duplicata nell’estratto conto del cliente.
La Direttiva PSD2 (art. 71) stabilisce che gli istituti di pagamento devono garantire che le transazioni siano elaborate in modo corretto e che, in caso di errore tecnico, il cliente debba ricevere il rimborso senza ingiustificato ritardo. Inoltre, l’art. 10 del D.lgs. 11/2010 prevede che, se una transazione è stata eseguita in modo errato, la banca deve intervenire per correggere immediatamente l’addebito.
Doppia autorizzazione da parte della banca
Alcune transazioni possono apparire duplicate nell’estratto conto perché la banca ha autorizzato il pagamento due volte, anche se in realtà solo uno verrà effettivamente contabilizzato. Questo fenomeno si verifica spesso con i pagamenti pre-autorizzati, come:
- prenotazioni alberghiere, dove l’hotel blocca temporaneamente un importo come garanzia;
- noleggi auto, in cui la società di autonoleggio addebita un deposito cauzionale;
- acquisti online, se il sito richiede un’autorizzazione preventiva prima dell’effettivo addebito.
L’art. 74 del D.lgs. 11/2010, in linea con la PSD2, stabilisce che le pre-autorizzazioni devono essere annullate automaticamente se il pagamento non viene finalizzato entro un determinato periodo di tempo (di norma entro 7-30 giorni, a seconda della banca). In questi casi, non è necessario un intervento diretto del cliente, ma è sempre consigliabile monitorare la situazione.
Errore umano del commerciante
Un altro scenario possibile è l’errore dell’esercente che, per distrazione o inesperienza, inserisce due volte l’importo o ripete il pagamento erroneamente. Ad esempio:
- il cassiere non vede l’avvenuta transazione e chiede di ripetere l’operazione;
- un pagamento già elaborato viene reinserito manualmente nel sistema.
L’art. 1218 c.c. prevede che l’esercente sia responsabile di un errato addebito e, in caso di contestazione, è obbligato a rimborsare il cliente. Inoltre, l’art. 57 del D.lgs. n. 11/2010 stabilisce che la banca deve cooperare per garantire il riaccredito tempestivo delle somme erroneamente prelevate.
Addebiti non riconosciuti o fraudolenti
Infine, ci sono casi in cui il cliente trova un doppio addebito dovuto a frodi o operazioni non autorizzate. In questi casi, occorre agire rapidamente per contestare la transazione.
Secondo l’art. 12 del D.lgs. n. 11/2010, il cliente ha diritto al rimborso immediato per qualsiasi pagamento non autorizzato, purché venga segnalato entro 13 mesi dalla data dell’operazione. Inoltre, l’art. 56 della stessa normativa obbliga le banche a restituire l’importo contestato, salvo dimostrare che il cliente ha agito con dolo o colpa grave (ad esempio, rivelando il PIN o lasciando incustodita la carta).
In caso di contestazione, la giurisprudenza ha ribadito il principio della responsabilità della banca, chiarendo che l’istituto di credito deve dimostrare l’effettiva autenticità della transazione prima di negare il rimborso (Cass. Civ., sent. n. 2950/2019).
Come verificare se hai pagato due volte con la carta?
Il primo passo è controllare il proprio estratto conto bancario o la lista movimenti della carta, tramite:
- home banking o app della banca;
- estratto conto cartaceo o digitale inviato mensilmente;
- chiamata al servizio clienti della banca per un controllo dettagliato.
L’art. 126 noviesdecies TUB impone alle banche di garantire ai clienti l’accesso immediato e dettagliato ai movimenti della carta. È quindi possibile verificare in autonomia se lo stesso importo è stato scalato due volte in corrispondenza dello stesso esercente e nella stessa data.
Quando un pagamento doppio viene stornato automaticamente
In alcuni casi, le banche rilevano automaticamente gli addebiti errati e procedono al loro storno senza necessità di intervento da parte del cliente. Ciò avviene nei seguenti scenari:
- transazioni duplicate dal sistema bancario;
- errore POS rilevato dall’esercente;
- doppia autorizzazione non finalizzata.
L’art. 10 del D.lgs. 11/2010 stabilisce che:
“gli istituti di pagamento devono garantire che ogni transazione sia eseguita una sola volta e, in caso di errore, procedere senza indugio alla correzione dell’addebito.”
Come distinguere un errore tecnico da una frode?
