Intervistata a #Cartabianca, Ilaria Cucchi chiede protezioni e tutele per i carabinieri che “dopo anni trovano il coraggio di dire la verità”
È stato un colloquio faccia a faccia, diretto e intenso, quello che ha visto coinvolti solo pochi istanti fa la giornalista Bianca Berlinguer e Ilaria Cucchi.
La sorella di Stefano Cucchi da anni si batte per ottenere chiarezze sulla morte del fratello, e solo la scorsa settimana ha avuto la possibilità di assistere alla confessione di uno dei carabinieri coinvolti nel fermo all’epoca dei fatti, che ha parlato per la prima volta di un pestaggio ai danni del ragazzo, rivolgendo accuse precise a due colleghi.
Di fronte alle telecamere di #Cartabianca, su Raitre, Ilaria Cucchi ha esordito sottolineando che, malgrado la portata finalmente rivelatoria delle parole di Francesco Tedesco, il carabiniere che ha confessato il pestaggio, resta ancora una cosa molto importante da chiarire: “il perché”.
Ilaria Cucchi chiede protezione per “chi dice la verità”
Solo qualche giorno fa Ilaria Cucchi ha rivelato di non aver nessuna intenzione di fare visita al Ministro dell’Interno Matteo Salvini se non dovessero arrivare, da parte di quest’ultimo, delle scuse.
Il leader del Carroccio aveva infatti speso parole pesanti, in passato, per la donna e la sua battaglia alla ricerca della verità, rei secondo il vicepremier di screditare enormemente le forze armate italiane.
E proprio per quel che riguarda gli incontri con le istituzioni, la donna ha parlato del suo confronto con la ministra della difesa Elisabetta Trenta, di scena domani:
“Alla ministra dirò che io non metto in discussione e rispetto il ruolo e la serietà dell’Arma dei carabinieri. Ma voglio dire che quelli che anche dopo anni hanno il coraggio di dire la verità devono essere protetti e tutelati”.
La donna ha parlato del calvario subìto in questi anni, definendo gli insulti al fratello come la circostanza più intollerabile da vivere, considerando l’impossibilità di difendersi di Stefano.
Ha anche ribadito che è proprio la profonda imperfezione di Stefano a dover costringere a porsi numerose domande nei riguardi di circostanze come questa, quando la limitazione della libertà personale può avere conseguenze gravissime:
“Stefano non era perfetto e quello che gli è capitato deve farci riflettere sullo stato dei diritti umani nel nostro Paese”.
Le parole di Tedesco sul pestaggio a Stefano Cucchi
La svolta c’è stata lo scorso 11 ottobre, quando il carabiniere Francesco Tedesco ha ammesso per la prima volta di essere stato presente al pestaggio pur non partecipando, incolpando i colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.
Tedesco ha parlato di “un’azione combinata”, con calci e pugni che hanno più volte costretto Cucchi ad accasciarsi sul pavimento, dove è rimasto per diversi istanti, stordito e dolorante:
“Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro, poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fece perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore. Spinsi Di Bernardo ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra”.
Il carabiniere ha anche evidenziato come altre figure dell’arma che non avevano partecipato né al fermo né al pestaggio fossero a conoscenza dei fatti.
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