Le aspettative di inflazione sono state svelate dalla Bce, cosa hanno mostrato e perché il taglio dei tassi a giugno sembra ormai certo?
Con la riunione Bce in arrivo, e l’atteso primo taglio dei tassi ormai scontato a giugno, ogni dato è utile per confermare o smentire l’allentamento monetario.
L’attenzione degli investitori per oggi, 28 maggio, è stata rivolta all’aggiornamento sulle aspettative di inflazione in Eurozona del mese di aprile, pubblicato dalla banca centrale. Il risultato è favorevole all’orientamento accomodante per la riunione del 6 giugno.
Nel dettaglio, secondo la Bce, le aspettative di inflazione dei consumatori nella zona euro sono diminuite in aprile, rafforzando i piani per iniziare ad abbassare i tassi di interesse la prossima settimana.
La Bce festeggia le aspettative di inflazione in calo
I consumatori della zona euro hanno abbassato le loro aspettative di inflazione il mese scorso, secondo quanto emerso martedì da un nuovo sondaggio della Banca centrale europea.
Le aspettative di inflazione per i prossimi 12 mesi sono scese al 2,9% dal 3,0% di un mese prima, raggiungendo il livello più basso da settembre 2021. Nel frattempo le aspettative di inflazione a tre anni sono scese al 2,4% dal 2,5%, ancora al di sopra dell’obiettivo del 2% della Bce.
leggi anche
Cosa farà la Bce dopo giugno?
Da evidenziare che l’indagine ha anche mostrato un minor pessimismo tra i consumatori sull’economia, che prevedono una contrazione dello 0,8% nei prossimi 12 mesi – rispetto al -1,1% del ciclo precedente.
Le aspettative per il tasso di disoccupazione a 12 mesi sono aumentate al 10,9% dal 10,7% di marzo
I redditi nominali sono previsti in crescita dell’1,3%, invariati rispetto a marzo. I consumatori si aspettano che il prezzo della loro casa aumenti del 2,6%, dopo il 2,4% precedente.
In generale il contesto è di cauto ottimismo in Eurozona. L’inflazione è scesa rapidamente nell’ultimo anno fino a raggiungere il 2,4% il mese scorso, ma la Bce ora la vede oscillare attorno al livello attuale per il resto dell’anno prima che si registri una disinflazione e l’obiettivo del 2% venga raggiunto nel 2025.
Sotto osservazione ci sono gli aumenti dei salari, l’inflazione dei servizi e potenziali shock geopolitici che possono velocemente far impennare le materie prime. Per questi motivi, la prudenza è ancora prevalente a Francoforte.
Il dibattito è acceso su cosa decidere dopo giugno. Tassi ancora in diminuzione o invariati, pur su un livello minore? Intanto, il divario tra Bce e Fed - ancora lontana dalla prima diminuzione dei tassi - innervosisce il mercato valutario.
© RIPRODUZIONE RISERVATA