Se l’addebito doppio non riguarda un acquisto ripetuto per errore, ma si sospetta un pagamento non autorizzato o fraudolento, è necessario adottare misure più rapide. Alcuni segnali di allarme includono:
- transazioni effettuate in località o con esercenti sconosciuti;
- pagamenti duplicati a distanza di giorni o settimane;
- addebiti non riconducibili ad alcun acquisto effettuato.
In questi casi, l’art. 12 del D.lgs. 11/2010 stabilisce che il titolare della carta ha diritto al rimborso immediato per qualsiasi transazione non autorizzata, purché ne faccia denuncia entro 13 mesi dalla data dell’addebito.
Ecco cosa fare in caso di doppio pagamento con la carta
Il primo passo consiste nel rivolgersi direttamente all’esercente presso il quale è avvenuto il doppio addebito. Spesso, gli errori di fatturazione possono essere risolti rapidamente attraverso un confronto diretto.
Se ti accorgi immediatamente del doppio pagamento e la transazione è ancora in fase di autorizzazione (cioè non è stata ancora contabilizzata), hai la possibilità di bloccare l’operazione. Ecco come farlo.
- Contatta tempestivamente la tua banca: utilizza i numeri di emergenza forniti dall’istituto per segnalare l’errore.
- Richiedi il blocco della transazione: fornisci dettagli specifici sull’operazione da bloccare.
Le banche dispongono di procedure per intervenire su transazioni non ancora definitive, prevenendo così l’addebito sul conto del cliente.
leggi anche
Qual è il Pos più economico?

Presentare una contestazione formale alla banca
Se l’esercente non è in grado di risolvere il problema o se preferisci interagire direttamente con la tua banca, è possibile presentare una contestazione formale. Ecco come procedere:
- compila il modulo di contestazione: la maggior parte delle banche mette a disposizione moduli specifici per contestare addebiti errati. Ad esempio, PostePay S.p.A. richiede la compilazione di un modulo dettagliato;
- allega la documentazione necessaria;
- segui le indicazioni della tua banca per l’invio del modulo, che può avvenire tramite posta raccomandata, PEC o consegna a mano presso una filiale.
Se, nonostante le tue richieste, la banca o l’esercente non procedono al rimborso, puoi rivolgerti all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). L’ABF è un organismo indipendente che offre una soluzione stragiudiziale alle controversie tra clienti e intermediari finanziari.
Come richiedere il rimborso alla banca (chargeback e contestazione addebiti)?
Se un pagamento con carta di credito o debito è stato duplicato, errato o non autorizzato, e non è possibile risolvere la questione direttamente con l’esercente, il cliente ha il diritto di chiedere il rimborso alla banca. Le procedure previste dalla normativa bancaria e finanziaria consentono di recuperare l’importo attraverso due strumenti principali:
- il chargeback, un meccanismo di rimborso previsto dai circuiti internazionali di pagamento (Visa, Mastercard, American Express, ecc.).
- la contestazione formale dell’addebito alla banca, che segue le regole del D.lgs. n. 11/2010 e della Direttiva PSD2 (UE 2015/2366).
Esaminiamo nel dettaglio le due procedure.
Differenza tra chargeback e contestazione bancaria
Sebbene entrambi i meccanismi abbiano l’obiettivo di rimborsare il cliente per un pagamento errato, chargeback e contestazione bancaria non funzionano alla stessa maniera.
- Chargeback: è un’operazione prevista dai circuiti di pagamento internazionali per garantire il rimborso al titolare della carta in caso di transazione errata, fraudolenta o non conforme. Il chargeback non è regolato da norme bancarie italiane, ma dai regolamenti interni dei circuiti di pagamento.
- Contestazione bancaria: è un reclamo formale rivolto alla banca ai sensi del D.lgs. 11/2010 per contestare un pagamento erroneo o non autorizzato. Questo processo segue regole ben precise stabilite dalla normativa europea (PSD2).
Tempi e modalità per il rimborso
I tempi per ottenere il rimborso dipendono dalla procedura seguita:
- in caso di chargeback, si va da 30 a 120 giorni, a seconda del circuito di pagamento;
- per la contestazione bancaria, invece, la banca deve rispondere entro 15 giorni lavorativi e, se la richiesta è accolta, effettuare il rimborso immediatamente.
Se la banca non risponde entro il termine previsto o rifiuta il rimborso senza motivazioni valide, il cliente può procedere con ulteriori azioni.
leggi anche
Cos’è il contactless, come funziona e limiti

© RIPRODUZIONE RISERVATA