Il Niger è sempre più lontano dall’Occidente

Roberto Vivaldelli

11/08/2023

Fino al recente colpo di stato, il Niger era stato uno dei partner più importanti delle forze armate USA in Africa: il fallimento di Victoria Nuland non agevola un riavvicinamento.

Il Niger è sempre più lontano dall’Occidente

Rimane altissima la tensione in Niger a seguito del golpe che ha deposto il presidente Mohamed Bazoum, detenuto nella capitale, Niamey. La Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), presieduta dal presidente nigeriano Bola Tinubu, aveva dato al leader golpista, il generale Abdourahmane Tchiani, fino a domenica per reinsediare Bazoum o andare incontro un intervento militare. Tchiani ha subito messo in chiaro che non cederà alle pressioni per reintegrare Bazoum, mentre l’intervento militare dell’ECOWAS è stato rinviato dal Senato nigeriano che si è opposto all’invio di truppe. La Nigeria, come nota Foreign Policy, vanta il più grande esercito della regione e una forza aerea meglio equipaggiata, ma l’élite del Paese non sembra essere intenzionata a entrare in una sanguinosa guerra la nazione vicina. L’esito del vertice dell’ECOWAS che si è svolto ad Abuja ha confermato la decisione della stessa di non intervenire militarmente, optando per una soluzione diplomatica.

Il Niger scivola via dall’orbita occidentale

I golpisti acquistano forza e autorevolezza. Tchiani, infatti, ha firmato un decreto circa la formazione di un governo di transizione: esecutivo che sarà guidato dall’economista Ali Mahaman Lamine Zeine, ex ministro delle Finanze al tempi della presidenza di Tandja (1999-2010). Inoltre, Il tenente colonnello Habibou Assoumane è stato nominato nuovo comandante della Guardia presidenziale del Niger, il corpo che ha dato inizio alla rivolta contro Bazoum. Mali e Burkina Faso, entrambi guidati da giunte militare filo-russe, hanno espresso il loro sostegno alle nuove autorità del Paese, affermando che qualsiasi intervento in Niger sarà visto come una dichiarazione di guerra contro di loro. Anche la Guinea e la vicina Algeria, che non è membro dell’ECOWAS, si sono espresse contro l’uso della forza, mentre a favore dell’intervento militare ci sono Senegal e la Costa d’Avorio. [...]

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