Settimana non adatta ai deboli di cuore quella terminata venerdì. La volatilità sui mercati finanziari potrebbe rimanere su livelli elevati. Ecco i livelli chiave da monitorare.
Quella terminata venerdì è stata una settimana non adatta ai deboli di cuore. L’aumento dei tassi della Federal Reserve, i timori di una stagflazione e di una potenziale recessione hanno portato i mercati finanziari su elevati livelli di volatilità.
La Fed ha dichiarato che non ci saranno interventi più drastici dei tassi di interesse, per evitare che la lotta contro l’inflazione possa portare a una recessione dell’economia.
I mercati però continuano a scontare un 81% circa di probabilità di un rialzo dei tassi di 75 punti base nel meeting di giugno del Federal Open Market Committee.
Gli investitori guardano dunque con molta attenzione ai dati sull’inflazione Usa che saranno pubblicati mercoledì. Dopo che a marzo il costo della vita è salito dell’1,2% su base mensile e dell’8,5% su base annua, le attese sono per un aumento più contenuto pari allo 0,2% su base mensile e all’8,1% su base annua. L’impennata dell’inflazione esacerbata dall’invasione russa dell’Ucraina e la perdita di velocità dell’economia stanno però alimentando l’incertezza sui mercati finanziari. In vista dei dati di mercoledì vediamo quali sono i livelli chiave da monitorare.
S&P 500 in bilico
L’indice benchmark di Wall Steet, l’S&P 500, ha accumulato da inizio anno un ribasso del 13,49%. Nell’ultima ottava, le quotazioni si sono mosse nervosamente in un range compreso tra i supporti a 4060 circa e la prima resistenza a 4310 circa. Area 4060, dove si posizionano i minimi del 2 e del 6 maggio, è dunque un’area critica, coincidente con i minimi di un anno fa e punto di passaggio della media mobile esponenziale a 100 settimane. La violazione di questo riferimento comporterebbe un drastico peggioramento delle condizioni operative di medio lungo termine con una conseguente accelerazione al ribasso verso almeno quota 4020, base del gap del 5 aprile 2021, poi in area 3970, top di marzo 2021.
Reazioni dai livelli attuali potrebbero invece favorire un nuovo test delle resistenze presenti in area 4310, ma solo oltre questo riferimento le tensioni negative viste nell’ultimo mese potrebbero lasciare spazio a un tentativo di rimbalzo, verso area 4500/4550, per un test della trendline che scende dai record di inizio anno.
Nasdaq sotto la media a 200 giorni
Più attenzione va prestata all’andamento dei titoli del Nasdaq: attualmente, solo il 20% delle azioni sull’indice tecnologico è al di sopra della media mobile a 200 giorni, riferimento tecnico che funge da spartiacque tra uno scenario ribassista e uno di possibile ripresa. Questo significa che la maggior parte dei titoli del Nasdaq stanno negoziando al di sotto di aree tecniche chiave.
Da inizio anno, l’indice quota è oltre il 22%, al di sotto dei livelli di inizio anno, e ha raggiunto supporti chiave a circa 12000, ex resistenza definita dai top di settembre e novembre 2020. Sotto quest’area, i prezzi rischiano di affondare verso area 11300, quota pari al 50% di ritracciamento del rialzo partito nel 2020 e punto di passaggio della media esponenziale a 200 settimane. Ad attirare corsi più in basso verso quota 11214, troviamo poi la base del gap del novembre 2020. Per scongiurare la realizzazione di questo scenario l’indice dovrà reagire prontamente e riportarsi al di sopra di quota 13000. In quel caso sarà necessario attendere un confronto con gli ostacoli a 13700 punti per intravedere segnali convincenti di ripresa.
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