Per le parole dell’ex ministro successive alla sentenza di condanna ai carabinieri. Chiede poi di sostituire la costituzione di parte civile
Ilaria Cucchi ha querelato Matteo Salvini. Lo ha fatto a seguito delle parole dell’ex viceministro arrivate pochi minuti dopo la condanna.
Interpellato da un cronista della testata Fanpage, Salvini aveva infatti pronunciato la frase “questo testimonia che la droga fa male”, a corredare il suo più ampio commento su quanto appena sentenziato dal tribunale, ovvero i 12 anni di condanna per omicidio preterintenzionale ad Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, per omicidio colposo.
Tenendosi molto sul generico riguardo la condanna - con una frase ipotetica malgrado la sentenza: “se qualcuno ha sbagliato, pagherà” - il leader del Carroccio aveva in un primo momento espresso la sua vicinanza alla famiglia.
Invitato a chiedere scusa dal giornalista per le dure parole rivolte in passato a Ilaria Cucchi, quando aveva commentato con un “mi fa schifo” un post della donna su Facebook, il leader leghista aveva replicato di non dover essere lui a chiedere scusa.
Aveva poi dichiarato di aver invitato Ilaria Cucchi al Viminale, chiudendo così la frase:
“Se qualcuno ha usato violenza, ha sbagliato e pagherà. Questo testimonia che la droga fa male, sempre e comunque. E io combatto la droga in ogni piazza.”
Ilaria Cucchi querela Matteo Salvini
Ilaria Cucchi aveva in parte già anticipato l’intenzione di procedere con una querela ai danni dell’ex ministro dell’Interno Salvini nel pomeriggio di ieri.
Intervistata da Lucia Annunziata, aveva rivelato - insieme al suo avvocato e compagno Fabio Anselmo - di valutare la possibilità o meno di una querela.
E pochi minuti fa, postando una foto del fratello dopo l’autopsia subito rimossa da Facebook, la donna si è espressa in maniera più completa sulle ultime dichiarazioni di Salvini, chiarendo la decisione di querelare:
“Il signor Matteo Salvini non può giocare sul corpo di Stefano Cucchi. Non posso consentirglielo. Questo era il suo volto quando io ed i miei genitori lo vedemmo all’obitorio il 22 ottobre del 2009. Questo era quel che rimaneva di Stefano. Dei suoi diritti. Della sua dignità di essere umano [...] Sono solo una normale cittadina ma non posso fare altro che querelarlo. [...] Io vado avanti”.
Ha poi invitato l’attuale Ministro dell’Interno a sostituire la costituzione di parte civile fatta proprio da Salvini con la propria:
“Non sono un avvocato ma forse potrebbe essere possibile”,
ha spiegato.
La sentenza di primo grado dello scorso 14 novembre ha condannato i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro a 12 anni per omicidio preterintenzionale, per il reato di omicidio colposo.
Mentre Francesco Tedesco, il carabiniere che per primo rivelò i dettagli del pestaggio, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere per falsa testimonianza.
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