Mercati oggi osservano ancora la Cina, con nuove indiscrezioni sulle difficoltà economiche del dragone. Cosa succede nelle Borse e perché gli investitori restano incerti sul futuro del dragone.
I mercati asiatici oggi si avviano a chiudere la sessione per lo più in aumento, anche se i problemi immobiliari della Cina continuano a offuscare il sentiment.
Le azioni cinesi e l’indice di Hong Kong sono state contrastate, ma stanno archiviando gli scambi con il segno più. La piazza finanziaria del Giappone è chiusa per festività.
Anche Wall Street è entrata nel periodo di inattività per la festa del Ringraziamento. Mercoledì notte, più della metà delle azioni scambiate alla Borsa di New York hanno registrato un rialzo. Tutti e tre i principali indici si sono ripresi dalle perdite di martedì, con il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni di riferimento che è sceso brevemente al livello più basso degli ultimi due mesi.
Il mercato statunitense, che ha scontato la possibilità di un altro rialzo dei tassi a dicembre, non ha risentito dei forti dati settimanali sull’occupazione che potrebbero ridurre le prospettive di un rapido taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, ha affermato lo stratega Redmond Wong.
Nel settore delle materie prime, il prezzo del petrolio estende le perdite dopo che l’OPEC+ ha rinviato una riunione ministeriale dal 26 al 30 novembre. Lo slittamento ha alimentato le aspettative che i produttori potessero tagliare la produzione meno di quanto previsto.
In giornata, la pubblicazione dei PMI flash di novembre livello globale dovrebbero aiutare gli investitori a valutare i rischi di recessione e la rapidità con cui inizieranno i tagli dei tassi. Il PMI della zona euro è già al di sotto del numero 50, suggerendo che l’attività economica si sta contraendo. Lo stesso discorso vale in Gran Bretagna, mentre il PMI manifatturiero statunitense di ottobre ha subito una brusca contrazione.
Intanto, i guai economici della Cina rimangono tra i temi più seguiti dagli investitori, con nuove indiscrezioni poco rincuoranti sul rilancio della seconda potenza mondiale.
Perché la crisi cinese preoccupa ancora i mercati
A dimostrazione dei guai immobiliari irrisolti in Cina, Bloomberg aveva già riferito mercoledì scorso che Pechino aveva inserito la Country Garden Holdings, gravata di debiti, in un elenco provvisorio di 50 sviluppatori per i quali sarebbero previsti dei finanziamenti.
La nuova indiscrezione è che il gigante bancario ombra Zhongzhi Enterprise Group Co. ha rivelato profonde difficoltà finanziarie, dicendo agli investitori di avere un deficit di 36,4 miliardi di dollari e di essere insolvente.
Il gestore patrimoniale privato ha affermato che la liquidità si è prosciugata e che l’importo recuperabile dalle cessioni di attività dovrebbe essere basso, secondo una lettera inviata agli investitori mercoledì vista da Bloomberg News.
Zhongzhi ha suscitato preoccupazione per la prima volta in agosto dopo che una delle sue società fiduciarie affiliate non è riuscita a effettuare pagamenti ai clienti su prodotti di investimento ad alto rendimento. Le difficoltà finanziarie del gruppo si aggiungono alle sfide del presidente Xi Jinping, alle prese con una crisi immobiliare e un’economia debole.
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