Incredibile quanto sono saliti i titoli e l’indice azionario in Germania sul timeframe da 1 a 15 anni

Stefano Vozza

7 Novembre 2024 - 11:09

Il Frankufurt Stock Exchange è in costante crescita da anni tra robusti rialzi e pochi, violenti ribassi. I numeri non lasciano spazio all’interpretazione.

Incredibile quanto sono saliti i titoli e l’indice azionario in Germania sul timeframe da 1 a 15 anni

Spesso gli investimenti azionari vengono integralmente tenuti distanti e lontani dal proprio perimetro operativo perché espongono il capitale a elevatissimi rischi. Sì e “ni” allo stesso tempo. Sì perché è fuori discussione che il rischio insito in questi prodotti è decisamente maggiore rispetto al reddito fisso.

Quest’ultimo garantisce il rimborso del capitale almeno a scadenza, mentre gli investimenti azionari no. Non si tratta proprio della stessa cosa, anzi!

“Ni” perché nel tempo l’ingegneria finanziaria ha escogitato prodotti in grado di sfruttare appieno la forza dei mercati contenendo di tanto il rischio. Come? Lo vedremo meglio nella seconda parte dell’articolo.

Intanto consideriamo il DAX, la punta di diamante della Borsa di Francoforte. Bene, è incredibile quanto sono saliti i titoli e il principale indice azionario della Borsa tedesca sul timeframe da 1 a 15 anni.

I titoli che compongono indice azionario della Borsa di Francoforte

L’indice tedesco è composto dai primi 40 titoli ad elevata liquidità e capitalizzazione quotati sul segmento “Prime Standard” della Borsa di Francoforte. Gli scambi delle azioni contenute nel paniere equivalgono a quattro quinti del controvalore totale della Borsa tedesca.

Gli orari di negoziazione (in continua, sulla piattaforma Xetra) coincidono con quelli della Borsa milanese. Un altro punto di comunanza è la ponderazione dei titoli ivi inseriti per evitare “eccessi di pesi” verso determinate società e/o settori economici più rappresentati di altri.

I comparti produttivi che troviamo in pancia al DAX sono quello automobilistico ed industriale, il bancario e l’assicurativo, il settore delle utilities e quello chimico. Basterebbero pochi nomi per comprendere la potenza e la portata dell’indice: Deutsche Post, Deutsche Bank, Allianz, Adidas, Infineon, E.on, Siemens, Daimler, etc.

Al pari della Borsa di Milano, infine, anche quella tedesca comprende diversi indici “minori”, meno conosciuti all’estero. Si tratta dell’M-DAX, che ingloba i primi 50 titoli a maggiore capitalizzazione dopo il DAX, poi l’S-DAX, l’H-DAX, il C-DAX, il Tec-DAX e il “giovane” Oko-DAX (dal 2007).

Incredibile quanto sono saliti i titoli e il principale indice azionario della Borsa tedesca sul timeframe da 1 a 15 anni

Vediamo ora alcune performance registrate negli ultimi 15 anni (ottobre 2009 – ottobre 2024) dal DAX e da alcuni dei titoli più rappresentativi (fonte: Investing).
In merito all’indice principale, i numeri non lasciano tanti margini di dubbi:

  • sul timeframe a 15 anni la crescita si aggira sul 227%;
  • sulla distanza a 10 anni il DAX si è apprezzato di circa il 110%;
  • sul timeframe a 5 anni il rialzo è stata più o meno del 50%
  • sul timeframe a 3 anni l’incremento segnato è stato del +20%;
  • sulla distanza a 1 anno, infine, la performance è del +26,0%.

Le storie dei singoli titoli, invece, divergono da caso a caso, ma spesso presentano segni più molto robusti. Facciamo 2 esempi per tutti:

  • Siemens prezzava sui 60 € a ottobre 2009, sugli 80 € a ottobre 2014, sui 90 € 5 anni fa e sui 180 € il mese scorso;
  • meno robusta, invece, è stata la crescita segnata dai corsi di Deutsche Post negli ultimi 3 lustri. Nell’ordine degli stessi tempi di cui sopra, i corsi medi segnati nelle 4 date sono stati: 11,50 €, 23,50 €, 30 € e 38 €.

Investire in azioni di Borsa evitando l’esposizione diretta

Ora, se l’investimento azionario è ad alto rischio, come contenerlo al massimo (senza tuttavia annullarlo) e non ignorare del tutto quest’asset class?
Anzitutto evitando l’esposizione diretta su uno o pochi titoli azionari e prediligere sempre la diversificazione.

Quest’ultima la si può conseguire attraverso fondi comuni di investimento (gestione attiva) o ETF (gestione passiva) a seconda delle proprie convinzioni e capacità di agire o no in autonomia. Secondo, fissando orizzonti temporali (ai propri investimenti azionari) nell’ordine degli anni e non delle settimane o di una manciata di mesi. Le serie storiche di lungo respiro, infatti, evidenziano come i listini di Borsa siano in genere crescita sul lungo termine. Terzo, calibrando la quota capitale da destinare alle varie asset class del portafoglio in base alla propria propensione al rischio.

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