Indennità di accompagnamento, stop nel 2023? Ecco da cosa potrebbe essere sostituita

Simone Micocci

18 Ottobre 2022 - 16:14

Indennità di accompagnamento per anziani non autosufficienti: sta per cambiare tutto. Non più un sostegno economico: si potrà scegliere se godere direttamente di assistenza.

Indennità di accompagnamento, stop nel 2023? Ecco da cosa potrebbe essere sostituita

Il governo Meloni, su indicazione dell’Esecutivo uscente, dovrà occuparsi di riformare il sistema assistenziale italiano, come disposto dal disegno di legge delega sull’autosufficienza approvato in data 10 ottobre 2022 dal Consiglio dei Ministri guidato ancora dal premier Mario Draghi.

Una riforma che dovrebbe portare allo stop dell’indennità di accompagnamento, la quale entrerà a far parte di un progetto più ampio. Non si tratta quindi di una cancellazione, quanto di una riforma che punta a tutelare maggiormente le persone non autosufficienti.

Con lo stop all’indennità di accompagnamento, almeno come la conosciamo oggi, ci sarà infatti il passaggio a un sistema più articolato, dove la persona non autosufficiente potrà scegliere se ricevere un sostegno economico, come avviene oggi, oppure se godere direttamente di un servizio di assistenza.

Un progetto ambizioso, applaudito dai sindacati, che Mario Draghi lascia in eredità al nuovo governo di centrodestra, il quale già con la prossima legge di Bilancio potrebbe effettuare i primi passi in questa direzione.

Cos’è la legge delega sull’autosufficienza

Come detto sopra, il via libera per la legge delega sull’autosufficienza è arrivato lo scorso 10 ottobre, per quello che è stato uno degli ultimi interventi autorizzati dal governo uscente.

Una legge che si focalizza sugli anziani che vivono in una situazione di non autosufficienza, per un totale di 3,5 milioni presenti attualmente in Italia. Ma se si guarda a tutte le persone coinvolte nei problemi che affliggono un anziano non autosufficiente la platea si allarga ulteriormente, con oltre 10 milioni di persone coinvolte.

La legge delega si limita a indicare i principi, nonché i criteri, su cui il prossimo governo dovrà riformare l’assetto dell’assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria; principi che “vanno a promuovere il valore umano, sociale, culturale ed economico di ogni stagione della vita” (come riportato con entusiasmo in un comunicato di Cgil Spi).

Nel dettaglio, viene data indicazione al nuovo governo riguardo all’importanza di approvare misure destinate a:

  • contrastare l’isolamento e la marginalizzazione;
  • riordino, potenziamento e integrazione delle diverse misure di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria;
  • promozione d’interventi di sanità preventiva a domicilio;
  • sviluppo d’interventi per la solidarietà e la coesione tra generazioni.

Nel mentre verrebbe definita una nuova governance, incentrata sul Snaa (Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente); sarà questa a doversi occupare di programmare, valutare e monitorare gli interventi, tanto dei servizi statali quanto di quelli territoriali, con lo scopo di superare i divari territoriali che ancora oggi sussistono in materia di assistenza agli anziani.

Cosa ne sarà dell’indennità di accompagnamento?

Si definisce indennità di accompagnamento quella prestazione economica che l’Inps riconosce in favore dei soggetti mutilati o invalidi civili nei confronti dei quali viene accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore, o comunque non possono compiere gli atti quotidiani della vita.

Si tratta di un sostegno economico, riconosciuto per 12 mesi, che nel 2022 ha raggiunto il valore di 525,17 euro, indipendentemente dal reddito personale, in quanto tiene conto solamente della condizione psico fisica della persona.

Come detto in apertura, però, questa prestazione sta per essere superata. Come si legge negli articoli 5 e 8 del disegno di legge delega, infatti, bisognerà istituire un apposito fondo per la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti, per il quale già con la prossima legge di Bilancio verranno stanziate le prime risorse.

Nel dettaglio, per il momento in fase sperimentale, tale fondo dovrà finanziare una prestazione universale, con l’anziano che sarà libero di scegliere tra il beneficiarne sotto forma di sostegno economico, come funziona oggi appunto, oppure se per mezzo di servizi alla persona. Quindi, anziché ricevere un assegno mensile si potrà richiedere direttamente di un servizio di assistenza alla persona.

Quando scattano le novità

Il nuovo governo avrà comunque molto tempo a disposizione prima di attuare l’intera riforma.

Intanto bisognerà attendere che Camera e Senato approvino definitivamente il disegno di legge delega, per il quale c’è tempo fino a marzo 2023. Dopodiché sarà il governo a doverne attuare i vari punti, entro il termine tassativo - anche perché la riforma è espressamente prevista tra gli obiettivi da raggiungere con il Pnrr - di marzo 2024.

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